Il Giro d’Italia 1979 è perfettamente disegnato sulle caratteristiche di Francesco Moser. Diciannove tappe più un prologo iniziale caratterizzate da ben cinque cronometro, una vera fortuna per il campione di Palù di Giovo che va a caccia della prima affermazione in rosa.
Non sono presenti i big del ciclismo mondiale come Bernard Hinault, interessato a puntare tutto sul Tour de France, motivo per cui Moser ha la ghiotta occasione di fare suo quel trofeo che manca nel suo palmarés.
E la conferma arriva già da Firenze dove nel prologo il trentino precede un giovane milanese già protagonista l’anno precedente. Il suo nome è Giuseppe Saronni e sino a quel momento è considerato un ottimo velocista in grado di tenere sulle salite meno complicate. Il corridore della Scic ha poco più di ventun anni e sa già il fatto suo tanto da fermarsi a soli tre secondi da Moser nella crono di Firenze.

Francesco Moser insieme a Giuseppe Saronni alla presentazione del Giro d’Italia 1979
Il suo momento non sembra però esser ancora arrivato tanto che lo “Sceriffo” spadroneggia nelle prime tappe spendendo numerose energie in volata, ma senza mai lasciare nuovamente il segno. Quando si presenta a Caserta per la terza tappa, Moser è saldamente al comando della graduatoria e l’obiettivo è quello di allontanare ulteriormente Saronni per evitare spiacevoli sorprese nella seconda parte della Corsa Rosa.
La frazione prevede però trentuno chilometri lungo le strade della Campania dalla Reggia di Caserta sino al centro storico di Napoli, quella Piazza del Plebiscito gremita di tifosi per un’occasione unica. Una tappa pressoché pianeggiante se si esclude una discesa in pavé da Secondigliano verso la zona dell’Arenaccia che mette le ali a Moser.
Il fuoriclasse di Palù di Giovo si trova alla perfezione sulle pietre che gli ricordano tanto quelle della Parigi-Roubaix tanto che quando si presenta davanti a Palazzo Reale possiede un vantaggio di venticinque secondi sul norvegese Knud Knudsen, anche lui in lotta per la classifica generale.
E’ un trionfo per Moser che taglia il traguardo in 37’32”, ma soprattutto mette a distanza di sicurezza quel Saronni che sa difendersi molto bene sul terreno prediletto dall’avversario e chiude in terza posizione a ventisei secondi di distacco.
Il capitano della Sanson sembra lanciato verso il successo finale considerato che, risalendo la penisola, troverà sulla sua strada ancora tre cronometro che potrebbero aiutarlo ulteriormente. Tuttavia la fortuna non sembra esser molto dalla sua parte e Moser lo capirà ben presto, mentre l’Italia scopre un nuovo