Il Giro d’Italia 2022 è iniziato tutto secondo i pronostici: Mathieu Van der Poel ha vinto la prima tappa all’interno della cittadella di Visegrád sotto una pioggia intensa e torna a Budapest in maglia rosa. L’olandese dell’Alpecin sa perfettamente che potrebbe trattarsi di un veloce giro di valzer perché, al rientro nella capitale ungherese, c’è l’appuntamento con una cronometro di 9,2 chilometri.
La prova non è delle più semplici: si parte dal quartiere di Pest prima di addentrarsi nel centro storico della città magiara e raggiungere Buda. Una serie di svolte complicate prima di intraprendere la strada che costeggia il Danubio, sfilare il Parlamento e di attraversare il fiume così da raggiungere l’altra sponda e affrontare lo strappo in pavé che porta all’arrivo.

La corsa vive di una prova a due volti: il primo dedicato agli specialisti delle cronometro, il secondo ai favoriti per la vittoria finale. Nelle prime fasi prende il comando l’inglese Alex Dowsett che resiste a lungo sulla “hot sit” prima di cedere il trono all’olandese Jos van Emden e al mantovano Edoardo Affini. La svolta arriva quando il piemontese Matteo Sobrero ferma il cronometro in 12’03” portando al comando la maglia tricolore di campione italiano.
Arriva però il momento degli uomini di classifica ed ecco che la corsa si ribalta grazie a Tom Dumoulin che torna sugli scudi dopo un periodo difficile e taglia il traguardo in 11’55” mettendosi momentaneamente al comando della competizione. Considerato il livello dell’olandese a cronometro, tutto fa pensare a una vittoria facile, ma soprattutto alla possibilità di sbalzare il connazionale Van der Poel dalla vetta della graduatoria generale.
L’esito sembra scontato, soprattutto quando Pello Bilbao e Joao Almeida mancano a sorpresa l’assalto alla maglia rosa: lo spagnolo della Bahrein Victorius chiude nono dopo esser arrivato terzo il giorno precedente, mentre fa ancor peggio il portoghese dell’UAE Team Emirates, solo undicesimo nonostante sia uno degli uomini più attesi contro il tempo.
Dumoulin non può esser tuttavia soddisfatto perché all’improvviso ecco piombare la figura di Simon Yates. Il britannico ha un rapporto complicato con la Corsa Rosa: nel 2018 è lanciato verso la vittoria del Trofeo Senza Fine dopo tre successi di tappa quando crolla sul Colle delle Finestre e inaugura l’impresa di Chris Froome. Nel 2020 è costretto a ritirarsi a causa di una positività al Coronavirus dopo esser andato in crisi a Camigliatello Silano, mentre nel 2021 è finalmente terzo alle spalle di Egan Bernal e Damiano Caruso.

Yates vola sulle strade di Budapest tanto da fermare le lancette dell’orologio in 11’50”, cinque secondi meglio di Dumoulin. All’appello manca ancora la maglia rosa Van der Poel che all’intermedio passa a pochi centesimi dall’inglese e si pregusta il sorpasso nella seconda parte della gara. L’olandese è in una forma fisica invidiabile tanto da lottare fino in fondo per il successo parziale, tuttavia il cronometro è impietoso e sul traguardo di Budapest patisce tre secondi di ritardo da Yates.
Il portacolori della BikeExchange è euforico perché, prima di rientrare in Italia, si trova in seconda posizione in generale a undici secondi da Van der Poel e con quattro di vantaggio su Dumoulin. Il giorno successivo è previsto un arrivo per sprinter sul Lago Balaton, ma al ritorno nel Bel Paese ci sarà l’Etna dove tentare a metter ferro e fuoco la classifica generale.