Dopo anni di cronoprologhi a favore di specialisti e uomini di classifica, il Giro d’Italia riparte finalmente con una tappa dedicata ai velocisti. Un’occasione importante soprattutto per Mario Cipollini che, dopo aver conquistato qualche mese prima il titolo mondiale, vuol tornare a vestire la maglia rosa.
Il fuoriclasse toscano ha nel mirino non solo il celebre riconoscimento, indossato per l’ultima volta un anno prima dopo il traguardo di Münster, ma soprattutto il record di vittorie appartenente ad Alfredo Binda. Mario ha trentasei anni, ha conquistato quaranta tappe nella Corsa Rosa e al suo approdo a Lecce ha tutte le possibilità di eguagliare il campione di Cittiglio.
Quando arriva in Puglia il 10 maggio 2003 il “Re Leone” ha tutti i favori del pronostico dalla sua parte considerato quanto fatto già vedere in primavera dove si è confermato il velocista più forte del mondo. I due successi alla Tirreno-Adriatico e il quarto posto alla Milano-Sanremo sono il biglietto da visita ideale per vestirsi subito di rosa, tuttavia Cipollini non ha fatto i conti con un velocista in rampa di lancio di nome Alessandro Petacchi.

Lo sprinter spezzino non è mai realmente esploso nonostante abbia compiuto ormai ventinove anni e abbia sfiorato più volte la vittoria al Giro nell’anno precedente. In primavera ha conquistato sette successi fra cui una frazione alla Parigi-Nizza, eppure Cipollini per lui appare come una chimera tanto da partire ancora una volta in seconda linea, nel mucchio di quei numerosi velocisti che vogliono provare a deporre l’imperatore.
A Lecce il clima è già pienamente estivo, ci sono trentacinque gradi e tutto ciò fa desistere il gruppo ad affrontare gli oltre duecento chilometri in programma ad alte velocità. Gli unici che hanno il coraggio di provare l’allungo sono Davide Frattini e il danese Frank Høj con le squadre degli sprinter che fanno buona guardia al fine di evitare brutti scherzi.
Tutto fila liscio fino a quattro chilometri dal traguardo quando, a causa di una rotonda, una brutta caduta spacca letteralmente in due il plotone principale. In molti scivolano, ma tanti altri sono costretti a mettere il piede a terra come nel caso di Petacchi che sconsolato si ferma, già convinto di dover dire addio al sogno rosa.
Gli highlights della 1a tappa del Giro d’Italia 2003
Al suo fianco arrivano i compagni di squadra Marco Velo e Matteo Tosatto che, quasi con incoscienza, lo prendono sotto braccio e lo fanno ripartire in una corsa contro il tempo. Davanti ci sono gli uomini della Domina Vacanze a menare per lanciare al meglio Cipollini, mentre i ragazzi della Fassa Bortolo sono costretti ai supplementari pur di riportare in quota il proprio capitano.
Uno sforzo enorme con Velo che lascia Petacchi solo soltanto ai settecento metri dal traguardo quando lo spezino si mette in scia a Cipollini, con buona pace di Giovanni Lombardi che, sconcertato, guarda il rientro degli avversari. Petacchi vola sulle ali dell’entusiasmo e, quando parte lo sprint, affianca a destra il campione del mondo e lo supera.
Cipollini è sbigottito, osserva arrabbiato il rivale sorpassarlo e, mentre è ancora intento a pedalare, sembra lanciargli un ruggito dei suoi. Ale-Jet può finalmente alzare le braccia la cielo al Giro d’Italia togliendosi quella nomea di “eterno incompiuto”, ma soprattutto ripagando l’enorme sforzo dei compagni di squadra.
Quasi a ricordargli che il tempo passa per tutti, Cipollini deve ingoiare il boccone amaro e rinviare l’appuntamento con la storia e Alfredo Binda al giorno successivo quando a Matera si prevede una nuova volata. Come un animale che percepisce il cambio dei tempi, il “Re Leone” ha capito che ora di lasciare spazio a qualcun altro, ma non prima di aver reso cara la pelle sino in fondo.