Difficile che Diego Cantagalli dimentichi questa stagione. Al primo anno nella Cucine Lube Civitanova di SuperLega, l’opposto ha conquistato il tricolore e la Champions League. Come se non bastassero i due trofei, a breve il figlio d’arte (il padre Luca, ora allenatore, faceva parte della squadra di fenomeni guidata da Julio Velasco) potrebbe sistemare nella sua bacheca anche lo scudetto giovanile (Junior League) e sta per debuttare nella Nazionale Seniores che parteciperà alla Volleyball Nations League (dal 31 maggio). “Mi sto togliendo un sacco di soddisfazioni, ancora stento a credere che mi stia capitando tutto questo” dice il talento azzurro, classe 1999.
Chissà come sarà orgoglioso di te papà.
“Non l’ho ancora visto, dopo le due vittorie. Era venuto con mamma per vedere gara 4 della finale playoff contro Perugia, a Civitanova, e mi aveva dato un abbraccio forte. Mi è bastato quello: non è tipo da complimenti, ma sa come dimostrare quanto apprezzi il mio impegno. Pensa che da bambino non sognavo di seguire le sue orme”.
Cioè?
“Giocavo a basket. Poi, a 12 anni, ho deciso di provare con il volley e non ho più smesso: è stato un colpo di fulmine. Ringrazio papà per non avermi spinto nel rettangolo, così la mia è stata una scelta consapevole e non obbligata”.
Cos’hai preso da lui?
“Il nostro bagher è simile ed è già qualcosa: da papà mi piacerebbe ereditare tutto, l’ho sempre ammirato, è il mio eroe. Perché è stato un giocatore meraviglioso, non a caso appartiene alla generazione di campioni che hanno scritto la storia del volley, e ora è un allenatore eccellente. Oltre a essere un grande uomo, un esempio che cerco di seguire, in campo e fuori”.
Una sua qualità che apprezzi in particolare?
“La grinta e la tenacia insieme. Mi ha insegnato ad affrontare le situazioni di petto e a non arrendermi”.
Ti ha dato qualche consiglio in questo periodo di finali?
“No, da un po’ di tempo ormai parliamo più di noi che di pallavolo. Ci confrontiamo spesso e ci confidiamo in libertà”.
Condividete altro, pallavolo a parte?
“Ci piace pescare, una passione ereditata dal nonno. Altro che noia, il bello sta proprio nell’aspettare: aiuta a rilassarsi, toglie i pensieri”.
Delle ultime partite entusiasmanti, quali momenti ti tornano subito in mente?
“Di sicuro il punto che ha siglato la finale di Champions League: ero sotto rete e vivere dentro l’azione invece di vederla dalla panchina è tutta un’altra emozione “.
Il tuo prossimo obiettivo?
“Giocare da protagonista nel club e con la maglia azzurra. La mia avventura con la prima squadra è appena iniziata e quella in Nazionale sta per cominciare: spero di meritarmi presto un posto come titolare in entrambi i team. Lavoro a parte, prendere la patente: in questi giorni sono occupato con le ultime guide, l’esame mi aspetta tra un paio di settimane”.