I grandi campioni del passato elogiano Roger Federer. John McEnroe capitano del Team World, Mats Wilander, Barbara Schett, Alex Corretja e la lunga intervista rilasciata da Kim Cljisters a Eurosport, che trasmetterà la Laver Cup in esclusiva italiana e in diretta integrale su Discovery+.
JOHN MCENROE: «IL MIGLIORE DI SEMPRE»
Credo che il miglior giocatore su erba sia stato Roger, sul veloce Djokovic e su terra Nadal oltre a Borg, ma in assoluto penso che Federer sia il più grande tennista di tutti i tempi.
Non dimentichiamoci di quanto sia incredibile che Roger, Novak e Rafa abbiano vissuto nella stessa era di tennis e che fra dieci o vent’anni si penserà ancora: «Wow, ma com’è possibile che abbiano tutti vinto almeno 20 Slam?». E francamente, nemmeno io credevo potesse mai accadere.
JOHN MCENROE: «ROGER, SERENA, È COSÍ CHE DEVE FINIRE»
Serena Williams e Roger Federer sono delle leggende del tennis e da tali “possono fare ciò che vogliono”. Per me, se si annuncia il ritiro, ci si deve ritirare, però altri campioni sono tornati dicendosi: «Hey, ho giocato bene, posso ancora vincere!». Insomma, ogni altra eventuale decisione spetterà solo a loro.
Roger e Serena mi sembrano pronti a voltare pagina, però il tennis è una parte così importante della loro vita che non si sa mai… E non saremmo certo noi a biasimarli. Anzi, vorremmo vederli giocare per sempre, ma se hanno creduto che “È così che deve finire”, allora sarà meglio per tutti.
JOHN MCENROE: «UN MESSAGGIO SPECIALE PER ROGER»
Ho amato guardarti giocare e commentare le tue partite è stato un privilegio. Sei il più bel giocatore che abbia mai visto su un campo da tennis.
E io idolatravo Rod Laver, il che la dice lunga…
Grazie per tutto quello che hai fatto. Non posso dire altro. Il tuo amore assoluto per il tennis è stato un messaggio per tutti noi. Mi viene la pelle d’oca solo a sentire del tuo ritiro dopo vent’anni di splendida carriera.
MATS WILANDER
Avere i Fab Four insieme alla Laver Cup è davvero incredibile. Vedremo come interagiranno, se giocheranno insieme in doppio, come supporteranno la squadra. Finalmente e in bocca al lupo a John McEnroe, che con il suo Team World dovrà affrontare queste leggende!
ALEX CORRETJA
Non vedo l’ora di vedere Federer in campo. Non vediamo l’ora di vederlo giocare, anche se sarà “solo un doppio”. Spero stia bene, deve ritirarsi e la Laver Cup è la sua occasione perfetta. È molto importante per il tennis rivedere Roger, anche se sarà l’ultima volta.
Avere i Big Four ancora insieme è come un sogno che diventa realtà. Per i tifosi sarà fantastico, con il loro contrasto di stili, ognuno il proprio gioco e la propria personalità, ma riuniti nella stessa squadra sarà semplicemente indimenticabile. La combinazione tra singolare e doppio sarà una lezione per noi e per loro, perché anche i migliori giocatori amano ricevere consigli.
BARBARA SCHETT
È così speciale vedere i Fab Four riuniti. È da tanto tempo che non li vediamo insieme a causa di infortuni e diverse circostanze. Quindi questa sarà l’ultima volta che li vedremo insieme e non saranno rivali in campo. Sono membri della stessa squadra e sapranno sostenersi a vicenda. Ci saranno molte parole, molti allenamenti fra loro e tutto questo è molto emozionante. Ecco perché la Laver Cup è così unica.
E saranno i giorni di Roger Federer alla Laver Cup, che non vediamo giocare a tennis da molto tempo. L’anno scorso a Wimbledon ha giocato la sua ultima partita e tornerà in doppio con Nadal, chissà se anche con Djokovic. C’è grande attesa e anche un po’ di malinconia nel vederlo per l’ultima volta in campo.
INTERVISTA DI EUROSPORT A KIM CLIJSTERS
Provo emozioni contrastanti. La notizia del ritiro di Federer è stata triste, ma il modo in cui ha scelto di farlo è stato bellissimo. Come in un film, ho ripensato al giorno in cui ho incontrato Roger per la prima volta: da ragazzini, avevo quattordici anni, lui sedici ed era già stupendo vederlo giocare. Poi a quando ho conosciuto e frequentato sua moglie Mirka, dal circuito a madre di famiglia, allenandomi spesso con lei, vedendoli crescere insieme e da donna, ex-tennista, madre e moglie, c’è un’espressione che recita: “You carry the ship”, “Tu guidi la nave”. Ripenso a tutte quelle sue partite da spettatrice, perché tutte volevano vedere Roger. Perché la sua evoluzione è stata davvero incredibile e oggi si ritira da icona.
