Sono molti gli studi in merito alle differenze tra maschi e femmine. Adie Golberg sostiene che già durante la prima infanzia è possibile individuare oltre cento differenze tra i maschi e le femmine: la differenza riguarda i due emisferi cerebrali. In entrambi i sessi la parte sinistra è specializzata nel linguaggio e nelle funzioni logiche, mentre quella destra è specializzata nelle funzioni emotive, affettive e percettive.
I due emisferi sono collegati da un ponte di fibre nervose che consente ai due emisferi di scambiarsi le informazioni; alcune ricerche hanno dimostrato che questo ponte nelle femmine è molto più voluminoso rispetto ai maschi e ciò comporta una maggiore integrazione tra le funzioni dei due emisferi e quindi una loro minore reciproca autonomia e questo permette alla femmina di mutare più facilmente i propri punti di vista e di interagire meglio con l’ambiente.
La femmina utilizza in misura maggiore l’emisfero destro che le permette di compiere azioni mentali in parallelo ed è più legato alla sfera emozionale e al linguaggio analogico; è sicuramente più intuitiva del maschio perché il suo cervello è meno rigido del maschio.
Le femmine hanno la capacità di riconoscere azioni intuitive in soli 200 millisecondi, mentre i maschi sono molto più lenti; da studi recenti risulta che le femmine utilizzano entrambi gli emisferi, mentre i maschi ne utilizzano uno solo (percezione spaziale, esatta sequenza delle azioni da compiere).
La femmina nello spostarsi nello spazio ha bisogno di punti di riferimento, mentre il maschio riesce spesso ad andare a intuito.
Le femmine sono migliori dei maschi nelle funzioni del linguaggio, mentre i maschi sono più dotati delle femmine per i ragionamenti matematici e meccanici, nei compiti visivi e nell’immaginare la traiettoria di un oggetto che si sposta o è lanciato.
La femmina è molto più mobile a livello articolare del maschio, è molto più resistente del maschio agli stress sia in campo fisico che fisiologico, ha una attività di comunicazione e di comportamento sociale migliore rispetto al maschio; è più rapida e completa, perché la sua natura le consente una migliore integrazione tra pensiero ed emotività.
Il Minibasket femminile
In Italia negli ultimi anni c’è stata una limitazione nell’avviamento delle bambine al Minibasket, in quanto ritenuto dai genitori un giocosport adatto ai maschi e per molte famiglie per le femmine è meglio la pallavolo, la danza, la ginnastica artistica, il pattinaggio, ecc. E’ un discorso culturale, l’attività sportiva è per tutti, maschi e femmine indiscriminatamente!
L’immobilismo della Federazione Pallacanestro
Non è che con i progetti sperimentali femminili e i Convegni a livello regionale, non è con i contest skills, non è con le giornate PINK che si risolve il problema!!!
Ci vuole ben altro!
Conclusioni
Cara Federazione Italiana Pallacanestro fai qualcosa, rivaluta il Minibasket e il basket femminile e……. soprattutto credici, non è una pallacanestro di serie B!
Prof. Maurizio Mondoni