Con i ragazzi del Giro, non pedala solo Gino Bartali, ma anche Anna Frank! |
  • Chi Siamo – Le nostre firme
  • Sport
    • Accadde Oggi
    • Atletica
    • Calcio
    • Ciclismo
    • Ginnastica
    • Golf
    • Motori
    • Nuoto
    • Pallacanestro
    • Pallavolo
    • Pugilato
    • Sci
    • Sport di contatto
    • Tennis
    • Vari
    • Politica Sportiva
  • TennisVintage
  • La testimonianza
  • Galleria
  • Sport per Tutti
Con i ragazzi del Giro, non pedala solo Gino Bartali, ma anche Anna Frank! |
  • Chi Siamo – Le nostre firme
  • Sport
    • Accadde Oggi
    • Atletica
    • Calcio
    • Ciclismo
    • Ginnastica
    • Golf
    • Motori
    • Nuoto
    • Pallacanestro
    • Pallavolo
    • Pugilato
    • Sci
    • Sport di contatto
    • Tennis
    • Vari
    • Politica Sportiva
  • TennisVintage
  • La testimonianza
  • Galleria
  • Sport per Tutti
Ciclismo

Con i ragazzi del Giro, non pedala solo Gino Bartali, ma anche Anna Frank!

Da Claudio Gregori 02/05/2018

La gara a tappe più famosa che parte da Gerusalemme è un atto di coraggio, perfettamente in linea con la sua storia. Il Giro è anche un manifesto politico, è un grido di pace…

Il Giro d’Italia parte da Gerusalemme, nella culla della cultura e della civiltà. Va ad oriente, dove è nata la ruota. Conquista un continente nuovo, l’Asia. Non porta la morte come i filistei e i babilonesi e gli arabi del califfo Omar e i crociati di Goffredo di Buglione e i guerrieri di Saladino Il Curdo e i mamelucchi e gli ottomani del sultano Selim I e i giannizzeri di Solimano Il Magnifico fino agli inglesi del generale Allenby.
    In una terra contesa i corridori del Giro sono guerrieri nuovi. Non portano la morte, ma la vita. Hanno la forza scintillante della giovinezza. Sfoggiano belle livree colorate e il sorriso. I rivali non “li passano a fil di spada”. La loro arma è silenziosa, elegante e gentile. Non distrugge. Non lascia tracce del suo passaggio. “La divina bicicletta” è una rondine che passa a volo radente e si lascia alle spalle la terra intatta.
    I ragazzi del Giro non rappresentano un paese, ma il mondo. Vengono da tutti i continenti. Appartengono a tutte le fedi. Sono cittadini del mondo. Con curiosità, con occhi nuovi, vanno a Gerusalemme, la città santa dei simboli delle tre grandi religioni monoteiste: il Muro occidentale (ebrei), la pietra del S. Sepolcro (cristiani), la roccia di Maometto (musulmani).
   Quello del Giro è un atto di coraggio, perfettamente in linea con la sua storia. Il Giro non è solo una corsa, fatta di muscoli, di soldi e di tempi. È molto di più. È un manifesto politico. È un grido di pace.
   Quando Girardengo, nel 1919, entrò vincitore a Trento e a Trieste appena liberate la sua maglia tricolore garriva come una bandiera ed era una bandiera di libertà.
   Quando, nel 1946, Molotov voleva dare Trieste a Tito e il Giro fu fermato dai titini a Pieris, i 17 coraggiosi che arrivarono a Valmaura non erano ciclisti, ma paladini dell’autodeterminazione: l’onda di commozione che il Giro suscitò – un vero tsunami – arrivò fino a Versailles.
    1973 il Giro partì da Verviers in Belgio e Torriani fu criticato per questo. Il Giro, invece, attraversò sette Paesi – Belgio, Olanda, Germania, Lussemburgo, Francia, Svizzera, Italia – e unì l’Europa con il filo di seta della passione e dell’entusiasmo. Fece d’acchito quello che politici lungimiranti, a fatica, laboriosamente, cercavano di realizzare.
   Nel 1996 il Giro partì da Atene. Qualcuno contestò la scelta, perché la Grecia non aveva tradizioni ciclistiche. Invece fu un’idea bellissima di Cannavò e Castellano per celebrare i cento anni delle Olimpiadi moderne. La Grecia era la culla dello sport, a cui il popolo del Giro rendeva omaggio.
Olimpia era un santuario. Come Gerusalemme. Lo sport è nato come un omaggio agli dei. Basta questo per rendere straordinaria la scelta di questa sede di partenza. Ma c’è molto di più.
   Il Giro è nato in Europa e a noi piace pensare che questo pellegrinaggio sia un atto di genuflessione pio alle vittime del Genocidio, in ebraico Shoà: 6 milioni di ebrei, vecchi, donne, bambini – trucidati nelle camere a gas per mano europea. Con i ragazzi del Giro, su questa terra sacra, non pedala solo Gino Bartali, ma anche Anna Frank.
    Anche i palestinesi hanno patito la diaspora. E i nomadi del Giro possono capire meglio di altri l’esodo di Mosè e quello del “palestinese errante”. Questa corsa labile – dura tre giorni – è un invito di pace. È un grido di comprensione e, alla fine, di amore.
    Questa terra è un crogiolo di religioni (ebrei, musulmani, cristiani, drusi, circassi…) e di lingue (ebraico, arabo, inglese, francese, tedesco, russo,…). Ha promosso la cultura del mondo.
La Bibbia – bellissima e terribile – non è un monumento ebraico, ma dell’umanità. Il Vangelo ci ha illuminato per duemila anni. Ma ci sono altri fasci di luce, che vengono da qui. Li hanno accesi Einstein, che amava la bicicletta, e Segré, Lise Meitner e Rita Levi-Montalcini, che a Prato premiò Cassani al Giro, Born e Hertz. E Kafka e Asimov, Svevo, Saba, Bassani, i Levi. E Modigliani e Chagall, che faceva volare le biciclette. E George Gershwin e Irving Berlin. E, nello sport, Mark Spitz, Alfréd Hajós, primo olimpionico della storia del nuoto, e Arpad Weisz, che lanciò Meazza e vinse tre scudetti. E mille attori che ci hanno fatto divertire: Jerry Lewis e i fratelli Marx, Paul Newman e Tony Curtis, Ingrid Bergman, Barbra Streisand, Gwyneth Paltrow…
È anche per questo, che seguiremo con affetto lo sciame del Giro, mentre sfiora sinagoghe e moschee, kibbutz e moshav, banani e palme da datteri, e i luoghi austeri, dove si conservano i cinque libri della Torà (Insegnamento).
   Il Giro non è mai andato così a Sud e così a Est: Eilat è a 29°33’ di latitudine e 34°56’53″ di longitudine. Per la prima volta il Giro affronta il deserto. Anche l’ultimo dei gregari diventa Marco Polo e scopre l’Oriente. La strada diventa La Via della Seta. Dumoulin, emulo dei suoi antenati navigatori, va sul Mar Rosso nell’Oceano Indiano, con quella barca sottile che è la bicicletta.
   I corridori hanno una virtù certa: l’audacia. Detestano la sicurezza. Amano la novità. Il Giro gliela regala. Accettano la sfida. Noi siamo con loro, con passione e con speranza. Nella rifrazione del deserto potremo scambiare Fabio Aru per Albert Einstein, che sfreccia in bicicletta nel campus di Princeton, i capelli scompigliati dal soffio caldo e secco dello sharav, in arabo hamsin. Come La zingara di Rousseau Il Doganiere ci concediamo il piacere del sogno.
Claudio Gregori
Tags: ciclismo, claudio gregori, giro 2018

