“Ti ricordi Terni, maggio 2017, te la ricordi? Eravamo tanti, tantissimi. Al fischio finale, Ternana-Spal 2-1, l’apoteosi. Pur perdendo, la Spal era tornata in serie A. Dopo 49 anni di (poco) Purgatorio e (tanto) Inferno, tra B, C1 e C2 e anche un anno di serie D. Mamma che cosa successe alla fine della partita, parlare di orgasmo collettivo è poco...”
“Oscar, per l’amor di Dio, non è il momento dei ricordi. Siamo sotto un treno, lo vuoi capire o no?”
“Mirco, guarda che la tua sofferenza è anche la mia! Siamo quasi morti, fammi almeno pensare al dolce passato”
“Maial! (“Dannazione” – per il lettore non ferrarese). L’hai appena detto tu: siamo quasi morti! Dopo questa disgraziata stagione adesso ci troviamo sot-to-un-tre-no! Vogliamo cercare di trascinarci fuori dai binari o no?”
“È tutta la stagione che provo a mandare giù l’amaro calice, non passa domenica che questi giocatori ignobili non continuino a disputare i primi tempi con la ferocia di un gattino e la motivazione di un impiegato del catasto. Sei anni fa battevamo la Juve di Dybala (Cristiano Ronaldo era in tribuna ma fosse stato in campo non sarebbe cambiato nulla, eravamo troppo forti…) e ora non riusciamo a vincere col Legnago in casa. Non ne posso più! Mi sono rimasti solo i ricordi, lasciami almeno quelli”.
“Oscarino, non so più come dirtelo: hai uno zigomo tumefatto, un occhio chiuso da pugile suonato, una ferita alla testa, un braccio viola e una gamba più di là che di qua. Io sono messo come te se non peggio. Sai com’è, si chiamano effetti collaterali da investimento da convoglio ferroviario...”
“Ma di quale treno stai parlando, stiamo malissimo anche senza, basta guardare la classifica e il playout da rimontare dopo l’1-0 del Milan Futuro una settimana fa”.
“Deo gratias, ci stai arrivando, coi tuoi tempi… il treno che ci è piombato addosso è il diretto da Solbiate Arno (Varese), ha a bordo i giocatori del Milan Futuro, è guidato da Massimo Oddo (Campione del Mondo 2006 e nostro ex mister mai rimpianto) ed è pronto a portarci dritti dritti in serie D. Ci ha già messo sotto all’andata di questo playout, alla stazione di partenza nel varesino, quell’1-0 che ben ricordi in una partita oscena e da noi giocata in modo indegno, quasi senza vedere la porta avversaria. Tra le botte rimediate in stagione contro squadroni invincibili come Pineto e Campobasso, comprese le due scoppole che ci hanno rifilato proprio le giovani promesse del Milan, quest’ultima sconfitta ci porta a dover vincere per forza per uscire fuori vivi da questi binari insanguinati. Con qualsiasi risultato, con un autogol, un rigore regalato, in qualsiasi modo. Ma dobbiamo fare un gol più del Milan Futuro. Altrimenti sarà, letteralmente, la fiera dei (D)ilettanti.
Che prospettiva, la serie D… Altro che Sestri Levante o Lucchese, le rivalità saranno contro United Riccione e US Corticella. Non sai dov’è Corticella? Non ne conoscevi l’esistenza? Sveglia, è alle porte di Bologna, dal lato verso Ferrara, ci viene anche comoda la trasferta…”
“Smettila, è uno stillicidio, come fai a scherzarci sopra? Non ce la faccio a lasciar andare i fasti antichi e recenti: Massei, il mio idolo che si chiama Oscar come me, la stella oriundo-argentina che a cavallo degli anni ‘60 coi suoi gol ci portò al quinto posto finale nella stagione 1959-60 … Ti rendi conto? La quinta squadra d’Italia! Poi quella promozione in B del ‘92 con in panchina G.B. Fabbri e le punizioni bomba di Giorgio Zamuner. Fino allo splendore recente di pochi anni fa, la SerieA tra il 2017 e il 2020, le sgroppate sulla fascia di Lazzari (attualmente in corsa Champions con la Lazio) alle punizioni di Viviani, dalle parate di Meret (oggi protagonista della lotta scudetto col Napoli di Conte) ai gol di Andrea Petagna e Capitan Antenucci, tuo omonimo. Che meraviglia!
“Ecco, dal tuo Oscar Massei al mio Mirco Antenucci, che per la cronaca gioca tuttora con noi, bandiera tra le bandiere. Abbiamo pasteggiato con cappellacci di zucca al ragù (altre che quelli burro e salvia, roba per chi si accontenta…), salama da sugo, pasticcio di maccheroni e anguilla di Comacchio ai ferri (insomma, mille volte meglio di caviale e Champagne…). Ora invece ci ritroviamo a masticare una coppia ferrarese di pane duro decongelato per sopravvivere. Ma è quello che ci tocca e, se mi permetti ancora un po’ di stillicidio, ci siamo ampiamente abituati: spareggi su spareggi persi contro squadre non proprio blasonate: Alzano Virescit, Paganese, Portogruaro, Pavia,…
È ora di invertire la rotta, senza morire di ricordi ma divorando la maledetta coppia marmorea. Lasciando Massei e Petagna dove sono e giocando come un sol uomo insieme al pubblico di un Paolo Mazza quasi esaurito. Per l’ultima da giocatore di Mirco Antenucci, per l’intramontabile tifo biancazzurro, per la nostra storia. Per Ferrara. Per la Spal”.
“Perché sei quella che non si dimentica – perché io sono cresciuto con te – e non c’è donna che possa competere – e non c’è stella che brilla più di te”
*foto ripresa da https://www.ferraratoday.it/