La Var è bella perché è varia, se consentite il calembour, ma soprattutto è buona se mi favorisce. Prendete la Fiorentina. Contro la Spal, due turni fa, la squadra di Stefano Pioli è passata dall’uno due al due a uno, con una decisione eclatante, che ha fatto giurisprudenza. La Spal è andata in vantaggio con Petagna 34 secondi dopo il fallo di Felipe su Chiesa, poi sanzionato con il rigore. Dopo 3’49” dal fallo Veretout ha portato in vantaggio la Viola e soprattutto depresso la Spal, poi affondata da altri due gol. Nell’ultima giornata, invece, la Var ha messo sotto la Fiorentina contro l’Inter. Prima il rigore del 3-1 per i nerazzurri, poi l’annullamento del 2-3 per Chiesa and friends. In entrambi i casi i danneggiati dal grande fratello calcistico si sono lamentati. Poi al terzo utilizzo sono stati favoriti e allora la serata è stata meno amara. In questi quasi due anni di utilizzo della moviola in campo di biscardiana memoria, ho assistito alle stesse polemiche e visto gli stessi dirigenti con il labbro tremulo in televisione chiedere rispetto e elencare tutti i torti subiti. Come un tempo. La Juventus esce dal campo sempre al grido: “Sapete solo rubare”.
Con questo non voglio sostenere che la Var non è utile, ma che non risolve il vero problema del nostro calcio, che è l’educazione. Per questo sono stato sempre contrario alla Var, perché credo nel risposte dell’errore di tutti i componenti e non ho mai pensato (forse sono l’unico) che dietro i fischi ci fosse un piano diabolico per favorire questo o quello.
E quindi bisogna continuare a lavorare per costruire una cultura sportiva degna di questo termine che tenga lontano sospetti e polemiche, insulti e malignità e che rassereni i nostri stadi. Sono gli esseri umani che devono cambiare, la tecnologia questo cammino non lo potrà mai fare.
PIATTO CONSIGLIATO: Caviale e panna acida, con champagne (per festeggiare in anticipo quando l’ambiente sarà migliore e anche il ritorno della cena delle beffe, era un po’ che mancava)