Condivisione...

Articolo precedente
Tennis, Stefanos: il guerriero greco
Articolo successivo
“Senna era talmente straordinario che l’hanno amato anche i tifosi Ferrari”

Nota sull’autore: Claudio Gregori

Inviato in 12 Olimpiadi, 27 Giri d'Italia e 3 Tour, più svariati campionati del mondo: 5 di calcio, 4 di atletica, 10 di nuoto, 11 di sci, 9 di ciclismo, 2 di scherma, 1 di ginnastica. È stato testimone anche della Caduta del Muro.

Post correlati

  • Alè, Tour: L’Italia schiera Nibali all’attacco, con alleati esperienza, passione e …tranquillità!
  • Un “cavaliere” venuto dal passato: Tadej Pogacar e una Strade Bianche corsa da pioniere
  • Otto protagonisti per il Giro d’Italia numero 100: Doumoulin non ha vinto da solo!
  • Bartali-Coppi, il Giro numero 100 sfata una leggenda sbagliata. In strada erano rivali leali, fuori… amici!
  • “Dicevano che si sarebbe alzato il vento”
  • Quando vince il Peter Pan della bicicletta, vincono proprio tutti…

Ultimi articoli

  • Pallavolo, al Trento lo scudetto 2025. É il sesto
  • Giro in Testa – Strasburgo e l’incontro di pugilato di Van Roosbroeck
  • Briciole dal Foro Italico fra racchette rotte, urla e selfie
  • Giro in Testa – Simon Yates diventa l’imperatore d’Ungheria
  • Briciole dal Foro Italico, Joao e il parrucchiere ungherese che spegne la torcida
  • Giro in Testa – Savoldelli plana in Belgio: il Falco va subito in rosa a Seraing

Sport Senators

Le grandi firme di 45 Olimpiadi, 8 mondiali di calcio, 86 tornei del Grande Slam, 13 Tour de France, 43 giri d’Italia, 20 GP di Formula 1, 31 Mondiali di Atletica leggera, 100 campionati Mondiali ed Europei di nuoto, ginnastica, scherma, judo, e tanti altri sport.

Accounts Social

  • Facebook
  • Twitter

Newsletter

Vuoi ricevere la nostra newsletter?
Iscriviti!

Cerca

Sport Senators © 2018 - All Rights Reserved | Testata registrata al Tribunale di Milano. Registrazione n.168 del 30.05.2018. Direttore responsabile Vincenzo Martucci

  • Home
  • Chi Siamo – Le nostre firme
  • Sport
  • Accadde Oggi
  • Galleria
  • Sport per Tutti
  • TennisVintage
  • Privacy policy

Continuando la navigazione, accetti l'utilizzo dei cookie da parte nostra. maggiori informazioni

Questo sito utilizza i cookie per fornire la migliore esperienza di navigazione possibile. Continuando a utilizzare questo sito senza modificare le impostazioni dei cookie o cliccando su "Accetta" permetti il loro utilizzo.

Chiudi