Si rinnova il miracolo Trento. La città che giusto un secolo fa tornò insieme a Trieste nell’ambito della nazione italiana, ha riportato in alto il blasone, un po’ stinto, della pallavolo italiana. E’ accaduto a Czestochowa, in Polonia, dove la squadra guidata dal presidente Diego Mosna alla scrivania e dal tecnico Angelo Lorenzetti a bordo campo, ha conquistato il mondiale di club. Ciò che voi tutti già sapete, avendo letto diligentemente i servizi di Davide Romani, valoroso inviato della Gazzetta. In finale, l’Itas Diatec ha superato in quattro set la corazzata Lube Civitanova, grande favorita della vigilia. Il successo è stato doppio per il nostro volley. Ha vinto una squadra italiana, che già altre quattro volte si era imposta nella competizione iridata. Ma ha vinto su un’altra italiana.
Quindi una finale tutta avvolta nel tricolore. Ciò che ha fatto logicamente gongolare Massimo Righi, direttore generale della Superlega. Anche se, rovescio della medaglia, l’assenza di un rappresentante della Fipav, pesantemente rimarcata dal presidente Mosna a fine competizione, ha fatto nuovamente comprendere che le posizioni dei due enti che sovrintendono al bel giochino sottorete, continuano a restare distanti. Peccato, davvero. Ma l’impresa realizzata da Trento, dai suoi giocatori, da questa splendida società, supera piccole diatribe da cortile.
La gioia dei tifosi trentini, sempre numerosi al seguito dei loro beniamini anche così lontano, la soddisfazione di Mosna e di Lorenzetti, tecnico che vince ovunque si fermi a insegnare volley, stempera qualsiasi pretestuosa polemica. Trento ha conquistato un alloro importante e prestigioso, tornando in vetta, dopo alcuni anni di palese difficoltà. La società si era imposta un ridimensionamento dei costi. Andati via i due colossi bulgari, Kaziyski trascinatore sul campo, Stoytchev mago sulla panchina fuori, la squadra aveva faticato negli ultimi anni a restare al vertice. Sempre fra le prime. Mai più primissima. Uno squillo di tromba si era avuto dalla finale di Supercoppa, quando a Perugia, l’Itas Diatec aveva sfidato i modenesi dell’Azimut in finale. Sconfitta sì, ma per 3-2 dopo aspra battaglia.
In Polonia invece Lorenzetti si è preso una sonante rivincita. Schierando una squadra imperniata sul fenomeno Giannelli in regia, ma puntando su alcuni importanti scarti delle dirette rivali. Perugia le aveva portato via il suo capitano, Pippo Lanza, che a Trento aveva fatto il suo tempo, ingloriosamente e spietatamente beccato dai tifosi nell’ultima stagione. Ma lo aveva scambiato con Aaron Russell, martello americano sacrificato per fare spazio al colosso Leon, strappato allo Zenit Kazan. Inoltre aveva accolto nelle sue file il francese Grebennikov, quotato miglior libero del mondo, spedito da Civitanova dalla Lube per fare posto a un italiano nel ruolo e poter quindi schierare un altro straniero, Leal. Infine aveva soffiato il centrale serbo Lisinac alla Polonia. E così Lorenzetti, abile tessitore di giocatori con voglia di rivalsa, ha costruito un sestetto vincente, ma anche dotato di Bel gioco, di un attacco devastante e di una difesa eccezionale. E così Trento è tornata sul tetto del globo di club, causando alla Lube una vera indigestione di rabbia. Espressa in modo eloquente da Fabio Giulianelli, il patron, che si è così sfogato: “La proprietà non può definirsi soddisfatta per il risultato”.
Campane a morto per staff e dirigenti. Giulianelli non scherza. Alla prima che mi fai… Ma il tempo deciderà chi avrà ragione. Per ora Trento, Mosna, Lorenzetti si sono presi una grande soddisfazione. Presentando una squadra che costa certamente meno delle altre tre massime contendenti al titolo. Certamente assai meno di Civitanova e Perugia, si è assicurata il secondo alloro della stagione. Ora può proseguire su altri tre fronti: coppa Italia, Champions e campionato. Angelo Lorenzetti, il tecnico che ha conquistato scudetti a Piacenza e Modena, cresciuto a Fano, come il concittadino Mazzanti, protagonista in passato alla guida di nazionali giovanili, è giunto all’apice della carriera. Gli verrà affidata un giorno la nazionale maggiore? O sarà un’altra nazione che penserà a lui per arrivare al successo? Perché Lorenzetti, con il suo modo di fare calmo, pacato, tranquillo, serafico, è un allenatore vincente.
Bravo a convincere i suoi giocatori di non essere secondi a nessuno. In poco tempo ha miscelato bene i nuovi arrivati con i titolari della scorsa stagione. Tra i quali sta faticosamente cercando di ricostruire morale intenzioni e voglia di quel Vettori che, certo, brocco non è. E, seppure a sprazzi, anche in Polonia ha saputo dare la sua mano ai compagni. Mosna se la gode. Ha speso meno di tutti i grandi, ma finora ha ottenuto di più. Al punto che il sindaco di Trento si è deciso a dare il via all’ampliamento del palasport trentino, che verrà portato entro l’anno prossimo a cinquemila posti. Un altro successo per il presidente, che così bene negli anni ha saputo guidare la Lega. Appena due mesi fa, alla partenza del campionato di Superlega, si puntava su Trento quale quarta forza. Quarta? Ma siamo proprio sicuri…? Vediamo dove arriverà. Con Angelo Lorenzetti alla guida, non è difficile pronosticare nuovi successi.