Una città in grado di sfrecciare lungo quel tracciato infinito che è la Storia europea. Gli Asburgo la elessero nel corso della dominazione austriaca del XVIII secolo a sede per i soggiorni estivi della corte arciducale di Ferdinando d’Asburgo-Este, il figlio dell’imperatrice Maria Teresa. Una scelta motivata dalla salubrità dell’aria e dalla amenità del paese e che portò alla costruzione della celeberrima Villa Reale di Monza, inaugurata nel 1780. Monza, però, aveva già conosciuto nel corso dei secoli precedenti altre dominazioni straniere: su tutte quella degli eruli di Odoacre, colui il quale depose Romolo Augustolo nel 476 d.C., quella degli ostrogoti e, infine, dei longobardi della regina Teodolinda (VII secolo d.C.).
Per districarsi, dunque, in una Storia così corposa occorre necessariamente un mito fondativo. Le strade percorribili qui sarebbero molte. Monza fu, è stata ed è un ganglio vitale di tutta la Lombardia, uno strategico snodo per i commerci, per gli avvicendamenti politici e, disgraziatamente, anche per le vicende belliche degli ultimi duemila anni. Se si parla di sport, che spesso trascina con sé anche Storia e cultura, un ipotetico punto di partenza potrebbe essere il 3 settembre 1922, la data di inaugurazione dell’autodromo cittadino: il solo, insieme al tracciato a stelle & strisce di Indianapolis, a vedere le auto da corsa sfrecciare ancora sul proprio asfalto bollente. Sport, cultura e Storia, dunque, in un’unica affascinante commistione.
La costruzione del tracciato avvenne sulle macerie del Primo conflitto mondiale. Alcune delle nostre grandi eccellenze nazionali come le automobili della FIAT e i lussuosi modelli targati Isotta Fraschini o Alfa Romeo erano già entrati nel firmamento dei grandi marchi produttori delle quattro ruote. Inoltre, si affacciava sullo scenario filosofico il futurismo di Filippo Tommaso Marinetti, che voleva lo Stivale investito da una costante tensione verso un domani dinamico, forte e caratterizzato dal culto della velocità e della prontezza. Fu così che, in meno di quattro mesi, l’Italia, dove allora si poteva trovare un’auto privata ogni mille abitanti, ebbe il proprio autodromo incastonato nel rigoglioso polmone verde della città. Il rapporto tra autodromo e guerra non si esaurì, però, lì. Dopo la Seconda guerra mondiale e fino alla primavera del 1948 divenne, infatti, una sorta di magazzino per residuati bellici dell’A.R.A.R.
Ciò che successe dal 1950 in poi, con la sola eccezione del 1980 anno nel quale il GP d’Italia venne disputato a Imola, non è Storia bensì leggenda. Settantadue edizioni per un concentrato di adrenalina, tensione, apoteosi e cocenti delusioni. Un circuito permeato da un’aura di sacralità. Il tempio del cavallino. 407 piloti differenti tra i quali spiccano campioni, meteore e autentiche rivelazioni che si sono avvicendate anno dopo anno sul podio per antonomasia del motorsport.
Per creare la classifica, Kelbet.it ha raccolto i risultati di tutti i gran premi tricolore dal 1950 a oggi, attraverso il sito ufficiale della F1. Poiché i sistemi di punteggio della F1 sono stati diversi nel corso degli anni, è stato applicato l’attuale sistema di punteggio a tutti i risultati per assicurare l’uniformità nel
confronto tra i piloti. Un esempio: il Gran Premio d’Italia del 2001 è stato vinto da Juan Pablo Montoya su Williams – BMW. Il pilota colombiano ricevette 10 punti per la vittoria della gara, mentre oggi ne riceverebbe 25. Inoltre, nel 2001 venivano assegnati punti solo ai primi otto classificati, mentre oggi li riceverebbero i primi dieci.
