Quarta giornata degli Internazionali d’Italia 2025, nei campi lontani dal centrale c’è sempre un mix di racchette spaccate, pubblico troppo caldo e selfie post-match. Eccone una manciata di briciole.
Trofei da collezione
Ai tempi dell’antica Roma, gli appassionati tornavano dal Colosseo con una tunica insanguinata. Oggi si torna dal Foro Italico con una racchetta rotta. È il trofeo più ambito: altro che palla firmata o cappellino autografato. Un ragazzo, con un sorriso grande così, la mostra con orgoglio: “Griekspoor l’ha spaccata a metà del secondo set, stava perdendo contro Fils, si è sfogato, l’ha sbattuta bene bene, io ero lì… e me l’ha lanciata!”. Racchetta piegata a 90 gradi: il tennis come lo vive un vero collezionista.
Accrediti o sportello informazioni?
Se hai un accredito al collo, riceverai una serie di domande non proprio esistenziali: “Dove si trova il campo 2?”, “C’è un deposito bagagli?”, “Qual è l’entrata per il campo dove si allena Sinner?”. Ma quest’anno, incredibilmente, nessuno ha ancora chiesto: “Mi sa dire dove sono i bagni?”
Andreeva, raccattapalle e miracoli
Sul Grand Stand, giocano Arango contro Mirra Andreeva. La russa vince il primo set, ma apre il secondo con un rovescio largo e una manata sulla coscia da far sobbalzare il pubblico per il rumore e per l’idea del dolore. Dopo un game tirato, perde il servizio e scaglia una pallina verso la rete mentre una raccattapalle sprinta. Evitato lo strike solo grazie ad una inchiodata della ragazzina. L’avesse colpita, sarebbe stata squalificata, ma gli Dei del Tennis oggi sono indulgenti. Per questa volta Il torneo non perde la vincitrice di Indian Wells.
Il bodyguard “per caso”
Dopo il match vinto, Andreeva esce dal campo e cammina verso gli spogliatoi tra la folla. Firma autografi a passo veloce e sorride divertita. È scortata da tre bodyguard: uno sembra il nonno, uno un liceale, il terzo uno che passava di lì per caso.
Sinner-mania e sguardi assassini
Alle 14:30 Sinner gioca con i bambini al Kids Village: delirio. Tutti lo cercano, tutti lo acclamano. Alle 17:30 si allena con Cerundolo sul campo 5. Altro delirio. Uno spettatore, vedendo che qualcuno si allena anche sui campi 3 e 4, si sposta e chiede: “Ma quello sul 3 è Kyrgios?”. Intorno a lui cala il silenzio e viene fulminato dagli sguardi. Ora dico: di tutti i nomi che potevi fare, proprio quello ad voce alta, vicino ai tifosi del numero 1? Ti piace vivere pericolosamente.
Bibitaro 2.0
Qualcuno ricorda il “bibitaro” che girava sugli spalti con in mano lattine di Coca Cola e birra e gelati semi-sciolti? Esiste ancora, ma si è modernizzato: ora accetta pagamenti solo con carta. Il Foro Italico è una cittadella cashless, dove neanche il caffè Borghetti si paga in contanti.
Tifo da stadio per un derby francese in terra romana
Sul campo 2 si gioca Moutet-Humbert, derby tutto francese. L’ambiente è stranamente caldo, troppo per una sfida tra connazionali. Cori da curva sud, esplosioni di gioia a ogni errore di Humbert, che ha evidenti problemi fisici. Moutet ne approfitta fra la gioia di spettatori calorosi, troppo calorosi. A quel punto il dubbio sorge: veri appassionati o scommettitori travestiti? Humbert si ritira sotto 4-0 nel secondo set. Pioggia di “buuuh” feroci lo accompagno mentre esce dal campo, mentre lui li saluta agitando la mano. E più aumentano le urla, più lui saluta. Naturalmente, le invettive non avranno nulla a che vedere con il fatto che le scommesse, in caso di ritiro, vengono annullate… Moutet così risponde a una domanda di Vincenzo Martucci: “Queste storie di scommesse sono cose esterne al tennis, non mi competono…”. Intanto, Humbert vs scommettitori: 6-0 6-0.
I nuovi carabinieri del tennis
I giudici di linea sono estinti. Al loro posto, gli “assistenti in campo”: vanno in coppia come i carabinieri, seduti a bordo campo, hanno il compito di cambiare le palline ogni nove game e accompagnare i giocatori al bagno. In caso di doppio, sperano che la coppia vada nello stesso.
Rune e il fan con la biro
Lo stadio – ai confini dell’Impero Romano, stile palazzo di Frozen – ieri era brasiliano, oggi è danese. Bandiere ovunque, alcune vere, altre di carta (quelle sono spesso dei danesi originali). Spicca un ragazzo con una maglietta su cui campeggia, scritta a mano con la biro: “Holger 10 Rune”. E per tutto il match sventola la bandiera danese. Urla il nome di Rune e soprattutto capisce subito quando è meglio non dire nulla se il danese perde il punto ed insulta quella fottuta pallina. Se questo non è un vero fan.. Comunque la pallina non è permalosa e anche se fatica Rune chiude in 3 set contro Comesana.
Andreescu, corde vocali a rischio
Match serale umido. Vekic gioca col pile. Il primo set vola via 6-1 per la canadese Andreescu. Durante la pausa, Vekic va al bagno coperta con l’asciugamano a mo’ di scialle, come una nonna. Il suo coach, Sascha Bajin – ex allenatore di Serena Williams e Osaka – non è affatto contento. Mentre attende il ritorno della giocatrice, parla con gli altri membri del box: in tutto, undici persone. Quasi tutti seduti su asciugamani ufficiali del torneo, alcuni li usano anche come copertina sulle gambe. (Forse ora si capisce perché quelli dello sponsor sono finiti, e al povero Rune sono toccati quelli bianchi da albergo.) Nel secondo set, Andreescu parte male, Vekic si ricorda come si gioca a tennis ed è sostenuta dal pubblico. Vince il set. Nel terzo, Andreescu torna quella del primo set. A ogni punto vinto, urla così forte che rischia uno stiramento addominale. Si porta rapidamente sul 4-1. Al cambio campo, Bajin le dà un consiglio: “Eyes on the ball”. Vekic commette un doppio fallo, poi lo blocca con uno sguardo glaciale e una sola parola: “Sascha…”. Andreescu chiude 6-2 e festeggia con un urlo da rischio corde vocali. Il pubblico, che per quasi tutto il match aveva sostenuto la croata, applaude la canadese. Prima di uscire dal campo, Andreescu fa selfie con tutti, anche con quelli che facevano il tifo per la sua avversaria.
Da Roma Angelica Fratini (foto dalla nostra inviata Marta Magni)