“L’educazione al pensare” potrebbe essere, secondo me, la chiave di volta in famiglia, a scuola, con i compagni e in palestra. Ci si deve chiedere quale cultura stiamo promuovendo (in Famiglia, a Scuola, nella Società Sportiva) e quali sono le prospettive che intendiamo adottare per sviluppare le capacità di pensiero dei bambini. Purtroppo siamo sempre più oppressi e imprigionati da un pensiero che tende a mettere assieme tante immagini e idee giuste, ma manca una mente unificante che si trasformi in un pensiero produttivo.
Prima di fare è importante capire
Prima di fare è importante capire, altrimenti “produciamo dei bambini robot” che non pensano e che eseguono solo.
Howard Gardner sostiene che nella famiglia e nella scuola non c’è un’adeguata stimolazione della “comprensione profonda” della realtà e i genitori e gli Insegnanti spesso si accontentano di prestazioni meccaniche, ritualistiche e convenzionali.
Ma la creatività e la fantasia dove sono andate a finire?
Se il genitore o l’Insegnante non è creativo, creerà bambini poco creativi. Cari genitori, cari Insegnanti, cari Istruttori siate creativi, non accontentatevi del “compitino”, dovete impegnarvi per “esplorare” i bambini, per conoscerli, per cercare di soddisfare i loro bisogni: motivateli!
Secondo Gardner, l’errore grave che si commette quotidianamente ai danni dei bambini, consiste nel focalizzare l’attenzione più sull’apprendere che sul comprendere.
Educhiamo i bambini a pensare!
Oggi pensare è più importante che mai. Dobbiamo insegnare, attraverso un’apposita progettazione educativa e didattica, a utilizzare in modo consapevole e strategicamente intenzionale la propria mente. Saper pensare è importante per operare delle scelte, per prendere delle decisioni e per risolvere dei problemi.
Grande differenza tra apprendere e comprendere!
Oggigiorno si parla solo di “apprendimento cognitivo”, ma prima come si apprendeva? Non si comprendeva?
Tutti siamo consapevoli della pericolosità delle “idee sterili”, cioè di quelle idee che sono semplicemente trattenute dalla mente, ma che non sono utilizzate per essere sottoposte a verifica o per ottenere nuove soluzioni.
Scegliere e provare a fare: problem-solving.
Pensare, capire e mettere in pratica! Non si tratta solamente di insegnare tecniche o metodi di pensiero e di comportamento, ma soprattutto è importante creare nei bambini la disponibilità a rimettere in discussione le loro concezioni sulla mente e sui processi attraverso cui si costituiscono i pensieri o sulle strategie che
possono essere utilizzate, per renderli coscienti delle modalità e dei rispettivi gradi di certezza con cui fanno delle scelte, si prendono delle decisioni e si sviluppano delle capacità.