Pertanto, in questo caso sono stati assegnati i punti secondo gli standard di punteggio odierni e poi è stata generata la classifica. Ciò significa che nelle gare in cui, ad esempio, solo i primi sei classificati hanno ottenuto punti, sono stati assegnati punti ai primi dieci classificati secondo l’attuale sistema di
punteggio.
Schumi incalzato dall’ombra di Hamilton…
Michael Schumacher è il leader di tutti i tempi a Monza con 229 punti in 17 gare. La sua supremazia corre però il rischio di essere messa in discussione da Lewis Hamilton, che è subito dietro con 213 punti. Un secondo posto per il pilota britannico in questo fine settimana gli permetterebbe di scavalcare Schumacher e conquistare la prima piazza. Fernando Alonso, che attualmente è quinto in classifica, potrebbe anche passare davanti a quello che fu il gregario di Schumi, ossia Rubens Barrichello, e, forse, a Sebastian Vettel.
Per quanto riguarda i punti per gara, Dorino Sefarani, Johnny Servoz-Gavin e Mike Parkes sono in testa con 18 punti per gara, ma con un solo gettone a Monza. Tra i piloti con cinque o più presenze in Brianza, Montoya è in testa con 15,8 punti. Il colombiano ha vinto il GP nel 2001 e nel 2005. Nino Farina e Phil Hill sono subito dietro, rispettivamente con 14 e 13,833 punti per gara. Per quanto riguarda i piloti con 10 o più presenze a Monza, Schumacher è in cima alla classifica della media punti (13,47), seguito da Hamilton (13,3125) e Valtteri Bottas (10,9).
Podio, sorrisi e… champagne!
Hamilton e Schumi condividono il record di vittorie a Monza (5), ma il primo ha una percentuale di vittorie migliore. La leggenda d’oltremanica della F1 ha ottenuto cinque vittorie su 16 gare, rispetto alle cinque di Michael su 17, ma è probabile che questo fine settimana il numero di vittorie si attesti sullo stesso livello. Per quanto riguarda le percentuali di vittoria pura, Montoya è saldamente in testa con due vittorie su cinque gare (40%).
Per quanto riguarda i podi, attenti (ancora) a quei due! Hamilton e Schumacher sono infatti di nuovo a pari merito con otto vittorie a testa. Il primo ha ancora una volta una percentuale più alta, con il 50% delle sue gare a Monza terminate con una bottiglia pronta per essere stappata in mano. Alonso potrebbe avvicinarsi alla coppia con un eventuale settima volta sul podio di Monza.
Dubbio amletico: pole = vittoria?
L’analisi mostra che la pole position a Monza non garantisce matematicamente una vittoria: solo 25 piloti hanno convertito il loro vantaggio in griglia in vittoria nei 72 gran premi disputati sul circuito – un tasso di conversione da pole a vittoria del 34,72%. La striscia di pole-to-win più lunga è di un lustro: dal 2010 al 2015. Gli ultimi tre vincitori a Monza non sono scattati davanti a tutti: Pierre Gasly ha ottenuto la P10 nel 2020, Daniel Ricciardo la P2 nel 2021 e Max Verstappen la P7 nel 2023.
Tre i piloti con un tasso di pole-to-win del 100%: Montoya, Alonso e Vettel. Il colombiano e lo spagnolo hanno convertito due pole in vittorie e il tedesco ha convertito tre pole in tre vittorie. Monza è stato il luogo della prima vittoria in assoluto di Vettel, quando è arrivato primo nel 2008 a bordo della Toro Rosso.
Ed è proprio Vettel ad essere stato superato da Max Verstappen in un GP d’Olanda all’insegna del maltempo. Nona vittoria consecutiva per il figlio d’arte e record del pilota tedesco infranto. L’orange è chiamato ora all’appuntamento con la Storia: la decima vittoria consecutiva in circuito che negli ultimi anni non ha però arriso a chi ha trionfato nell’edizione precedente.
Record da conquistare e tabù da sfatare. Si prospetta un fine settimana impegnativo in casa Red Bull. Ma da quelle parti non si fanno tarpare le ali facilmente.