Pensi a Napoli e ti vengono in mente tante cose: canzoni, sole, mare, pizza e, fra le altre, il pallone. Ecco, restando al calcio si può anche ritenere che lo scudetto sia stato un traguardo insito nella natura e nelle passioni della città. E nello sport possiamo allargare il discorso. Una manciata di scudetti in altre discipline (pallanuoto, rugby e perfino hockey prato nella vicina Torre del Greco), tanti campioni olimpici ma come si fa a pensare a Napoli capitale della corsa? La Napoli City Half Marathon ha invece
realizzato il miracolo: gli azzurri Yeman Crippa e Sofiia Yaremchuk a distanza di due anni, hanno stabilito qui il record italiano della mezza maratona.
Ci voleva il progetto folle di un sognatore napoletano, naturalmente emigrante ma non in destinazioni tradizionali come l’America, l’Argentina o l’Australia bensì nella Repubblica Ceca, quella che una volta si chiamava Cecoslovacchia e non era proprio un Paradiso dorato per chi voleva realizzare le proprie ambizioni. Carlo Capalbo, studi classici e solida laurea in tasca, dopo un lungo peregrinare aveva portato proprio a Praga la sua famiglia e qui si era imbattuto per caso nella corsa realizzando piano
piano uno dei più grandi circuiti internazionali del podismo, denominato Run Czech, che alla fine ha ripagato alla grande tutti gli investimenti. Poteva sentirsi un organizzatore appagato il signor Carlo, anche per il ruolo ottenuto nella federazione internazionale di atletica e per le tante “succursali” straniere del suo impero podistico ma si era fatto prendere da quell’idea che viene in mente ai napoletani illuminati baciati dal successo. “Voglio restituire alla mia città quello che mi ha dato quando ero ragazzo”: davanti a un boccale di birra praghese o a una pizza di Milano, sua seconda patria, aveva voluto condividere con me il folle progetto di far diventare Napoli la capitale italiana della corsa. “Ma come si fa? Napoli può essere prima in tutto ma proprio nella corsa mi sembra impossibile” ribattevo memore dei tempi in cui correre a Napoli era oggetto di derisione mentre il resto d’Italia già sperimentava le prime maratone. E consapevole che in tutta la Campania l’atletica è tutta da inventare anche adesso che l’Italia è diventata una potenza mondiale. E invece la “creatura podistica” nata per palingenesi sotto al Vesuvio ha bruciato le tappe e domenica scorsa nella data storica del 25 febbraio 2024 ha raggiunto l’obiettivo: detenere contemporaneamente il record italiano maschile e femminile della mezza maratona. Quello che, in chiave statistica, equivale a essere la capitale italiana della corsa.
A parte la breve parentesi di Monza, quando il record della mezza maratona era considerato ancora “best time”, nessun’altra città c’era mai riuscita. E ci si può sentire orgogliosi che i due record ottenuta dalla culla del Mediterraneo, crocevia di popoli e culture, siano stati ottenuti due campioni multietnici: prima Yeman Crippa con il suo 59’26” del 2022 e ora Sofiia Yaremchuk con il tempo di 1h08’27” che ha eguagliato il primato stabilito da Nadia Ejjafini dodici anni fa a Cremona. Guarda caso si tratta anche dei due primatisti italiani di maratona, la distanza olimpica che li vedrà in gara alla prossima Olimpiade di Parigi. Ed entrambi, partendo dall’Etiopia e dall’Ucraina, hanno trovato in Italia la loro realizzazione tecnica e agonistica. Non è secondario che Napoli, capitale in carica del calcio e della corsa, domenica scorsa abbia dispiegato i suoi tesori a 6000 podisti arrivati da tutto il mondo e solo in bassissima percentuale (circa 800 in tutto) da Napoli e dalla Campania. Per vedere i napoletani conquistare in massa le strade della città ci vorrà un secondo miracolo ma intanto domenica scorsa, sulla macchina di testa dell’organizzazione guidata dall’ex azzurro Giovanni Ruggiero, sorrentino vincitore in passato di un’edizione quasi sperimentale della maratona di Napoli, abbiamo visto lo spettacolo della città semideserta che offre squarci quasi inediti del lungomare e della zona del Porto. Napoli capitale della maratona ora parte all’assalto dei… napoletani.