Non c’è solo il rinascimento del tennis italiano, impersonato da Sinner, Berrettini, Musetti. C’è anche il rinascimento dei centrocampisti italiani: sembravano spariti quelli in grado di giocare ad alto livello, le precoci eliminazioni mondiali del 2010 e 2014 e addirittura l’esclusione dalle fasi finali dopo sessant’anni (!) erano lì a certificare lo stato di crisi.
Non avevamo più un Rivera né un Antognoni, un Tardelli né un Oriali, ma neppure un Di Biagio né un Marchisio.
Invece, ecco l’improvvisa fioritura: Sensi, Barella, Chiesa, Tonali, ai quali va aggiunto senza discussioni Castrovilli, uno dei gioielli della Fiorentina, che gli ha consegnato il numero dieci, simbolo di eleganza e personalità. Chiedo dunque a Eraldo Pecci, che ha un occhio di riguardo per il talento dei giovani nel ricordo della sua esperienza al Torino dove arrivò a vent’anni rivelandosi un regista e un trascinatore senza eguali, di illustrare pregi e difetti di Castrovilli: ” È un ragazzo con un grande futuro davanti a sé. Ha tutto: tecnica di prim’ordine, visione del gioco, creatività, un tiro discreto (in questo deve migliorare), in più mi sembra che la maglia con il dieci gli abbia dato ancor più sicurezza nei propri mezzi”.
È il ritratto di un titolare della nazionale azzurra in vista dell’Europeo. “Mancini sta lavorando bene, Castrovilli ha le qualità per giocarsi il posto con tutti gli altri. Abbiamo finalmente molti giovani che, con un gioco fatto per loro, possono imporre a centrocampo una superiorità che in passato raramente abbiamo avuto”.
C’è tuttavia qualcosa da rivedere. Dice Pecci: “Negli inserimenti in area avversaria, Castrovilli è molto efficace, ha segnato contro il Torino e si è ripetuto a San Siro contro l’Inter. È una mezz’ala completa, ha un repertorio ampio, mi sembra che abbia molto in comune con Luis Alberto, che negli anni è cresciuto fino a diventare un centrocampista di alto profilo, uno dei migliori della serie A. Castrovilli deve solo capire che spesso toccare la palla una volta in meno è più utile che toccarla una volta in più, in talune situazione deve imparare a sveltire l’azione. Da quel che mi raccontano gli amici fiorentini, ha voglia di migliorarsi. Lo dico sempre: il calcio vive del presente, questo è il suo momento, è adesso che deve alzare l’asticella e superarla. Ma Castrovilli ha tanta qualità, e quando c’è la qualità c’è già molto”.
Enzo D’Orsi