Le competenze sono “costruite” sulle esperienze e sulle conoscenze. Se mancano le conoscenze e le esperienze non si potranno applicare le nozioni apprese.
Senza le conoscenze non si diventerà mai competenti!
Caro bambino, se non aumenti le tue conoscenze, come fai ad essere competente nel Minibasket?
Le conoscenze indicano il risultato dell’assimilazione di informazioni attraverso l’apprendimento e sono l’insieme di fatti, principi, teorie e pratiche, relative a un settore di studio o di lavoro.
Le abilità indicano le capacità di applicare conoscenze e di usare “know-how” per portare a termine compiti e risolvere problemi.
Le competenze indicano la comprovata capacità di utilizzare conoscenze, abilità e capacità personali, sociali e/o metodologiche, in situazioni di lavoro o di studio e nello sviluppo professionale e/o personale.
Negli ultimi anni la Scuola italiana e il mondo del Minibasket sono stati dominati dal concetto di competenza, con l’obbligo di certificare, per ogni studente e per ogni bambino che gioca a Minibasket, quelle che sono state raggiunte nei diversi segmenti di studio e di gioco.
E’ sbagliato!
E siccome sono un “ricercatore” ecco cosa ho trovato!
Una doccia fredda, sul tanto enfatizzato concetto di competenza, giunge da uno studio americano, che parte dalla constatazione che gli studenti degli Stati Uniti, nonostante i massicci investimenti finalizzati al miglioramento di questa importante competenza, non riescono a migliorare le loro capacità di lettura, di scrittuea e di movimento.
Il Naep (National Assessment of Educational Progress) ha riunito un gruppo di esperti per analizzare il problema e trovare possibili soluzioni. Il risultato raggiunto dal gruppo di lavoro è stato definito sorprendente, ma forse è lapalissiano. “Leggere non è come andare in bicicletta”, non basta saper solo pedalare, lo stesso dicasi per la scrittura e per l’attività motoria; per comprendere un testo è necessario possedere un solido bagaglio di conoscenze, lo stesso dicasi per la scrittura e per il movimento.
Gli esperti americani consultati dal Naep, hanno spiegato che la lettura, la scrittura e il “muoversi” sono abilità complesse e richiedono sia la capacità di decodificare un testo, di scriverlo, di muoversi e di capire e comprendere prima di fare.
Nella comprensione di un brano, nella scrittura e nel “muoversi”, ha un ruolo fondamentale il bagaglio di conoscenze, parametro che le classiche prove standard scolastiche e motorie non misurano affatto.
Uno degli esperti consultati dal Naep, Daniel Willingham, professore di psicologia presso l’Università della Virginia, lo ha chiarito molto bene con un esempio. Se si chiede di leggere un testo sulla Tour Eiffel, quei bambini che sanno già cosa sia la Tour Eiffel, comprenderanno il testo molto meglio di quelli che non l’hanno mai sentita nominare.
Secondo Timothy Shanahan, professore emerito all’Università dell’Illinois e autore di oltre 200 pubblicazioni sulla Reading Education, il sistema dei test commette anche un altro errore, in quanto misura le capacità dei ragazzi, utilizzando dei brani scelti secondo il loro livello di capacità.
Lo stesso dicasi per la scrittura, il gioco e il movimento.
Al contrario diverse ricerche dimostrano come gli studenti imparino molto di più quando leggono testi al di sopra del loro livello di competenze, oppure quando si muovono in modi differenti, utilizzando più strumenti e attrezzi a loro disposizione. Questi testi, infatti, costringono gli studenti a sforzarsi, arricchendo in tal modo il loro vocabolario e la loro capacità di comprensione del testo stesso.
Quale è la soluzione proposta?
In sostanza, dobbiamo fornire ai bambini, ai ragazzi e ai giovani maggiori conoscenze in tutti gli ambiti. Nel campo motorio dobbiamo metterli in condizione di conoscere tutti i movimenti che possono eseguire nello spazio e nel tempo, aumentando le conoscenze (come utilizzare il proprio corpo, i piccoli attrezzi a disposizione, etc.).
Se si propongono test, giochi di ……. o prove di valutazione difficilmente si possono valutare le competenze di un bambino, ………. si devono aumentare le conoscenze per farlo diventare più competente! E il tutto in relazione alle proprie capacità.
Alcuni testi, come Data-Driven Improvement and Accountability pubblicato nell’ottobre 2013 a cura del National Education Policy Center dell’Università del Colorado, hanno mostrato come un’eccessiva enfasi sul monitoraggio delle competenze attraverso test standardizzati può condurre a una didattica fine a se stessa, finalizzata principalmente al solo superamento dei test. Gli autori, al contrario, propongono un sistema di valutazioni basato su un ampio ventaglio di prove e di indicatori che possano riflettere meglio ciò che gli studenti hanno imparato o stanno imparando. Vi sono esempi che confermano la validità di questo approccio. La Finlandia, che da tempo raggiunge il più alto punteggio al mondo nell’Education Index (pubblicato ogni anno nello Human Development Index dell’ONU), non usa alcuna forma di valutazione standardizzata delle competenze, anche dal punto di vista motorio.
E in Italia?
Come si fa a valutare la competenza di un bambino nel Minibasket?
Attraverso un esercizio, un test, una prova o un gioco di…….?
Che conoscenze possiede un bambino? Come riesco a conoscerle?
Che capacità possiede?
L’Istruttore Minibasket deve cercare di aumentare il numero delle conoscenze del bambino per farlo diventare più bravo a giocare e competente nel decidere e ne risolvere tutti i “problem-solving” che gli si presentano.
Con la tradizionale inerzia che contraddistingue il Sistema Scolastico Italiano e il Minibasket in generale, si continua con la moda delle competenze, che secondo noi è sbagliato.
Rivalutiamo le conoscenze!