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Pallavolo

Pallavolo, Donne-uomini, zero scintille contro cento: le leader sono troppo forti, l’equilibrio scommette su gara 5

Da Carlo Gobbi 13/04/2018

Mercoledi, primo atto della finale femminile fra le favorite Conegliano e Novara, domenica partono le semifinali maschili con Perugia che rischia a Trento contro Lanza e Giannelli, e il PalaPanini Modena di Bruno e Urnaut che ribollirà di entusiasmo contro Civitanova  

Tra donne e uomini, c’è differenza. Inutile dirvi quale. Lo sapete già. Ma in particolare, qui nella pallavolo, che si appresta all’atto finale di una lunga stagione agonistica, la differenza c’è, eccome. Mentre tra i maschi si assiste a battaglie furibonde, a partite dal ritmo serrato, incalzante, ossessivo. Dove potenza, velocità, vigore, incertezza, equilibrio, suspense, si mescolano in eguale esaltante misura, regalandoci spettacoli agonistici di incomparabile bellezza, le donne…invece no. Da questo punto di vista una delusione. Almeno, rispetto all’anno passato. Quando al vertice si accanivano diverse formazioni quotate di pari valore: Conegliano, Novara, Casalmaggiore, Busto Arsizio, Modena, Bergamo. Quest’anno, sparita Casalmaggiore, alla sua più brutta stagione. In crisi societaria Bergamo, salvata in extremis dalla scomparsa. Fuori nei quarti Modena, protagonista appena un anno fa di una clamorosa sorpresa, quando ha conteso lo scudetto a Novara, ma ora già disciolta dopo la rinuncia in contemporanea della famiglia Cerciello e della Liu Jo. Pari alle attese, ma senza poter fare qualcosa in più, Busto Arsizio, per di più handicappata in semifinale dalle precarie condizioni fisiche di Valentina Diouf. Tonfo  clamoroso di Scandicci, sfiatata e disorganizzata alle semifinali dopo un colpo da maestro in chiusura di stagione regolare, quando ha strappato allo sprint addirittura il secondo posto. Unica variante positiva, Monza. Ben guidata da Luciano Pedullà, premiato poi con l’esonero, ha conteso il posto in semifinale fino al terzo round dei quarti a Busto.
   Un po’ poco, vi pare? Così, onori e oneri da adesso alla fine a Conegliano e Novara. Le trevigiane, che l’anno scorso a sorpresa vennero eliminate da Modena, saltando quindi quella finale per cui la squadra era stata costruita. Le piemontesi scudettate hanno confermato la validità di una formazione ben guidata da Barbolini, che ha nella stella Paola Egonu il suo punto di forza. Il pronostico, certo, è stato rispettato. Le più forti si sono confermate. Ma si pensava una resistenza più solida da parte di altre formazioni. Resistenza che non c’è stata. Troppo forti le due leader, che in tre sole partite si sono guadagnate il passe-partout per una finalissima che, questa sì, promette e regalerà scintille a profusione. Grazie, ragazze.
    Di contorno, i playoff della A-2. Dopo l’affermazione allo sprint della Millennium Brescia, che nelle ultime due giornate ha bruciato sul filo del traguardo le piemontesi Cuneo e Mondovì, si assisterà a scontri promettenti per indicare l’altra squadra promossa in A-1. Candidate proprio Cuneo e Mondovì, brillanti protagoniste di una stagione quasi sempre condotta al vertice, insieme al Battistelli di San Giovanni Marignano, vincitore a Bologna, della coppa Italia di categoria, che ha pagato lo sforzo di una panchina corta. Staremo a vedere.
