Devo sbrigarmi a scrivere un pensiero sul triangolo delle Bemuda Conte-Napoli-Juventus prima che la realtà e l’attualità lo scaccino via e non lascino spazio nemmeno all’embrione dell’idea.
Un noto principio giornalistico di ogni buon caporedattore recita: non lasciare che una verità scontata rovini una mezza verità ma molto più bella. E allora io di questa storia che stanno raccontando tutti – e cioè che Conte se ne va alla Juventus – vi racconto un altro finale. Forse fasullo, ma lieto ovviamente. Antonio che si commuove, resta a Napoli e vissero tutti e felici e contenti.
Infatti a me questa tesi molto precostituita e assai dottrinale del Conte che vince lo scudetto col Napoli, lo saluta e gli mette le corna con la Juventus non va giù. Non perché mi faccia rabbia – francamente chissenefrega e anzi egoisticamente frutta molto più adesso un Conte alla Juventus che un Conte che fa il bravo figliolo e resta – ma perché non me lo spiego e perché quelli del calcio – non offendetevi dai – ragionano più con i piedi che con il cuore o con la testa.
Fossi Conte resterei al Napoli, inghiottendo magari qualche rospo per l’avere a che fare con De Laurentiis. Detto per inciso, sarebbe curioso anche sapere quanti rospi bisogna ingoiare quando si ha a che fare con Conte.
Perché Conte al Napoli starebbe meglio che alla Juventus, perché c’è più entusiasmo e intraprendenza, perché l’operazione ricostruzione non è detto che funzioni sempre, perché la Champions League fatta dal Napoli offre più garanzie della Champions League fatta dalla Juventus. E soprattutto perché lavorare con De Laurentiis necessita sì di un rosario recitato ogni sera prima di andare a dormire, è vero, ma è pur sempre un bel campare.
E se qualche giocatore ogni tanto l’Aurelio se lo vende – non vedo cosa ci sia di così sorprendente, per caso Conte rimane vita natural durante sempre nella stessa squadra?- beh è anche vero che altrettanti, se non di più, ne compra. Senza nemmeno stare a citare quelli che hanno vinto lo scudetto da Napoli sono passati Cavani, Higuain, Lavezzi, Hamsik, Mertens e qualche decina di altri big. A Napoli si fa grande calcio, ma tanti ragionano sempre con gli antichi schemi. Meglio la Juve, l’Inter, il Milan e via così.
Il buon Aurelio, ridendo e scherzando, ma soprattutto bussando con i piedi al resto del calcio italiano, si è presentato con De Bruyne e poi ha pure il santino di Osimhen di ritorno dal Galatasaray (dove ha segnato 36 gol in stagione) nel portafoglio.
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