Era già tutto previsto. Solo due infortuni e mezzo avevano dato ad Andrey Rublev 3 successi nei 9 confronti con Jannik Sinner, che ha caratteristiche simili ma è più forte e completo. E, giocandoci allo specchio, non lascia vie di scampo al russo che non può buttarsi a rete alla Stefan Edberg. Nè può sperare che Marat Safin, versione super-coach “easy going”, gli trasmetta il fluido del campione. Ma nel primo set (fino al 5-0 palla del 6-0 in 26 minuti) e appena Rublev non si stacca quasi il braccio dalla spalla per tirar forte, grugnendo selvaggiamente, la sfida sul Philippe Chatrier è brutale, talmente impietosa che il pubblico condivide la sofferenza del più debole – pur 15 del mondo -, quasi ferito a sua volta dalla velocissima mitragliata di palle che lo crivella da tutte le parti. L’esecuzione si conclude 6-1 6-3 6-4 in 2 ore per il numero 1. L’Italia, con Lorenzo Musetti, oggi contro Frances Tiafoe, e Sinner, domani contro Bublik – che una volta stringendogli la mano a rete gli ha detto: “Tu non sei umano” -, riporta due giocatori ai quarti a Parigi dal 1973, con Adriano Panatta e Paolo Bertolucci.
FAVOLA BIUBLIK
Doveva essere la consacrazione di Jack Draper, il miglior amico straniero fra i colleghi del numero 1, che Jannik ha convocato a Montecarlo per i primi allenamenti ufficiali dopo i 3 mesi di stop, quello umile e dedicato come lui, con cui scherza sulla divisa che sembra il video gioco Super Mario Bros. Invece diventa l’inno alla fantasia e al tennis champagne, tutto cambi di ritmo e di direzioni, di fiondate e smorzate, del pazzerello Alexander Bublik, russo naturalizzato kazako. Che s’impone per 5-7 6-3 6-2 6-4. Scombinando il gioco lineare dell’inglese con tutto il suo talento rimasto sotto vuoto spinto fino ai 27 anni, quando, a marzo, è uscito per la prima volta dopo 6 anni dai top 50 e ha cambiato rotta, ricordandosi che l’anno scorso a Wimbledon era 17.
SVOLTA
“Quest’anno perdevo sempre al primo turno, ci ho riprovato nei Challenger: con la finale di Phoenix mi sono ripreso, col titolo di Torino di più. Per poter battere i migliori devo comunque trovare soluzioni sul piano del gioco, perché loro mi supereranno sul piano fisico. A volte devo tentare colpi che sembrano folli, ma sono l’unica opzione. Non sono diverso, devo fare cose diverse”. Come per questo indimenticabile successo che porta il numero 62 del mondo ai suoi primi quarti Slam, coi brividi a raffica “alla Bublik” sul 5-4 quando serve per il match. Si vede annullare il primo match point da un passante in rovesciata di Draper e poi salva tre drammatiche palle-break del 5-5, a colpi di vincenti: alla fine 68. Per poi stendersi per terra felice e in lacrime. Con dedica al popolo del bel tennis che lo invoca con in prima fila l’incantevole moglie Tatiyana e il manager italiano, Corrado Tschabuschnig: “E’ il migliore della mia vita”.
LUPO DJOKOVIC
Intanto, anche se, a 38 anni e tutti record possibili, Novak Djokovic racconta che ha altre priorità nella vita, approfitta del tabellone-cadeau (McDonald, Moutet, Misolic), batte Norrie per la sesta volta su 6, tocca quota 100 successi e i quarti consecutivi numero 16 al Roland Garros. “Sono onorato di fare la storia in questo sport che mi ha dato tutto nella vita”. Sconvolgendo già i pensieri di Sascha Zverev, che approfitta del ritiro di Griekspoor. Mentre il primo favorito, Carlos Alcaraz, fa discutere: l’arbitro avrebbe convalidato il punto contro Shelton lanciando la racchetta oppure l’auto-accusa è stata davvero un gesto da “caballero” d’altri tempi?
LAMPI
La sorpresa del giorno al Roland Garros è Lois Boisson, 23 anni, 361 del mondo, dal gran dritto, all’esordio in un tabellone Slam, che elimina la numero 3, Jessica Pegula, prima wild card ai quarti dal 2002. “Un’oasi nel deserto francese”, la patria della Lenglen oggi con una sola top 100, Varvara Graceva, naturalizzata russa. Jacopo Vasamì, neo campione del Bonfiglio da gran servizio-dritto, brilla anche nel torneo juniores di Parigi. E Jasmine Paolini, dopo la batosta in singolare contro Svitolina, si qualifica ai quarti di doppio insieme a Sara Errani. Mentre Bolelli & Vavassori cedono a Ebden & Peters (come a Indian Wells).
Vincenzo Martucci (tratto dal messaggero del 3-06-25)