Pochi giorni fa, sabato 15 marzo, è finito il Sei Nazioni 2025 con la vittoria della Francia. Si è chiuso il sipario sul torneo centenario più antico della palla ovale. Anzi no. Il torneo è finito per gli uomini, ma le ragazze sono pronte a raccogliere il testimone e dare il via al loro Sei Nazioni. Domenica alle 16 italiane (con diretta su Sky Sport Arena e in simulcast su Rai 2) lo York Community Stadium sarà teatro del debutto dell’Italia nel Women Six Nations 2025. Le Azzurre, guidate dal nuovo allenatore Fabio Roselli, affronteranno l’Inghilterra, squadra campione in carica e favorite assolute del torneo.
UN NUOVO CORSO PER LE AZZURRE
Dopo Giovanni Raineri, la Federazione Italiana Rugby ha scelto Fabio Roselli per guidare la nazionale femminile. L’ex allenatore delle Zebre ha subito iniziato a lavorare per imprimere il suo stile di gioco, puntando su una maggiore dinamicità e aggressività, per “essere una squadra che non si tira mai indietro, che sa soffrire e che è capace di sfruttare ogni occasione”, sono state alcune delle sue prime parole.
UN MATCH PROIBITIVO, MA SFIDANTE
L’Inghilterra rappresenta un ostacolo imponente per qualsiasi squadra. Le inglesi sono forti fisicamente, organizzate e con una mentalità vincente. “Per questo, ha detto Roselli- ci siamo allenati anche sul tatami, per prepararci all’impatto”. Ma vediamo la formazione azzurra scelta da Roselli per resistere all’impatto delle Red Roses.
RITMO E POSSESSO
Senza Giordano e Sillari, indisponibili, Roselli ha deciso di spostare Alyssa D’Incà – la cui seconda meta con la Francia fu votata lo scorso anno migliore della kermesse – accanto alla veterana Rigoni, una delle “inglesi” che militano nella Premiership oltre Manica, formando una coppia di centri diversa dal solito, mentre l’utility back Granzotto giocherà ala provando a sfruttare la sua rapidità di movimento (può fare anche la mediana di mischia) e dovrà arginare in difesa l’esordiente Venner dall’altra parte. Per il resto, il reparto trequarti non subisce particolari modifiche rispetto alla scorsa annata, con Ostuni Minuzzi e Muzzo a completare il triangolo allargato e Madia ad affiancare Stefan (capitana di giornata) in mediana. Il lavoro di Stefan, numero 9 anche delle Sale Sharks, sarà fondamentale, sia perché conosce e sfida tutte le settimane le avversarie sia perché dovrà impostare un ritmo che permetta alle Azzurre di non andare fuori giri contro la furia delle inglesi. Più possesso avrà l’Italia, più sarà possibile arginare le Red Roses, che se lasciate libere di fare la partita che hanno in mente diventano inarrestabili.
LA BATTAGLIA DAVANTI
In questo senso, saranno tre gli aspetti fondamentali della battaglia davanti, e riguardano sia la qualità del possesso azzurro sia la capacità di abbassare il ritmo delle inglesi. Le terze italiane (Veronese, Locatelli e Sgorbini, più Franco ed eventualmente anche Tounesi dalla panchina) dovranno lavorare tantissimo in mezzo al campo per rallentare il più possibile il possesso delle inglesi, con placcaggi mirati e tanti interventi nel breakdown.
Per avere palloni di qualità saranno fondamentali le fasi statiche, con Gurioli che dovrà essere precisa al lancio e le seconde linee azzurre (con Locatelli che giocando in terza può aggiungere un’ulteriore opzione) brave a garantire possessi veloci. E poi, chiaramente, la mischia ordinata sarà chiamata al durissimo compito di reggere l’impatto con Clifford e Muir in prima linea.
LE PANCHINE
Per tenere per 80 minuti il ritmo indiavolato dell’Inghilterra serviranno ingressi di grande qualità. Roselli può contare su elementi ormai rodati ad alto livello come Vecchini, Maris, Tounesi, Franco (che torna in Nazionale dopo 2 anni), Stevanin e Capomaggi. Si aggiungono anche Stecca, che ha fatto bene nel WXV e l’esordiente Bitonci. Dall’altra parte, però, coach Mitchell ha il jolly da giocarsi se le cose dovessero mettersi male: Elle Kildunne, miglior giocatrice del Sei Nazioni 2024, una vera fuoriclasse in grado di cambiare la partita da sola.
LE FORMAZIONI
Inghilterra: 15 Emma Sing, 14 Mia Venner, 13 Emily Scarratt, 12 Holly Aitchison, 11 Claudia Macdonald, 10 Helena Rowland, 9 Lucy Packer, 8 Maddie Feaunati, 7 Marlie Packer, 6 Zoe Aldcroft (Capitano), 5 Lilli Ives Campion, 4 Rosie Galligan, 3 Maud Muir, 2 Amy Cokayne, 1 Kelsey Clifford
A disposizione: 16 May Campbell, 17 Hannah Botterman, 18 Sarah Bern, 19 Abbie Ward, 20 Sadia Kabeya, 21 Flo Robinson, 22 Jade Shekells, 23 Ellie Kildunne
Italia: 15 Vittoria Ostuni Minuzzi, 14 Aura Muzzo, 13 Alyssa D’Incà, 12 Beatrice Rigoni, 11 Francesca Granzotto, 10 Veronica Madia, 9 Sofia Stefan (Capitano), 8 Francesca Sgorbini, 7 Isabella Locatelli, 6 Beatrice Veronese, 5 Giordana Duca, 4 Valeria Fedrighi, 3 Sara Seye, 2 Laura Gurioli, 1 Silvia Turani
A disposizione: 16 Vittoria Vecchini, 17 Emanuela Stecca, 18 Gaia Maris, 19 Sara Tounesi, 20 Giada Franco, 21 Alia Bitonci, 22 Emma Stevanin, 23 Beatrice Capomaggi
UNA PARTNERSHIP REGALE
La foto che vedete in testa all’articolo è quella ufficiale scattata al Teatro Regio di Parma durante il raduno in vista dell’esordio nel Guinness Sei Nazioni. Cultura, sport e bellezza in un solo scatto.
Nel palco reale ci sono la Capitana Elisa Giordano, il CT Fabio Roselli, la Consigliera Federale con delega al rugby femminile ed ex Azzurra Erika Morri e il Capo Delegazione Fabio Beraldin.
Nei palchi circostanti, tutte le atlete e i membri dello staff Azzurro, in uno scatto che vuole rappresentare l’unione tra lo sport, la cultura e la città di Parma, sede delle gare interne della Nazionale Femminile anche nel Guinness Sei Nazioni Femminile.