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Pallacanestro, Tennis

Joakim Noah stoppato per doping, papà Yannick aveva guidato la crociata contro la Spagna

Da Vincenzo Martucci 25/03/2017

Come si sentirà il famoso campione del Roland Garros 1983 Yannick Noah davanti alla sfortunata vicenda che ha coinvolto il figlio, stella della Nba, per aver assunto una sostanza vietata che però presti diventerà legale?

“Padri e figli” non è uno slogan, o un fondamentale libro del filone russo o un pensiero che si inchioda nella mente facendoci fissare per ore il soffitto di prima mattina. Padri e figli è un tema sempre più delicato della nostra società, un soggetto ideale per le tragedie e le psicosi più importanti. Ricorderò sempre quando il papà di una famosa tennista mi domandò, serissimo e rabbioso, se fossi padre, perché solo in quel caso, secondo lui, avrei potuto capire quanto male gli avessi fatto lasciando trapelare da un mio scritto un segreto sulla figlia. E, come tutti i papà, ricorderò ogni momento, belli e brutti, dei miei figli. Perciò, in queste ore mi chiedo come reagirei se mio figlio fosse sospeso dall’antidoping. Quante domande mi porrei, quanto mi auto-flaggerei pensando ai miei errori giovanili, ai miei errori di educazione sportiva, da genitore, alla mia mancata/insufficiente attenzione, eccetera. Figurarsi se mio figlio fosse un atleta famoso, e se io avessi intrapreso anni prima una crociata contro il doping nel mio sport in particolare e in quello in generale. Se mi chiamassi Yannick Noah, e fossi il mito del tennis francese, l’ultimo ad aggiudicarsi uno Slam – e addirittura il Roland Garros di Parigi – mi sentirei ancora più al centro del mirino. E vivrei momenti davvero drammatici.

Da papà, esprimo quindi personalmente la mia solidarietà a Yannick, uno degli uomini e degli atleti di maggior carisma che abbia mai conosciuto. Perché suo figlio 33enne, Joakim, centro dei New York Knicks già fermo per infortunio, è stato squalificato per 20 partite (la squalifica partirà solamente al suo rientro in attività) per aver violato il protocollo antidoping dell’Nba, assumendo un farmaco da banco – liberamente acquistabile – vietato dalle norme della famosa lega basket americana. E’ risultato positivo allo LGD-4033 un modulatore selettivo del ricevitore dell’androgeno non steroideo che ha una funzione simile al testosterone su muscoli e ossa senza effetti collaterali negativi paragonabili. E’ molto usato nel  body building e si compra liberamente anche su Internet. Anche se la sua assunzione non è stata “né volontaria né consapevole” e ha cooperato attivamente all’indagine della lega.

La condanna è tornata come un boomerang proprio contro Yannick che, nel 2011, lanciò una vera e propria crociata contro il doping, e in particolare contro quello del tennis spagnolo. Anche se la sostanza ingerita dal figlio diventerà prossimamente legale, i media spagnoli hanno subito riproposto le accuse di allora del campione del Roland Garros 1983: “Com’è possibile che tutto all’improvviso la Spagna abbia cominciato a dominare in tanti sport? Ha forse scoperto qualche tecnica di allenamento sconosciuta? No. Oggi lo sport è un po’ come Asterix alle Olimpiadi: senza pozione magica non si vince. E, proprio come Obelix, gli spagnoli sono stati fortunati a cadere dentro la pentola con la pozione magica. Basta con l’ipocrisia: o il doping viene accettato o deve essere proibito per tutti. E dico tutti. In Spagna lo sport ha un ruolo più importante che in altri paesi, e per i suoi atleti vengono maggiormente tutelati”.

Joakim, nel maggio 2008, venne fermato dalla polizia nei pressi di Gainesville, in Florida, ubriaco e con una dose di marjuana. E papà Yannick, anni fa ha cambiato idea anche sul doping chiedendo che venisse legalizzato, perché ormai la guerra all’antidoping è impari. Ma queste, evidentemente sono altre storie. Non c’entrano con quella chiave di padri e figli.

Vincenzo Martucci

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Nota sull’autore: Vincenzo Martucci

Napoletano, 34 anni alla Gazzetta dello Sport, inviato in 8 Olimpiadi, dall’85, ha seguito 86 Slam e 23 finali Davis di tennis, più 2 Ryder Cup, 2 Masters, 2 British Open e 10 open d’Italia di golf. Già telecronista per la tv svizzera Rsi; Premio Bookman Excellence.

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