“Lob”, La vita è un pallonetto, sembra un romanzo, somiglia a un giallo, e non è propriamente quel che suggerisce il sotto-titolo “Tennis contro Padel: la guerra dei cinque giorni”. In realtà è un inno al nuovo sport nato da una costola del tennis, che ha conquistato e conquista sempre nuovi appassionati, fino diventare un autentico bum di massa. Talmente significativo e dirompente da imporsi nell’anima e quindi nella dicitura stessa della Federtennis, diventando Federazione italiana tennis e padel in nome dei tanti adepti che praticano la disciplina abbracciando tutte le età e cancellando il primo stereotipo di “sport per le pippe del tennis” e il secondo di “doppietto da anziani”. Il Padel è sicuramente di più, anche per “colpa” dei circoli di tennis che non hanno mai accolto degnamente i soci più assidui, quelli storti e canuti, quelli con la pancetta e la cintura Gibaud, quelli ostinati e puntualissimi, battaglieri e orgogliosi. Colpevoli solo di non avere più l’età per il tennis atletico e quindi riuniti dall’atteggiamento snob di chi considera tennista soltanto Roger Federer, o giù di lì. E occupa la prima fascia dell’universo circoli, quello di coloro che sono arrivati in “seconda”, da ragazzi se la giocavano coi primi, ma poi vuoi per seguire l’azienda del babbo, vuoi per studiare, vuoi per quel maledetto ginocchio…
Lob supera in volo queste piccole vicende umane, già viste e riviste, e cerca una soluzione morale, filosofica, umana, al padel. Perché non viva la sua esistenza ancora da separato in casa come purtroppo succede in Italia. Praticato sempre tantissimo, meno pubblicizzato e popolare del tennis forse solo per ragioni televisive e mediatiche in generale per la difficoltà di divulgazione attraverso il gioco e i suoi campioni. Che pure esistono e sono importantissimi. La vicenda dell’Aniene Ponte Tevere potrebbe essere la vicenda di qualsiasi altro circolo romanzo e non perché fotografa l’indole dei soci e li porta ad esprimersi come fanno tutti i giorni, protetti dalle mura del loro paradiso, pur con gli umanissimi intrecci di cui dobbiamo dire grazie all’autore, Giampaolo Roidi, grande appassionato di sport, giornalista di esperienza e amico.