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Pallavolo

Maurizia Cacciatori: “Una Nazionale bella”

Da Luca Marianantoni 22/09/2017

Maurizia Cacciatori ci illustra pregi e difetti della Nazionale femminile che sta affrontando da outsider di lusso i campionati Europei di pallavolo.

E’ iniziata con una bella vittoria per 3-0 sulla Georgia, l’avventura della Nazionale italiana femminile agli Europei 2017 in corso di svolgimento in Georgia e Azerbaigian. E Sport Senator non poteva non scambiare due parole con l’ex regina Maurizia Cacciatori, 224 presenze in Nazionale tra il 1998 e il 2004 e una valanga di titoli con le squadre di club.
Come definiresti la squadra di Davide Mazzanti? “Una Nazionale bella, giovane, con delle super atlete che avranno il coraggio di mettersi in gioco per tenere alta la tradizione. Peccato per le assenze di Ofelia Malinov e Miriam Sylla, ma sono sicura che chi scenderà in campo al posto loro, non le farà rimpiangere”.
Consideri l’Italia tra le favorite? “Assolutamente sì, le azzurre non fanno mistero di puntare al podio. Serbia e Russia sono le favortite numero 1, ma noi ci giochiamo la possibilità di arrivare fino in fondo. Ogni partita farà storia a sè, ma quel che conta è il gruppo e il nostro gruppo è molto affiatato”.
Qual è, secondo te, la Nazionale azzurra più forte di tutti i tempi? “Io dico questa, perchè sono guidate da un grande allenatore. Con lui hanno libertà di scelta e possono esprimere tutta la loro enorme creatività. Mi auguro che facciano un grande campionato, se lo meritano”.
Il punto debole? “Ripensando al mio esordio in questa competizione, mi verrebbe da dire il lato emotivo. Ero in campo, ma il mio cuore batteva forte da tutt’altra parte. Gestire le emozioni è il primo passo che ti porta alla vittoria. Non ci sono trucchi particolari. Preparazione fisica e concentrazione sono alla base di qualsiasi successo nel mondo dello sport. Per molte sarà il primo Europeo, ma non per questo sarà preso sottogamba dalle atlete”.
Com’è cambiata la pallavolo negli ultimi 15-20 anni? “Premesso che a me piace più questa di quella che giocavo io, oggi è tutto più veloce e non puoi tralasciare neppure una piccola parte della preparazione atletica. E poi è quasi diventata una scienza esatta e non a caso noi abbiamo gli allenatori più bravi del mondo”.
Che giudizio dai al Ct Davide Mazzanti? “E’ la persona perfetta per comandare questa squadra. Incarna l’anima di chi vuole stupire, di chi vuole trasformarsi da outsider a campione. E’ uno che non si pone limiti, ma che al tempo stesso riesce a togliere pressione alle giocatrici. Sarà la sua prima grande sfida importante della carriera e sono sicura che a fine Europeo sarà molto soddisfatto delle sue ragazze”.
Ti ci vedi in futuro a fare l’allenatrice? “No, è una cosa che non posso fare e non voglio fare. Sono di Carrara e quindi dura come un marmo. Ho avuto rapporti difficili con quasi tutti i miei allenatori. Io sono schietta, ti dico subito quello che penso, in faccia, senza filtri e senza riflettere e questo è dannoso se vuoi fare l’allenatore”.
Eppure la tua nuova veste ha molto a che fare con l’insegnamento e con il coaching? “Sì, faccio formazione aziendale e quindi porto il volley dentro le aziende. Ma non il volley come sport, il volley inteso come squadra vincente, come idea di un gruppo finalizzato allo stesso obiettivo. L’immagine di un’azienda è l’immagine di una squadra. Per me è come ritornare in campo, ma invece di schiacciare a terra, murare l’avversaria o fare un bagher, insegno che per vincere, prima di tutto, ci vuole la mentalità vincente”.
Qual è l’eredità più grande che ti ha lasciato il volley? “Direi che il regalo più bello che ho ricevuto dal volley è stato il saper accettare il verdetto del campo e quindi la vittoria e la sconfitta. Trovare il giusto equilibrio è stata la benzina che mi ha fatto andare avanti come atleta e crescere nella vita”.

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Nota sull’autore: Luca Marianantoni

Una vita tra numeri, statistiche, campioni e imprese memorabili. L'amore più grande il tennis con cui ha collezionato la presenza in 53 tornei del Grande Slam a partire del Roland Garros 1989. Ha collaborato a pubblicazioni e libri di tennis.

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