    E veniamo agli uomini. Qui niente incertezze. Su Verona e poi Milano, non abbiamo mai creduto. Forse una insicurezza nel pronostico veniva dallo stentato avvio in campionato di Trento, che il suo bravissimo tecnico, Angelo Lorenzetti, ha tardato a far carburare al meglio per i tanti cambi nella formazione. Ma nel finale di stagione, Trento è tornata…Trento. E domenica nel suo palasport, sfida la corazzata Perugia per la quarta gara di semifinale. Ce la farà? Se Lanza mantiene caldo l’attacco e Giannelli lucida la regia, pur con un Vettori lontano dalle prestazioni migliori, in casa sua la squadra trentina è molto pericolosa. Perugia, che si è confermata fortissima, ogni tanto lascia qualche insicurezza per strada. Specialmente quando è in vantaggio, pare addormentarsi sugli allori. Eppure la splendida regia di De Cecco, fresco sposo, che ha pure superato gli effetti di un leggero incidente d’auto, nonché la potenza di Atanasijevic e Zaytsev, confermano la validità di un sestetto affidato a Bernardi, costruito per vincere. Che proprio mercoledì a Novosibirsk, nella lontana Siberia, ha saputo conquistare sul campo la qualificazione alla finale di maggio a Kazan in Champions. Aspettiamo il big-match di domenica. Non ci spiacerebbe vedere una gara5 da mille e una notte.
   A Modena, fiammate di tifo ed entusiasmo tra Azimut e Lube. Il finale di domenica scorsa ha lasciato una coda di antipatiche polemiche per via della palla salvata da Bruno sul penultimo punto dei marchigiani, data invece “toccata” sul parquet dall’arbitro Saltalippi. Dente avvelenato dei gialli. Prevedibile una dura reazione. Specialmente da parte di Ngapeth, non eccezionale in gara3, che sta per lasciare la Ghirlandina e vorrà dimettersi con una prestazione all’altezza della sua fama. Punto a favore di Modena: la superba regia di Bruno e la regolarità dello sloveno Urnaut, vero uomo squadra. Punto debole: l’assenza di un opposto dal rendimento sicuro. Sabbi accusa la lunga parentesi di sosta forzata per infortunio alla schiena. A Civitanova, dopo due set, è scomparso dalla lotta. Su Argenta, per ora, meglio rinviare ogni giudizio. Il ragazzo ha ancora pagnotte da masticare. Lube scatenata, vede il traguardo di quella finale che rappresenta il primo appuntamento della stagione. Il secondo sarà la finale di Champions a Kazan, dato che ha appena strappato il biglietto vincendo mercoledì sera a Trento. Si prospetta, magari, una finale tutta italiana:….Juantorena e Sokolov promettono a Fabio Giulianelli questa finale. Il resto della squadra gira attorno a questi due fenomeni.
   Domenica il PalaPanini sarà preso d’assalto dai soliti 5055 paganti, più almeno altri 1500 arrampicati ovunque per offrire uno spettacolo di colore giallo. Nell’occasione ci vorrebbe uno di quegli splendidi enormi modernissimi palasport polacchi capaci di 12-15mila posti o più per contenere tutti gli appassionati. Per i fortunati che riusciranno a entrare, una sfida di eccezionale spettacolarità. Non facciamo pronostici, sono due squadroni. Ma una gara5 anche qui la vedremmo volentieri. Un tempo dicevamo: per vendere più Gazzette. Oggi, per combattere la dittatura del calcio onnipresente sui media italici, cosa c’è meglio di una semifinale di grande volley? Vedere per credere. Buon divertimento. E vinca il migliore. Speremo di no. Soprattutto senza errori arbitrali. Eventuali!
Carlo Gobbi
Tags: donne carlo gobbi, finali campionato, Pallavolo, uomini

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Nota sull’autore: Carlo Gobbi

È il giornalista più poliedrico del panorama nazionale. Oltre a 7 Olimpiadi, 6 Mondiali e 15 Europei di pallavolo, e 139 test match di rugby, ha seguito oltre 20 Mondiali ed altrettanti Europei di ginnastica, judo, hockey, ghiaccio, pallamano, pesi, tiro.

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