“Una partita no, sia di testa che di colpi”. Berrettini riassume così la sconfitta deludente contro Musetti per 6-3 6-3, in un’ora e mezza. Peccato, perché il vento azzurro che sta soffiando sul Principato lasciava sperare in una bella battaglia tra due grandi amici e compagni di una squadra che da un paio d’anni fa sognare tutta Italia.
E invece il romano appare fin dai primi punti totalmente spento, affaticato ed incapace di una qualsiasi reazione per contrastare il tennis ordinato e ragionato di Lorenzo. Un festival degli errori per Matteo che commette ben 44 gratuiti, troppo spesso rigido sulle gambe e lontano dalla palla. Poco mobile e impacciato, sembra lento ma, no, non è colpa del piede fasciato, assicura: “Ero lento perché ero lento di testa. Ero poco acceso e avrei voluto cambiare marcia e trovare l’attivazione mentale, forse non ho preparato bene la partita di testa e forse non è salita la giusta adrenalina”.
Il carrarino sale subito 3-0, anche grazie ai numerosi errori dell’avversario, che comincia ad affossare a rete dritti e rovesci. Musetti invece gestisce alla perfezione gli scambi, non gli propone mai una palla uguale facendolo spostare da una parte all’altra del campo. Appena possibile, lo chiama in avanti con smorzate piazzatissime, oppure lo mette in difficoltà da fondo, con palle alte e lavorate sul rovescio di Matteo. Lorenzo sale poi 4-1 e 5-2. Berrettini riesce a fare un piccolo passo in avanti sul 3-5 ma Musetti fa suo il primo set per 6-3 dopo 41 minuti di gioco.
“Mi dispiace tanto perché ci tenevo a godermela un po’ di più”, ha ammesso un Matteo molto affranto, “non sono riuscito a stare attaccato ai punti, palla dopo palla, mi sono ritrovato un po’ bloccato senza riuscire a far svoltare gli scambi e la partita. Ecco perché forse sembravo più lento, sembrava che la mia palla facesse meno male o che stessi servendo male”.
Nel secondo set, Berrettini continua a sbagliare, nel silenzio generale del Centrale. Quando piazza un bel punto, il pubblico si riaccende incitandolo ma, purtroppo, non serve. Lorenzo vola 3-1 e poi 4-2; sbaglia pochissimo e continua a gestire gli scambi in modo perfetto dal punto di vista tattico. Il settimo game è particolarmente lottato e, alla fine, Matteo si salva e si avvicina ancora sul 3-4. Ma non basta. “Muso” resta imperturbabile e chiude l’incontro con un altro 6-3.
Oltre al rendimento in campo, anche l’atteggiamento di Matteo rifletteva un certo stordimento: “Quel blocco che ho avvertito non mi ha permesso di esprimermi, non riuscivo neanche ad incitarmi. Ma devo dire che anche Lorenzo è stato molto solido e molto bravo”.
Musetti, a quanto pare, “si gasa a giocare con gli italiani” perché, anche se dopo la vittoria con Lehecka aveva sottolineato quanto fossero difficili i derby, ha un bilancio di 11 vittorie a 4 contro gli azzurri, compresa la vittoria di giovedì con Berrettini: “Sicuramente è un dato interessante e importante che mi fa riflettere” ammette il pupillo di Tartarini, “però non vi nascondo che c’è uno stress emotivo notevole quando gioco un derby, perché è difficile gestire una partita del genere; ma il fatto, per esempio, di essere stato sempre in vantaggio e di non aver mai concesso neanche una palla break è una cosa davvero molto importante per me. Oggi non era la partita in cui potevo cercare la bellezza del gioco, contava tanto invece essere molto concreti e semplici, avevo le idee molto chiare su quello che dovevo fare a livello tattico, ho preparato molto bene questa partita sotto questo punto di vista. Infatti, il modo in cui ho giocato ha portato a non giocar bene Matteo”.
Un piano tattico che ha previsto di “far spostare tanto Matteo, perché lui si trova a suo agio quando riesce a girare intorno alla palla per giocare lo sventaglio, e quindi ho cercato di togliergli quella parte di campo quando colpisce con il back per poi girarsi con il dritto; spesso, anche quando subivo lo scambio, cercavo di tirargli sul dritto per farlo muovere e poi, nelle situazioni favorevoli, era giusto giocargli sul rovescio”.
Ora Musetti sfiderà Tsitsipas, campione uscente e triplo vincitore di Montecarlo. I precedenti sono 5-0 per il greco, di cui 4 sul rosso: “È passato un po’ di tempo, sicuramente non avevo la maturità e l’esperienza che ho adesso, con lui ho avuto parecchie chance in tanti match, devo dire che la mia maturità è cambiata, anche come atteggiamento, devo entrare in campo con fiducia. Lui con servizio e dritto fa molto male, è un avversario che si muove molto bene sulla terra, anche lui ama molto girarsi sul dritto e quindi dovrò essere molto solido nell’attenermi alla tattica, proprio come ho fatto oggi”.
La partita tra Matteo e Lorenzo è il quarto derby azzurro nella storia dei tornei ‘1000’ a partire dagli ottavi di finale (dopo Camporese-Pescosolido, Amburgo 1992; Berrettini-Travaglia, Roma 2020 e Sinner -Musetti, Montecarlo 2023) ed è il 37esimo giocato in un Masters 1000 dal 1990. L’ultimo incontro all-Italians in un torneo ‘1000’ si è svolto a Shanghai nel 2024 tra Fognini e Darderi (primo turno).
Dalla nostra inviata a Montecarlo, Laura Guidobaldi
(foto di Brigitte Grassotti)