Perfetto e feroce Nole Djokovic. Nelle semifinali del Masters di Torino il serbo ha sfoderato una prestazione da paura e ha travolto Carlos Alcaraz con un impietoso 6-3 6-2 in un’ora e mezza. Le ha provate tutte Carlos, ha lottato come un gladiatore da fondocampo, da funambolo a rete, con scatti da antilope e resistenza estrema. Niente da fare. Djokovic è sembrato un vero Iron Man, un supereroe uscito da un videogame, scattoso come un giaguaro che non dà scampo alla povera antilope.
In finale lo attende l’altro grande protagonista di Torino, il nostro Jannik Sinner, primo azzurro di sempre in finale alle Finals. Per Djokovic invece sarà la finale numero 9, lui che, al pari di Federer, vanta già sei titoli al torneo dei Maestri. Percentuali da paura per il campionissimo serbo che ripete, dopo il 2015, il record di aver giocato nella stessa stagione tutte le finali dello Slam e quella del Masters. Mostruoso. Quando si si avvicinano le fasi incandescenti della gara, il numero 1 del mondo riesce sempre ad alzare l’asticella del livello di gioco e a perfezionare le sue performance come nessuno al mondo; alcuni dei suoi numeri in semifinale infatti rasentano la perfezione: soltanto 8 errori non forzati, a fronte dei 22 di Alcaraz, e l’81% dei punti vinti con la prima palla rispetto al 62% di Carlos. Una prestazione impeccabile, alla fine della quale Nole manda baci al suo angolo (privo da alcuni giorni degli storici manager Edoardo Artaldi ed Elena Cappellaro, dopo l’annuncio a Bercy della fine della loro collaborazione), dove ci sono invece i figli Stefan e Tara.
“Sono contento di avere i miei bambini qui con me stasera, mi hanno dato fiducia ed energia. Hanno saltato due giorni di scuola a Belgrado per venire qui, spero di non aver aver problemi la settimana prossima con la scuola (ride). Per quanto riguarda il match, sapevo sin dall’inizio che sarebbe stato molto intenso. Carlos è uno dei giocatori più completi del circuito, è veloce, molto dinamico in campo, capace di fare tante cose in difesa e in attacco. È una grande vittoria per me. Ho servito bene quando dovevo, è stato un match quasi perfetto”.
Nole è in vantaggio 3-1 nei precedenti con Jannik ma, nell’ultimo incontro di qualche giorno fa – match di Round Robin a Torino – invece si è scottato, sorpreso dall’aggressività e dalla solidità tecnica e mentale dell’azzurro. Domenica si vedrà. Per la 20esima volta nella storia delle Finals si ripeterà in finale una sfida avvenuta già nel Round Robin. La rivincita è avvenuta 12 volte, mentre il risultato del match di girone è stato confermato 8 volte. Vedremo se Sinner riuscirà a confermare la splendida performance realizzata in settimana con il numero 1 del mondo. Sarà una prova del nove cruciale per Sinner, chiamato ad offrire un altro exploit degno del nuovo Jannik; certo, se Djokovic giocherà come è riuscito a fare con Alcaraz, sarà durissima. Ma l’atmosfera, forse, potrebbe fare una piccola differenza: il tifo del Pala Alpitour esploderà ad ogni punto di Jannik, il cuore di tutta Italia batterà con il suo. Il sogno continua…