Li chiamano “sport minori” ma è solo perché non li vede (quasi) nessuno. Talvolta invece regalano emozioni difficili da trovare nelle partite o gare da milioni di spettatori. È stato così nella domenica di Pasqua, quando a metà pomeriggio oltre 5 milioni e mezzo a reti unificate (Rai e Sky) hanno goduto della cavalcata vincente della Ferrari di Sebastian Vettel in Bahrain, mentre solo una manciata di spettatori (presumiamo, non ci sono dati Auditel) si sono gustati lo spettacolo speciale che a sera, in “comoda” differita, su Eurosport2, nemmeno il canale principale impegnato con le boccette, Tony Cairoli ha regalato sulla pista di casa, ad Arco di Trento: la vittoria nella MXGP, la classe regina del motocross.
Trattandosi appunto di “sport minore” occorre fare un piccolo inquadramento di chi sia l’eroe del giorno. Cairoli è un “ex” ragazzo di 31 anni che arriva dalla Sicilia (Patti, Messina), terra di grande passione motoristica ma nessuna tradizione specifica. Quindi Tony si è trasferito nell’umido Belgio, culla di questo sport, rinunciando al sole per il suo sogno. Adesso vive a Roma, ha una bellissima fidanzata (quasi moglie) olandese, ha vinto 8 Mondiali. Ma poi, nel momento di flessione, per vari motivi, della sua carriera, si è trovato attaccato dai giovani debuttanti della nuova generazione. Ha perso due anni fa dal francese Romain Febvre, l’anno scorso dallo sloveno Tin Gajser. Insomma, un po’ come Rossi attaccato da tutte le parti dalla nuova ondata di spagnoli. E proprio come Valentino era secondo nel Mondiale prima della gara italiana. Però lui ha già vinto: una gara su quattro, 20 punti da recuperare a Gajser.
A Trento ha fatto capire subito le sue intenzioni, vincendo la prima manche. Ma al via della seconda, mentre era alle spalle proprio del nuovo fenomeno, è caduto alla seconda curva: 22° su una pista impossibile per superare. Lo sapeva anche il regista, che ha dimenticato il siciliano, pensando che la sua sarebbe stata una semplice rimonta da buon pilota. Invece è stata qualcosa da “fenomeno”. Poiché l’hanno vista in pochissimi, invito chiunque (anche chi non è appassionato della specialità) abbia voglia di provare brividi veri a dare una guardata agli highligts su Youtube (https://www.youtube.com/watch?v=UVQI31sfJZc) dal minuto 4”30. Cairoli è quello con la moto arancione (Ktm), la maglia celeste e il numero 222, anche se chiunque lo individuerà al volo: viaggia semplicemente ad una velocità doppia rispetto a tutti gli altri. Poiché, come detto, su questa pista trentina non si supera, Tony ha dovuto fare il “cattivo”. La sua specialità è stata quella che gli americani chiamano “block & pass”: uscita velocissima molto stretto da una curva a sinistra, breve salita, nuova curva a sinistra tagliata netta verso il bordo esterno destro, costringendo l’avversario da superare a bloccarsi, appunto, e accodarsi. Duro – una volta si è sentito anche in dovere di scusarsi col malcapitato sul salto successivo – e determinato a fare l’impresa di trionfare nella gara impossibile. Secondo (da quindicesimo) a soli 4 secondi dal vincitore di manche, mentre era a oltre 16 quando ha iniziato la sua risalita. Alla fine, soli due punti recuperati al fuggitivo (il campionato è ancora lunghissimo) ma non importa. Ci sono imprese che valgono una carriera.
E se è uno “sport minore”… chi se ne frega!
Filippo Falsaperla