L’idea del contropiede non è solo di produrre un tiro RAPIDO, ma anche un BUON tiro. Quindi, se un giocatore è libero … DEVE TIRARE. Sembra forse banale. Sembra anche troppo logico. Invece, molte volte, vediamo uno libero per tirare, ma rinuncia al tiro per palleggiare verso canestro per arrivare a ciò che lui pensa sarà un tiro più facile. Ecco la verità: non esiste un tiro meglio che il tiro senza difesa addosso. Ma, come detto, alcuni rinunciano a un buon tiro. Il risultato è spesso negativo: (a) la difesa reagisce e il tiratore, marcato più stretto, deve forzare il tiro; (b) il tiratore va dentro una selva di braccia e gambe, forse subisco un contatto e, di conseguenza, perde la palla, (c) Commette un infrazione o fa uno sfondamento, (d) non ha più neanche un buon angolo di passaggio per uscire dalla trappola. In questi casi, gli allenatori dicono, “Ha fatto un gioco semplice diventare un gioco complicato!”
C’è un altro fattore nel rinunciare ad un tiro: PAURA. Ovvio, è una mia interpretazione, ma non sono l’unico a pensare così. Per me, sta pensando: “Oh, se sbaglio questo tiro facilissimo, la gente penserà che io non sia un giocatore vincente. Quindi, faccio qualche palleggio per trovare un tiro difficile. Così, se sbaglio, potrò dire che il tiro era difficile o che l’arbitro non ha fischiato un fallo.” Ripeto: per me, quel giocatore ha PAURA. Paura della responsabilità, paura di sbagliare, paura delle sue paure. Dico questo spesso: “Tirare non è solo un gesto tecnico. E’ anche un gesto AGONISTICO.” Infatti, diverse volte si vede uno con una tecnica perfetta sbagliare un tiro che, per lui, doveva essere ‘automatico.’ Poi, il rovescio della medaglia: vediamo alcuni giocatori senza uno stile tecnicamente bello ma che hanno un cuore grande come una casa, che non hanno paura di nulla. Loro centrano quel tiro.
Ho avuto uno così con l’Olimpia Milano: Roberto Premier, guardia, 197 cm x 100 kg. Nel 1986-87, in Coppa Campioni, perdemmo contro ARIS a Salonicco per -31, per 98-67. Una settimana dopo avremmo dovuto vincere per +32 per andare avanti. Abbiamo vinto per +34, per 83-49. Roberto Premier ha centrato un tiro da tre che ci portava a +32 nel punteggio globale. Dico sempre che Premier è stato il più grande ‘killer’ che io abbia mai allenato. Comunque, non andavo sul sottile se un mio giocatore rinunciavo ad un buon tiro: “Perché hai rinunciato? Hai paura di prendere quel tiro?” Ovvio, mi volevano spaccare la faccia in quel momento. Ma non hanno più rinunciato al buon tiro. Hanno convertito la rabbia con me in adrenalina per fare il tiro. Le scelte sono tre: tirare, passare, palleggiare. Uno deve ‘leggere’ la situazione e poi fare. Ma la ‘regola’ rimane: non rinunciare mai ad un buon tiro. Foto: Roberto Premier (10).