Sono i francesi del momento. Gaël Monfils e Arthur Fils hanno infiammato il pubblico di Stoccolma e Anversa offrendo antiche emozioni e una nuova luce al tennis d’Oltralpe. Il capolavoro lo ha compiuto Gaël che, a 37 anni suonati, dopo il rientro da un lungo stop per infortunio e un’annata di alti e bassi, compie il guizzo del campione conquistando il 12esimo trofeo in carriera al BNP Paribas Nordic Open, ben 12 anni dopo la prima affermazione, proprio a Stoccolma. Quando si dice il destino… e la magia dei numeri. Ad Anversa, invece, è stata la volta di Arthur Fils. Il francesino, nonostante non ce l’abbia fatta in finale – superato da un ottimo e ispirato Alexander Bublik – ha brillato per tutta la settimana raggiungendo così la sua seconda finale – e per ora best ranking – nella sua ancora giovanissima carriera. Dopo la Svezia e il Belgio, ora però è la volta dell’Austria. All’Erste Bank Open di Vienna, Fils e Monfils scenderanno nuovamente in campo, rispettivamente contro il numero 1 del seeding Medvedev e il tedesco Altmaier.
PAPÀ GAËL DA LEGGENDA
Un trofeo speciale quello di Stoccolma per Monfils. Il parigino, che lo scorso 1 settembre ha spento la bellezza di 37 candeline, ha vinto il suo primo titolo da papà. Un 12esimo trofeo molto più dolce degli altri proprio perché dedicato alla piccola Skai – la bimba che ha avuto un anno fa con la moglie Elina Svitolina – e alle donne della sua vita, la stessa Elina e mamma Sylvette, entrambe presenti nel suo box a Stoccolma. Un trofeo giunto da lontano – alla 34esima finale in carriera -, il primo dopo quello conquistato ad Adelaide l’anno scorso, dopo mesi e mesi di incertezze e gli ennesimi acciacchi fisici. Eppure, il parigino ha dimostrato di avere ancora tantissime frecce al suo arco, in primis quell’esplosività e reattività in campo che hanno reso indimenticabile il suo tennis e la sua carriera, facendo impazzire i fan di tutto il mondo. Nella finale di Stoccolma, Gaël è venuto a capo del russo Pavel Kotov, alla prima finale del circuito. Il 24enne moscovita ha ingranato subito la quinta, facendo suo il primo set per 6-4. Poi è stato un crescendo di Gaël che, con esperienza, astuzia e maggiore energia, è riuscito a ribaltare l’andamento del match, e vincere 4-6 7-6(6) 6-3. Con questo risultato, Monfils è il quarto tennista nato negli anni Novanta ad aver vinto un titolo ATP dopo aver compiuto i 37 anni; inoltre, è riuscito a disputare almeno una finale ogni anno per diciannove anni consecutivi.
“È buffo perché si tratta del mio 12esimo titolo, il secondo qui esattamente 12 anni dopo. Di solito non faccio molto caso alle cifre ma ciò mi fa pensare che il 12 sia il mio numero portafortuna”. Il francese è diventato così il più anziano vincitore a Stoccolma, alla 55esima edizione. Il titolo in Svezia è inoltre l’ottavo sul cemento indoor sui 12 conquistati; un’importantissima iniezione di energia e fiducia per i prossimi impegni di Vienna e Paris-Bercy ma, soprattutto, per il futuro prossimo, poiché “La Monf” non ha mai fatto mistero di puntare all’Olimpiade di Parigi 2024, per poter dare un eventuale addio alle gare nel giardino di casa vestendo i colori di Francia. Sceso al n. 394 del ranking in maggio, è arrivato a Stoccolma da 140 (beneficiando comunque del ranking protetto) grazie ad una convincente tournée sul cemento americano, che gli ha regalato un quarto di finale a Toronto (superato da Sinner), e gli ottavi a Cincinnati, dopo aver sconfitto Norrie e De Minaur. Grazie alla vittoria a Stoccolma, l’ex n. 6 del mondo rientra in Top 100 (al n. 89 ATP). Da mercoledì, Gaël sarà impegnato a Vienna, opposto al tedesco Altmaier.
ARTHUR, L’IRRESISTIBILE
Ha solo 19 anni ma Arthur Fils piace proprio a tutti. Specialmente all’ex n. 4 del mondo Sebastian Grojean che, due giorni fa, ha reso nota la decisione di smettere i panni del capitano della squadra francese di coppa Davis (che non è riuscita a qualificarsi nelle finali di Malaga) per indossare quelli dell’allenatore a tempo pieno della promessa francese, sostituendo dunque Laurent Raymond. Ma Sebastian non sarà da solo. Ad affiancarlo ci sarà il supercoach Sergi Bruguera, due volte campione al Roland Garros, anch’egli attratto dall’enorme potenziale di Arthur. Il ragazzo è particolarmente maturo e dimostra di apprezzare e seguire alla lettera i suggerimenti del proprio team. All’indomani di Anversa, anche se Grojean prenderà ora il posto di Raymond, Fils ci ha tenuto a rendere omaggio al grande lavoro di squadra in seno alla Federazione francese. A L’Equipe ha infatti dichiarato: “Come vedete sono sempre accompagnato da mio padre; ma c’è anche Laurent Raymond e ora, in Federazione, lavorano insieme a Ivan Ljubicic, Paul Henri Mathieu e Sebastien Grojean. Questi ultimi mi aiutano molto con la loro esperienza e tutti i loro consigli sono perfetti per me”. In un anno Fils ha dimostrato di avere la stoffa e i mezzi per ambire ad entrare nella rosa dei grandi. Attuale n. 38 ATP, ricordiamo che l’anno scorso gravitava intorno alla 320esima posizione mentre, a luglio, ha scalato il ranking fino al numero 48 diventando, a 19 anni, il più giovane nella Top 50. Insomma, una stellina che, se continua così, sembra davvero destinata a diventare una star. Ad Anversa ha entusiasmato il pubblico con il suo tennis frizzante ed eclettico, superando Lajal, Varillas, nientemeno che Tsitsipas (seppure in crisi da un po’) per essere fermato in finale dall’esperto e spregiudicato Bublik con un doppio 6-4. Per Arthur si è trattato, finora, della seconda finale dopo quella vinta a Lione contro Francisco Cerundolo. Nel 2023, si è regalato inoltre le semifinali al ‘500’ di Amburgo (dopo aver sconfitto Ruud) e a Marsiglia. Fa parte, inoltre, della rosa dei “Bleus” che, durante l’anno, hanno regalato finora alla Francia cinque sigilli, rendendo il 2023 la stagione più proficua per il tennis translpino dal 2019 (6): Auckland (Gasquet), Lione (Fils), Newport e Astana (Mannarino) e Stoccolma (Monfils). Archiviata l’ottima settimana in Belgio, è tempo di volare a Vienna dove l’attende un test assai complicato, la testa di serie numero 1 Daniil Medvedev.