Bloooog!
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Evito una sfilza di aggettivi epici e cerco di contenere un certo scomposto trionfale italianismo. Ho varie porte davanti e devo trovare l’ingresso di questa storia. Non necessariamente in ordine di importanza, scelgo:
1) Abbiamo una squadra italiana in finale di Champions League, contro Real Madrid o Manchester City.
2) Abbiamo un derby di Milano di semifinale, dopo un quarto di finale Milan-Napoli.
3) Ogni volta che si parla di Inzaghi sull’ultima spiaggia, insomma o passi o ti caccio, Simone fa l’impresa.
4) La stagione dell’ Inter è sospesa tra il disastro e la leggenda.
Qualsiasi elaborazione di questi argomenti è ad altissimo rischio di stupidaggini seminate in giro senza senso. Sembra che il calcio si diverta a fare l’opposto di quello che evidentemente vaneggiamo. Napoli strafavorito e alè, Milan. Inter a pezzi, e alè, un trionfo. Meglio così tutto sommato, la stregoneria del calcio esercita sempre grande fascino. La squadra italiana in finale di Champions League ci costringe a toglierci il cilicio che indossammo dopo la mancata qualificazione della Nazionale azzurra ai Mondiali di calcio. Da allora ci frustiamo a sangue e puntualmente ricordiamo la lontananza dell’ultima Champions League vinta: il Triplete dell’ Inter di Mourinho, correva l’anno 2010. Non accetto discussioni di quelli che dicono subito: con tutti quegli stranieri è ancora calcio italiano? Sì è comunque calcio italiano e poi i gol più importanti e pesanti, i primi, di questa sfida tra Inter e Benfica, li ha segnati entrambi Barella.
Insomma l’Inter ha eliminato il Benfica – gol di Barella, Lautaro e perfino del redivivo Correa, i gol dei portoghesi tutti a inseguire un risultato impossibile a quel punto da ribaltare – e va a prendersi il Milan. Si annunciano due straordinarie partite di gran gala a San Siro, nello stadio monumento che vogliono abbattere a forza di ruspe avanti e indietro. Entro metà maggio arriveremo al quinto derby di Milano della stagione: nei due derby di campionato una vittoria a testa, poi c’è stato il derby di Supercoppa vinto dall’Inter e adesso siamo al rendiconto finale. Pronostici mi sembrano prematuri e comunque avete visto tutti che aria tira, non se ne azzecca una.
Sull’ Inter strano caso del Doctor Jekyll & Mister Hyde, abbiamo detto all’infinito senza mai trovare il bandolo della matassa. Come sia possibile non lo sappiamo e ogni spiegazione a questo punto è plausibile. E’ probabile che abbia un cromosoma europeo, che secerne adrenalina e coraggio nel momento stesso in cui risuona l’inno della Champions League. Ma non è dimostrato nemmeno questo, forse in Champions ha semplicemente più c…o, e i palloni che in campionato escono o sbattono addosso ai portieri, qui entrano dentro.
Sospesi tra il disastro e la leggenda, l’Inter delle 11 sconfitte in campionato, rischia di non qualificarsi per la Champions League. Ma rischia anche di vincerla, e questo garantirebbe l’accesso alla Champions successiva. Servirebbe dunque un colpevole, ovviamente Inzaghi, ma anche no a questo punto. “Non sono un problema le critiche, a volte ci stanno, a volte sono suggerite. So da dove provengono. Siamo in semifinale di Champions League e in semifinale di Coppa Italia”. Al di là delle sue allusioni a nemici nascosti non si sa bene dove, siamo tutti sicuri che Simone Inzaghi dia il meglio di se stesso quando dicono e scrivono che stanno per cacciarlo. Non che certe volte non se lo meriti davvero e che certi guai se li vada effettivamente a cercare col lanternino, ma un po’ di umana simpatia e solidarietà la ispira. Ha un’Inter abbastanza scombinata, il nostro, ma da solo tiene in scacco un’orda scatenata che vuol fargli la pelle. Sembra Massimo Lopez quando faceva la pubblicità della Sip, davanti al plotone d’esecuzione: una telefonata allunga la vita. Non riuscivano mai a fucilarlo e alla fine il plotone d’esecuzione s’addormentava.