Ricordo quando Pete Sampras giocò il suo ultimo Wimbledon. Stavo lì seduta mentre tutti dicevano: «Nessuno qui sarà in grado di far meglio di Pete, nessuno potrà nemmeno avvicinarsi a questo livello di gioco» … Invece era già stato Federer a batterlo a Wimbledon e oggi, vent’anni dopo, è diventato una leggenda: questo straordinario tennista, così elegante dentro e fuori dal campo, molto garbato e divertente. È triste vederlo ritirarsi, ma allo stesso tempo ci si sente così fortunati per aver potuto vederlo giocare, assistere alle sue finali contro Nadal, tra i più grandi momenti nella storia del tennis.
Tennisti come Agassi, Sampras o Steffi Graf erano inarrivabili. In Tour non li si vedeva quasi mai: entravano e uscivano dai campi, s’allenavano, giocavano le loro partite e poi tornavano in albergo. Con Roger invece c’è stata una specie di familiarità perché gli piaceva stare in mezzo agli altri giocatori “a misura d’uomo”, farsi una chiacchiera, ridere e scherzare. Non solo io, credo che molti giocatori abbiano avuto questo legame. È cresciuto imparando il nostro stile di vita, molto distante da un concetto di “vita normale”, eppure è sempre stato molto “connesso” e naturale.
Il tennis non sarà più lo stesso senza Roger, che è stato un giocatore mai più replicabile. Ho sempre zoomato lo schermo in cerca di una goccia di sudore sul suo viso e raramente l’ho vista. Ai tempi di Andy Roddick, ricordo che gli gocciolava il cappello e Roger se ne stava lì come a bere champagne. L’eleganza del suo stile e del suo modo di vestire… Non credo che avremo mai più nessuno come lui. Ci sono tennisti come Grigor Dimitrov che “giocano come lui” e si vede che hanno modellato il loro gioco su quello inarrivabile di Roger: il rovescio alla Federer eccetera. Ci sono molti ragazzi che s’ispirano a lui e nessuno prima ha avuto un simile impatto, perché il suo gioco è stato unicamente perfetto. Quanto a me, beh, al massimo ho provato a copiargli lo slice di rovescio (ride, ndr).
Non c’è un modo giusto o sbagliato di ritirarsi, ma il suo messaggio è arrivato giusto e chiaro, aperto e onesto. Fra noi ex-tennisti girava voce che volesse ritirarsi allo US Open, ma non l’ha fatto per rispetto incondizionato di Serena Williams, perché lui è fatto così. Penso che la Laver Cup sia comunque per lui un modo molto appropriato per dire addio, con i suoi grandi rivali Novak e Rafa, perché solo il fatto che possano riunirsi ancora una volta è davvero incredibile. Per me Roger ha rappresentato un tennis completo di eleganza, tecnica e stile, col suo modo di comportarsi in campo e la capacità di essere dominante per così molti anni.
Per me è Roger è “il GOAT”, ma anche Nadal lo è, in fondo non c’è bisogno di un solo GOAT, no? Anzi, non mi piace proprio quando a casa i miei figli discutono su chi sia più forte tra Michael Jordan o Lebron James e gli dico sempre: «Potete smetterla?». Non ci sono paragoni, i tempi cambiano, il mondo cambia. Quindi non voglio scegliere fra loro.
Federer ha deciso di ritirarsi perché non avrebbe più potuto competere ai massimi livelli: abbiamo visto tutti la fisicità con cui giocavano i ragazzi allo US Open. La mole di lavoro che serve per essere in vetta va oltre il talento. Ci vuole etica per essere il migliore e restarlo per così molto tempo, settimana dopo settimana, sapendo che ogni volta che scendi in campo, ogni avversario vuole batterti, perché tutti volevano nel curriculum l’aver battuto Roger Federer.
C’è un momento che per me è stato di gran lunga l’esperienza più umana e dolorosa, ma bellissima allo stesso tempo, ed è stato quando la Svizzera ha giocato la Coppa Davis in Australia, dopo la morte del suo allenatore Peter Carter. All’epoca ero la fidanzata di Lleyton (Hewitt) e “la nostra famiglia del tennis” si riunì in una situazione così dolorosa, in presenza di Roger, dei familiari di Peter Carter e della Nazionale australiana di Davis. Prima ancora di scendere in campo e affrontarsi da avversari, li ho visti condividere questa esperienza solidale, luttuosa e molto intima, e questo è probabilmente il mio ricordo più intenso, oltre a tutte le grandi cose che ha fatto sul campo da tennis e alle bellissime partite che ha giocato, perché Carter ha significato molto per lui e non solo sportivamente parlando.
E poi quando ha pianto a fine torneo, dopo aver vinto l’ultimo Slam o il suo ultimo titolo a Basilea, tra i miei momenti preferiti di Roger Federer. È la parte che tramanderò ai miei figli. Anzi, stamattina mia figlia mi ha detto: «Mamma, ma lo sapevi che Federer si ritira?». Ecco, mia figlia non segue molto il tennis, non è aggiornata sulle ultime notizie o cose del genere, ma se parla di lui senza averlo mai visto colpire una palla, è perché Roger va ben oltre il tennis. E spero potranno trarre da lui l’umiltà nell’aiutare gli altri e sentirsi grati. Avrò la scatola dei fazzoletti pronta, perché sarà molto emozionante e allo stesso tempo non vedo l’ora di vederlo giocare per l’ultima volta.
(Credit foto eurosport – discovery)