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Tennis

Il panda del serve and volley: Cressy sfida Medvedev nel nome di… Humbert!

Da Vincenzo Martucci 23/01/2022

Il franco-statunitense, rivelazione del torneo, che in queste prime settimane dell’anno è entrato nei top 100 ed ora è 70, spera di emulare il francese che ha sorpreso il numero 2 del mondo nell’ATP Cup

 Medvedev-Cressy non è un ottavo di finale qualsiasi di questi interessanti Australian Open, anche se il pronostico pende nettamente dalla parte del numero 2 del mondo, finalista a Melbourne 12 mesi fa e primo favorito dopo l’esclusione di Novak Djokovovic, per un clamoroso bis consecutivo Slam dopo gli Us Open di settembre. Daniil e Maxime il franco/statunitense rappresentano infatti il tennis moderno, potente, a tutto campo, che giocano tutti, anche se il russo lo interpreta in modo davvero singolare, e quello classico, dei gesti bianchi, servizio-volée, che è sempore più un genere-panda, in via di estinzione. Per cui la sfida ha il profumo di una tenzone romantica, che va oltre il risultato mero e semplice.

RIVELAZIONE DEL TORNEO

Cressy, che è nato a Parigi e fino al 2018 ha giocato per i francesi, ha poi studiato e giocato a tennis alla UCLA University ed ha scelto di cambiar bandiera (che gli viene da mamma Leslie) e di trasferirsi a Hermosa Beach, Los Angeles.

Alto 1.98, dopo aver vinto 3 tornei Challenger di singolare e 2 di doppio, s’è fatto notare per la prima volta proprio all’alba di quest’anno, nel torneo minore di Melbourne, giocato sugli stessi campi degli Australian Open, dov’è partito dalle qualificazioni, ha salvato due match point nel derby contro il primo bombardiere Usa, Opelka, ha superato Munar e Dimitrov ed è arrivato in finale contro Rafa Nadal, entrando nei top 100, posizione che ha rifinito a Sydney, qualificandosi ai quarti ed arrivando al numero 70 ATP.

Quindi nel primo Slam della stagione ha domato in un altro derby fra lungaggini a stelle e strisce John Isner, ed ha approfittato del buco in tabellone infilando Machac ed O’Connell. Con una scalata del ranking davvero impressionante: numero 590 nel gennaio 2019, numero 258 nel febbraio 2020, 168 a gennaio 2021, 112 all’alba del 2022.

CHIP AND CHARGE

Contro Isner, il sorprendente Cressy ha fatto 123 discese a rete aggiudicandosi 97 punti, sia con la prima che con la seconda palla, nel culto degli idoli giovanili, Sampras, Rafter ed Edberg. E, complessivamente, nei primi tre turni, ha eseguito 283 serve & volley, ottenendo 210 punti. Così ha raggiunto per la prima volta gli ottavi di uno Slam. Ma la svolta l’ha avuta prima:

“Contro Rafa è stato importante capire a che livello è il mio gioco, lui mi ispira da sempre come disciplina, m’identifico un po’ nella sua personalità, nella sua ricerca della routine, nel suo essere introverso. Ho un diario ove scrivo ogni giorno qualcosa, poche parole, che diventano un po’ un mantra e mi consentono di estraniarmi, di ritagliarmi un momento tutto mio. Lo faccio da sei mesi, dagli Us Open (deve ha eliminato Carreno Busta, n.d.r.), ho letto tanti libri sulla questione mentale perché ho capito che mi mancava proprio la consistenza, la tenuta di testa, mi eccitavo troppo per una vittoria e soffrivo a restare intenso per un intero torneo. Poi sono diventato più stabile e continuo ed ecco i risultati. Perché il mio stile di gioco richiede ancor più concentrazione, perché è questione di millimetri sugli scambi brevi”.

ERRORI FRANCESI

Cressy ha scelto il suo stile quasi in opposizione ai stemmi federali di Francia, che cercava subito risultati anche se lasciava libertà di espressione, il talento si sentiva oppresso e ha scelto l’America “per sviluppare una nuova persona e una nuova identità, senza essere costretto a continui raffronti con gli altri, esaltando la propria individualità”. 

Pur rimanendo francese nei gusti e anche negli allenatori, Maxime ha abbracciato un’altra bandiera: “Perché hanno creduto in me. Col mio stile devi credere tanto in te stesso, e in quel, che fai, devi essere illeggibile al servizio, l’obiettivo è di entrare nella testa dell’avversario. E se ci sono riuscito con Rafa, portandolo al tie-break nel primo set…”.

Il quarto turno a Melbourne è il suo record Slam, non è riuscito a qualificarsi sia al Roland Garros che a Wimbledon, mentre ci è riuscito sul cemento sia degli Us Open che di Melbourne. A livello ATP ha come acme i quarti di Newport 2021.

MISSION IMPOSSIBLE?

Adesso Maxime è atteso dalla sfida romantica, forse impossibile, contro Daniil Medvedev: “In realtà non penso nemmeno al mio avversario perché prova molte cose diverse. Lui potrebbe giocare sia da vicino che da lontano, e provare qualsiasi cosa, se non funziona la tattica. Non devo concentrarmi sull’avversario, devo pensare al mio gioco e a non farlo rispondere”.

A dargli fiducia c’è un precedente, non fra di loro, perché è una sfida inedita, ma di Medvedev contro il francese Ugo Humbert, un altro panda del servizio-volée, che il russo ha affrontato ad inizio anno in ATP Cup, a Sydney, soffrendo la continua pressione e il tempo diverso che il francese gli rubava attaccandosi alla rete. Perdendo.

*articolo ripreso da: https://www.supertennis.tv/News/Campioni-internazionali/Australian-Open-Cressy-sfida-Medvedev-panda-serve-volley

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Nota sull’autore: Vincenzo Martucci

Napoletano, 34 anni alla Gazzetta dello Sport, inviato in 8 Olimpiadi, dall’85, ha seguito 86 Slam e 23 finali Davis di tennis, più 2 Ryder Cup, 2 Masters, 2 British Open e 10 open d’Italia di golf. Già telecronista per la tv svizzera Rsi; Premio Bookman Excellence.

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