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Golf

Chicco Molinari: la vera storia di un uomo qualunque che è diventato il primo re italiano Major. Un vero campione

Da Vincenzo Martucci 23/07/2018

Il torinese ha superato tutti i cliché del golf nostrano, sempre troppo attento all’aspetto e poco alla sostanza di chi si è costruito da solo, pezzo dietro pezzo, fino allo storico trionfo a Carnoustie  dominando di test e di gioco un certo… Tiger!  

Francesco Molinari è un uomo qualunque: non alto, non aitante, non viziato dal talento golfistico, non lanciato da trionfi giovanili eclatanti, non vezzeggiato da sponsor e da nazioni potenti, non personaggio, non amante di colori sgargianti e di modi evidenti, non amato dalle tv che l’ignorano spesso e volentieri. Un uomo qualunque con la faccia buona, da bambino, tanto da non riuscire a liberarsi del nomignolo Chicco. Un uomo di 35 anni che, a un tratto, dopo aver tanto lavorato su qualsiasi centimetro quadrato del suo io, del fisico, del gioco, dell’alimentazione, dell’allenamento, della psiche, si siede sul sofà del successo, e finalmente pensa, non agisce, non fa. E’ soddisfatto, stanco, incredulo, è impressionato da sé stesso, si prende le mani fra le mani, solo, dopo uno sguardo amorevole che ricambia alla moglie Valentina. Si prende la testa fra le mani, si copre gli occhi, trattiene a forza le lacrime, soprattutto, si ferma, dopo quella lunga corsa. E si dice:
“Sono in testa da solo all’Open Championship, lo Slam più antico, con 147 edizioni. Sono il primo italiano che può vincere un Major. Sono a un passo dalla storia”. Poi si scuote, come richiamato dalla solita vocina imperiosa – il senso del dovere – che gli hanno inculcato mamme e papà, si ribella a quell’unico, insolito, momento di distrazione, si alza di scatto, abbandona la diretta tv, esce dalla club House del mitico Carnoustie, un campo-simbolo del golf, e si mette a praticare come al solito, per riscaldarsi, per distrarsi, per non ritrovarsi impreparato, semmai, se l’ultimo inseguitore, Xander Schauffele, gli dovesse rimangiare due colpi nelle ultime due buche e riagganciarlo in testa, frantumando il suo magico -8, dopo il 69 di giornata che fa il paio col 65 di sabato, con zero bogey nelle ultime 36 buche, dopo il test vinto contro il ritrovato Tiger Woods, il Fenomeno che ha distrutto avversari ben più noti del torinese. Sempre assennato, preciso, giusto, l’italiano assolutamente anomalo non guarda il leaderboard, non domanda, gli base sentire l’eco dei 172mila spettatori che si sono affollati nei quattro giorni attorno ai famosi links scozzesi piegati dal vento per capire se il giovane statunitense, a -6, sprinta sui due assi europei Justin Rose e Rory McIlroy, e sull’altro yankee Kevin Kisner.
    Ecco, questo è semplicemente l’attimo fuggente che fotografa il golfista italiano più industrioso, più tenace, più intelligente, più umile, più sincero, più onesto, più esemplare, e quindi più forte di sempre. Che viene premiato dal destino alzando il trofeo unico dello sport tutto, il Claret Jug, e nel momento più dolce della sua vita, pensa a ringraziare i suoi cari, i tecnici professionisti che l’hanno aiutato e anche i 1390 volontari dell’Open, ma non sé stesso. Come farebbe qualsiasi altro campione entrando nella storia dalla porta principale, soprattutto partendo da così lontano come ha fatto lui che faceva storcere il naso a tanti perché non aveva “le phisique du role”. Ma lui, dopo aver avuto tanti dubbi, dopo aver vissuto con chissà quante paure, adesso incede sicuro, a testa alta, senza se e senza ma, dopo aver messo in fila i più forti del mondo. E amore gli occhi anche al nostro golf sempre poco popolare, e sempre troppo abbagliato dai cliché e dal dio denaro.
VINCENZO MARTUCCI
(Le bellissime foto sono di Claudio Scaccini clicca qui per vedere la gallery completa )
Tags: approfondimento, francesco molinari, golf, the open 2018, vittoria

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Nota sull’autore: Vincenzo Martucci

Napoletano, 34 anni alla Gazzetta dello Sport, inviato in 8 Olimpiadi, dall’85, ha seguito 86 Slam e 23 finali Davis di tennis, più 2 Ryder Cup, 2 Masters, 2 British Open e 10 open d’Italia di golf. Già telecronista per la tv svizzera Rsi; Premio Bookman Excellence.

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