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Tennis

Atp University: come ti alleno il tennista, dal campo ai media, dai farmaci al marketing, alle cattive tentazioni…

Da Sport Senators 01/12/2017

Giorgio Di Palermo ci spiega le funzioni dell’apparato col quale il sindacato dei tennisti professionisti prepara i “soci” della racchetta. Solo Connors non si è mai iscritto!

Fino dalla sua fondazione, la ATP Tour è sempre stata molto vicina ai giocatori, e ha sempre dedicato loro molti programmi per la crescita, l’apprendimento e il futuro delle loro carriere dopo il tennis. In particolare, uno dei programmi che è diventato un requisito indispensabile per essere in regola con le norme del circuito, è quello di frequentare i tre giorni di “ATP University” all’ingresso del mondo del professionismo.

Tutti i giocatori che entrano nei primi 200 giocatori della Classifica ATP diventano così “Soci di I Divisione” dell’ATP (se lo desiderano – l’ATP non obbliga i giocatori a essere soci, ma chi non lo è dovrà pagare una fee per iscriversi ai tornei; Connors, per esempio, e pochissimi altri, hanno scelto di non essere mai iscritti all’ATP), e per essere in un novero così esclusivo, devono sottoporsi a una full immersion di varie materie, che serviranno loro per avere una conoscenza del funzionamento del circuito, della storia del Tour, dei regolamenti, delle esigenza dei media, dei principi economici fondamentali e altre materie.

Le classi sono piene di giovanissimi, ma anche di meno giovani che sono finalmente “approdati” nei primi 200 del mondo e hanno l’obbligo di frequentare le classi per tre giorni. L’ATP University si svolge durante le ATP Finals a Londra e durante il torneo di Miami, dalla sua fondazione ha cambiato sedi, formato e discipline, ma è rimasta sempre un utile strumento per far apprezzare l’importanza di essere iscritti ad un proprio circuito, che è un insieme di tornei al servizio dei giocatori rivolti al pubblico degli appassionati, alle aziende partner, ai media.

   Ricordo molte classi di ragazzi alle prese con le lezioni degli insegnanti più o meno certificati, e anche io mi sono modestamente cimentato con alcune indicazioni sui regolamenti e funzioni della ATP. Per i più appassionati di statistiche, le materie dibattute durante l’ATP University sono: overview della ATP, Tornei ATP, Media Training, Nutrizione, Servizi ATP di servizi per i giocatori, Social Media, Servizi Medici, ATP Communications, ATP Marketing, Regolamenti e arbitraggio, Finanza di risparmio e Investimenti, Security, regole Anti-Corruzione e Anti-Doping.

L’atmosfera fra ragazzi è rilassata, e le classi sono spesso occasione per i Manager della ATP per parlare di esempi pratici e di situazioni di gioco e di regolamenti, che i giovani giocatori conoscono abbastanza bene, ma verò è anche che le tante sfaccettature del gioco presentano casi abbastanza rari che sono spesso sconosciuti alla maggioranza. E qualcosa mi dice che anche testando la conoscenza di voi appassionati di tennis potremmo trovarci di fronte a qualche interpretazione del regolamento abbastanza singolare, o perfino… errata!

Improvvisati momenti di sondaggi fra giocatori, proposte di regolamento, discussioni su tornei, condizioni di gioco e livello gestionale dei tornei sono all’ordine del giorno, e tutti ne approfittano per dare pareri e far valere la propria opinione. Spesso ci “scontriamo” in discussioni sulle condizioni dei tornei, sugli obblighi che i giocatori hanno nei confronti dei media, delle aziende partner dell’ATP e degli appassionati. Ma su questi argomenti, devo dire che il buon esempio della generazione di Federer e Nadal è stato fondamentale per far capire ai giovani l’importanza di restituire al tennis quello che lo sport ha fornito loro, in termini di tempo e di impegno; Sasha Zverev, tanto per fare un esempio, che per natura è un ragazzo molto intelligente, ha visto in Federer un modello di immagine e di stile che ha sicuramente voglia di imitare per impegno e appeal verso le sue aziende partner.

Più di 1.000 giocatori si sono “laureati” alla fine dei tre giorni nella storia del programma, in classi che andavano da 20 a 40 giocatori, e tra i nomi famosi ci sono… tutti. Avete capito bene, tutti i campioni più famosi sono stati in classe, o hanno avuto un “tutor” privato, negli anni in cui era permesso (oggi, la classe è obbligatoria), e ricordano l’esperienza come un utile approccio al Tour in cui hanno imparato qualcosa di nuovo e, anche, condiviso tanti momenti insieme con i loro giovani colleghi, lontani da team di lavoro, famiglia e manager. Per questo l’ATP ritiene utile oggi più che mai questo programma: avvicina i giocatori fra loro e li fa fraternizzare in un modo “antico” anche nell’era digitale. Semplice ed efficace.

Giorgio Di Palermo

(ATP board member – Player representative)

Tags: alle cattive tentazioni…, Atp University: come ti alleno il tennista, dai farmaci al marketing, dal campo ai media, giorgio di palermo

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