Si fa un gran parlare delle quote rosa a bordo delle barche che partecipano alla Volvo Ocean Race in questi giorni. Il regolamento ha infatti previsto che si possa correre, in aggiunta al tradizionale equipaggio di sette uomini, con una o due donne in più, oppure con un equipaggio di undici sole donne, o in alternativa la soluzione scelta da Dee Caffari di cinque uomini e cinque donne.
I pareri sulla validità delle donne a bordo sono contrastanti, c’è chi sostiene che senza la regola queste ultime non ci sarebbero state, e chi invece come Stu Bannantyne (vincitore del Giro del Mondo per ben tre volte) non vede un problema, e semmai individua il possibile conflitto in contrasti caratteriali, non necessariamente derivanti dal genere.
La velista Triestina Clapcich sostiene che le donne sono state discriminate, e mentre ad un uomo che fa un buon risultato alle Olimpiadi viene subito data una barca, altrettanto non succede per le donne, che non hanno così l’opportunità di farsi conoscere e sostiene che altrettanto succede per i velisti under 30.
Probabilmente è tutto vero, ed è giusto che chi organizza regate introduca dei correttivi per permettere ai giovani ed alle donne di avere quantomeno pari opportunità, sarà poi compito loro dimostrare che queste speranze sono state ben riposte.
La vela è sempre stato un sport da uomini, con una forte matrice anglosassone, dove l’esperienza era importante al pari della prestanza fisica, dove anche i velisti latini di poca esperienza e di struttura fisica più piccola hanno fatto fatica ad entrare, ma il tempo ha dimostrato che con il sacrificio e l’applicazione il merito alla fine è sempre stato premiato. Adesso è arrivato il momento anche per i giovani e le donne.
D’altro canto, chi avrebbe mai concepito che in due sport di élite come il golf e la Formula 1 potessero primeggiare Tiger Woods e Lewis Hamiton, o che la coppa America si potesse correre con dei catamarani volanti?
Il mondo cambia ed è delle persone intelligenti assecondare il cambiamento soprattutto se questo è per il meglio. Così anche per le donne, quantomeno questo tentativo non sarà vano e se le donne in un futuro prossimo verranno ad ingrossare le fila del nostro sport sarà comunque una bella notizia.
Tommaso Chieffi