Djokovic, occhi di bragia e tennis glaciale. Davvero mostruoso in finale, RoboNole ha resettato del tutto la sconfitta di martedì scorso con Sinner in tre set, non gli ha concesso praticamente nulla e ne ha spento gli ardori per volare verso il settimo sigillo alle ATP Finals in nove finali; per lui è il settimo titolo dell’anno e il 98esimo finora in carriera, con uno sguardo ad un altro record da frantumare: quei 109 titoli conquistati da Jimmy Connors. Nel 2023 ripete l’exploit del 2015, cioè disputa le finale in tutti gli slam (con la vittori a Melbourne, Roland Garros e New York) e alle ATP Finals. Come lui c’era riuscito Federer, nel 2006 e 2007. Da lunedì entrerà nella 400esima settimana da numero 1. Stratosferico, come nell’ennesima impresa di sgretolare un altro record di Roger Federer che, insieme a lui, deteneva il primato di sei titoli al Masters.
Una forza della natura, Nole: a 36anni appare sempre più fresco, più scattante, più solido, più affamato di successi e primati. Nulla ha potuto Jannik Sinner, che ci ha provato dal primo all’ultimo punto, ma non è mai riuscito a trovare uno spiraglio o un appiglio per scardinare il meccanismo infernale del numero 1 del mondo. Nonostante tutto, è stato uno Jannik da sogno per una settimana, imbattuto fino all’ultimo decisivo round, capace di dominare lo stesso numero 1 martedì scorso e il numero 3 due giorni dopo. La sconfitta di domenica per mano di Nole non toglie a Jannik le grandissime qualità del suo tennis e la dimensione storica ormai acquisita durante la magica settimana torinese, essendo diventato il primo italiano di sempre ad accedere alla finale del Masters di fine anno. Il 22enne di San Candido, n. 4 del mondo, vanta dunque nel 2023 due successi contro il numero 1 del ranking (Alcaraz e Djokovic), 61 vittorie stagionali (14 sconfitte) ed è il terzo più vincente dopo Medvedev (66) e Alcaraz (65). Chiude il 2023 con quattro trofei: Montpellier, il ‘1000’ di Toronto e i ‘500’ di Pechino e Vienna.
Sin dall’inizio il serbo ha inflitto a Jannik un ritmo forsennato e asfissiante, una perfezione assoluta con il dritto e il servizio. Colpi penetranti, millimetrici e filanti hanno imposto a Sinner il massimo dello sforzo e della resistenza. Jannik ci ha provato sempre, tosto e deciso, ma non è bastato, anche perché, dopo tanta tensione e sforzi prolungati, il suo tennis ha presentato qualche sbavatura e la freschezza non era quella dei giorni scorsi. Punto dopo punto, Nole è stato quasi accanito nel non lasciarsi sfuggire neanche un quindici. Il primo set è scivolato via veloce e implacabile, 6-3 in 39 minuti. Due punti, soltanto due, persi alla battuta per il Djoker. Quando ha servito la seconda palla (solo 6 volte!) ha fatto sempre punto; con la prima ha conquistato l’88% dei punti. Impressionante. Per Sinner invece c’è stato soltanto il 69% dei punti con la prima di servizio e il 64% di prime palle in campo.
Nel secondo parziale l’azzurro ha avuto qualche occasione in più, in particolare quelle due palle break sul 3-2 Djokovic; ma questi è stato inesorabile, le ha subito cancellate e ha continuato la sua corsa fino all’implacabile doppio 6-3 con cui ha conquistato il suo settimo trofeo da Maestro. Novak è stato perfetto, certo, ma l’altoatesino ha subìto un netto ed inevitabile calo delle energie. Il bilancio per Djokovic a fine match è impressionante: Nole ha realizzato il 91% dei punti con la prima palla e ha commesso soltanto 5 errori non forzati.
Un successo al bacio per Djokovic, come i baci che ha mandato ai suoi bimbi, Stefan e Tara, presenti nel box: “È una delle mie migliori stagioni, sono molto orgoglioso di questi due giorni, Sinner e Alcaraz sono tra i migliori. Proprio per come hanno giocato in questi mesi, mi hanno costretto a trovare il modo di vincere io le partite, senza aspettare che loro mi dessero la vittoria. È stata una vittoria tattica e una settimana fenomenale. I bimbi sono stati bravissimi, sono venuti a guardarmi, ho sempre voluto gareggiare davanti a loro perché capissero cosa sta succedendo, sono profondamnete orgoglioso di essere il papà di questi due angeli, mi danno tanto forza”.
Nonostante la sconfitta, Jannik ha confermato tutta la sua maturità e sportività, consapevole del grande lavoro svolto e gli enormi progressi: “Grazie mille a tutti, buonasera! Nole, con te posso parlare in italiano. Congratulazioni per questa settimana e non solo, hai cominciato l’hanno vincendo, lo chiudi vincendo. Sei un’ispirazione non solo per tutti quelli che stanno guardando, ma per tutti i giocatori, per la professionalità che dimostri, insieme al tuo team. Grazie alla mia squadra, negli ultimi due tre mesi abbiamo disputato tante partite, ci siamo migliorati durante tutta la stagione avendo la fortuna di giocare con i migliori, abbiamo visto che possiamo migliorare tanto. Possiamo guardare gli aspetti positivi di tutta questa stagione, all’inizio dell’anno ero un giocatore diverso da quello di oggi. Grazie a voi che mi fate capire tante cose. Voglio ringraziare la Federazione, perché nel 2019, grazie ad una wild card, ho potuto partecipare alle NextGen e vincerle. Eccomi, quattro anni dopo ho giocato qui a Torino, forse nel torneo più bello. E poi grazie a voi, il pubblico, è stata una settimana in cui mi avete raccolto con un piccolo bambino, mi avete dato forza nei momenti difficili, in campo e fuori. Vediamo cosa succederà l’anno prossimo. Ma prima ci sarà la Coppa Davis, cercheremo di fare bene anche lì.”
Esatto, la corsa nel 2023 non finisce qui. Da lunedì, riflettori puntati su Malaga. Jannik Sinner, insieme a Musetti, Sonego, Arnaldi e Bolelli, sarà impegnato nella finalissima di Coppa Davis. Che sia la volta buona per ripetere il leggendario successo del 1976? Con questo Jannik Sinner e gli altri magnifici ragazzi azzurri il sogno continua…