Quando al cinema imbellettato dei telefoni bianchi subentrò quello nudo e crudo del neorealismo, il mondo avvertì un brivido. Venivano meno personaggi benestanti in doppiopetto a favore di altri malvestiti e poveri in canna. Finiva un’epoca ne iniziava un’altra e l’idea di un cinema patinato che regalava sogni a buon mercato si inchinava a uno più reale che gettava sul pubblico secchiate d’acqua fredda con verità meno spensierate.
Lo stesso brivido che sta scorrendo lungo la schiena del grande pubblico di fronte a un possibile cambio di leadership dopo che per almeno tre lustri i soliti noti ci avevano abituati a una sorta di beata invincibilità capace di lasciare agli altri qualche spicciolo di slam e una manciata di master 1000.
Nel fare bottino, quel tennis meravigliosamente onirico si è usurato e lo scorcio di stagione appena alle spalle sembra fare da spartiacque tra quello pigliatutto dei “Fab Four” e l’altro ormai incalzante del nuovo che avanza foriero di papabili aspiranti alla leadership mondiale. Tra Thiem, Djokovic e Tsitsipas non ci sono più gli antichi margini, come poca è ormai la possibilità di manovra di Nadal contro Zverev o Medvedev. Sono nudi di fronte ai loro figli putativi, quelli cresciuti a pane e Federer, assetati di Nadal e imbevuti di Murray e Djokovic. Una next, a volte mid, gen chiamata a portare a termine un sorpasso in modo cinico così come richiede la competizione e a elaborare nuovi contenuti per rilanciarli con grande vigore verso il tennis che sarà.
Questo è il messaggio in arrivo da Londra, che si congeda dalle ATP Finals regalandoci un vincitore non proprio a sorpresa. Uno dal tennis a scottadito che impatta la palla richiamando a se il gesto neanche avesse paura di bruciarsi. Una simpatica figura che sicuramente farà tendenza con quell’aria dinoccolata tipica di chi ha dormito bene.
E passate le Finals, sapremo il destino di Murray e scopriremo se i gesti bianchi di Federer potranno competere ancora col tennis di nuova narrazione. Dico soltanto che, così come il neorealismo di Rossellini e De Sica sfociò più tardi nell’ottima commedia all’italiana di Scola e Monicelli, allo stesso modo voglio sperare che il tennis di nuovo conio sia brillante, divertente e ben lontano dalla deriva dei cinepanettoni!