Pallavolo allo sprint finale. In dirittura d’arrivo Lube Civitanova e Sir Safety Perugia tra gli uomini; Igor Gorgonzola Novara e Imoco Conegliano tra le donne. Due sorprese, due outsider, due sconosciute giunte ai vertici dopo sette mesi di battaglie? Ma nemmeno per sogno. Le strafavorite. Poi dici del calcio dove si parte con la Juventus già supercandidata ad appuntarsi sulle maglie bianconere l’ennesimo scudetto vinto da lontano. Un campionato inutile, in fondo. Le altre per le piazze d’onore, cioè per la Champions che significa grana,.. e tanta. Qui almeno, sottorete, c’è l’altra che non sai chi vince fino all’ultimo pallone. Ma loro, le due antagoniste di finale, le avevi già iscritte a settembre.
Si, qualcuno aveva cercato di fare ombra alle due predestinate. Trento e soprattutto Modena negli uomini; Monza e specialmente Scandicci fra le ragazze. Ma poi nulla è cambiato, in finale ci sono arrivate le squadre costruite a suon di danèe per raggiungere questo obiettivo. Ed ora, come usa nella scherma, quando il direttore di pedana abbassa il braccio esclamando..avoi.., adesso divertiamoci.
Ma se i pronostici sono stati rispettati, in fondo le altre erano outsider o poco più, quello che non si capisce al calar delle scene è questa fretta assurda per bruciare nello spazio di pochi giorni il clou della stagione. Rimane un mistero come, un anno via l’altro, col divenire del grande volley sempre più popolare, ad onta della palese opposizione dei capi dei quotidiani, si castighi l’attenzione del grande pubblico a pochi giorni di tensione e spettacolo proprio quella parte che dovrebbe venire consumata lentamente, come il dolce alla crema o il tiramisu a fine pranzo. Ma cos’è tutta questa fretta…? Diranno le solite ovvietà. C’è la nazionale, gli stranieri debbono andare all’estero, c’è la competizione internazionale che ha ereditato nome e comandi della World League, non ci si può fermare. Va bene, tutto ovvio, ma perché non provvedere prima? Togliere due squadre dal torneo, o inventarsi qualche mercoledì supplementare e avvicinare la parte focale del giochino in maniera più adatta a sfruttare il grande spettacolo. Ma no, tutto inutile. Si parla, si discute, ci si arrabbia, poi comandano gli altri. Cioè la Fivb. Così il campionato italiano, definito non solo dalla Rai il più bello del mondo, brucia le sue cartucce più pregiate nel breve spazio dio dieci, forse dodici giorni al meglio di cinque sfide. Poi via tutti. Chi non va in nazionale, al dolce riposo. Gli altri, quelli più bravi, neanche il tempo di tirare il fiato, eccoli con altre maglie, più illustri, a tirare la lima, attaccati al remo, palestra e campo, sottorete a randellare. Il campionato? Giusto il tempo di registrare chi ha vinto, che festeggia, Velasco docet, chi ha perso spiega, Velasco aridocet. E poi comincia un’altra parte della stagione. Quella internazionale. Se poi qualcuno schiatta, si rompe, non ce la fa più a disputare sessanta o settanta o anche ottanta partite per stagione, e chissenefrega. La plebe nell’arena vuole il suo divertimento, la Fivb le sue vittime per raccogliere palanche, e i giocatori a sudare. Ben pagati, chiaro, però qualche infortunio di troppo denuncia che il fisico è al limite.
Chi vincerà non lo sappiamo. Perugia ha sovvertito due volte una sfida che pareva quasi persa con Modenascatenando i suoi bracci armati: il serbo Atanasijevic, stavolta puntuale e il marziano di Cuba, Leon, che in estate ritroveremo con la nazionale polacca, per matrimonio. Di là dalla rete Civitanova, rimessa a posto dal sapiente buon senso di Ferdi De Giorgi, invidiabile cabarettista travestito da allenatore, affida alla sua batteria di bomber cubani le speranze di vittoria teleguidati dal brasileiro Bruno. Sfide stellari, pallavolo da mille e una notte, gare fantastiche che meriterebbero l’Olimpo degli impianti, cioè il Madison Square Garden. Ma anche qui il volley esige il suo pedaggio. Si gioca a Perugia, palaBarton, impianto riciclato da cinquemila circa. A Civitanova, al palaSole, palazzetto spartano ma funzionale da 4500. La Rai provvede a regalare il meglio della stagione e di ciò bisogna sempre dire grazie. Ma la cornice di un Forum o di un PalaEur da dodicimila posti avrebbero regalato ben altra cornice. Ma ai dirigenti del nostro volley va bene così. L’importante è vincere. Poi se manca quello che si chiama lo sfruttamento del successo, ma si, chissenefrega. La colpa sarà della solita stampa che non segue il volley, Tranne la Gazzetta con l’eroico vituperato Pasini, il nemico pubblico numero uno.
Nelle donne, stessa campana. Monza ha raggiunto il top della sua storia iscrivendosi alla semifinale e fungendo poi da sicura vittima sacrificale ala furia delle pantere di Conegliano, una squadra da rugby con quindici giocatrici. Nessuna finirebbe in panchina in qualsiasi altra formazione. Prosit, appunto. Di là invece Novara ha fatto a botte con la coriacea Scandicci, superata in quattro sfide infuocate. Per premio Carlo Parisi, uno tra i più bravi seri affermati allenatori del settore, è stato liquidato. Stile calcio, appunto. Qui la battaglia assumerà aspetti epici. Di là una corazzata guidata dalla bravura della polacca Wolosz con una batteria di campionesse: l’americana Hill, la nostra Sylla, la croata Fabris. Di là la veterana…Picci ce lo consenta ma lo scriviamo con affetto e rispetto infinito… Francesca Piccinini, 40 anni di esperienza e classe; la discussa regista made in Usa Carlini (molti si sono chiesti..ma non era meglio la Leo Lo Bianco, ormai presto Mamma) e il fenomeno vivente Egonu. Il braccio armato di Paola si erge minaccioso davanti a Conegliano per una sfida titanica e tettanica. Il Palaverde, teatro civettuolo mai pieno ai tempi aurei del Sisley, farà tutto esaurito come a Novara, ex regina dell’hockey pista. Come per gli uomini, a voi. Ma qui, ancor più che nel maschile, ci si domanda perché tanta fretta. Addirittura i playoff ogni due giorni. E le donne hanno schierato due squadre in meno che fra gli uomini. Ma non potrebbero i dirigenti del grande volley rivolgersi a un autentico professionista dello spettacolo. Un nome, quello del circo Barnum. Avrebbero qualcosa da imparare….
Buona pallavolo a tutti, per dirla alla Lorenzo Dallari, re delle telecronache di tempo andati.