Al Day 2 del Roland-Garros, Salvatore Caruso firma la prima piccola impresa del torneo. Dopo aver superato le qualificazioni, battendo il 22enne spagnolo Jaume Munar, discepolo dell’11 volte campione qui al Bois de Boulogne, l’azzurro ha ottenuto il risultato più importante della propria carriera (7-5, 4-6, 6-3, 6-3), accedendo così al secondo turno dello Slam parigino.
Quella con Munar è stata la tua seconda partita in assoluto 3 su 5, come l’hai vissuta?
“Sì, in Australia ho giocato per la prima volta 3 su 5 con Jaziri. È stata una partita tranquilla, forse mi sono irrigidito solo nel secondo ma terzo e quarto li ho gestiti splendidamente, scendevo a prendere i punti a rete… Sono contento di come ho giocato. Non sono sempre così tranquillo però, sono pur sempre siciliano!”
In carriera hai battuto avversari più forti di Munar però come contesto questa è la tua vittoria più importante. Ti fa strano che sia arrivata sulla terra, dato che ti sei sempre professato giocatore da veloce?
“Ho sempre detto di essere molto versatile. Riesco ad adattarmi a tutte le superfici, anche l’erba non mi dispiace. Sono cresciuto giocando su terra ma alcune mie caratteristiche, come le impugnature ed il rovescio piatto, sono da veloce. In generale è un mix che mi sta aiutando tanto. Menar è uno spagnolo doc, devi essere pronto a scambiare tanto e se inizi ad avere fretta ti prendi dei rischi importanti”.
Uno dei tuoi sogni prima che esplodesse Cecchinato, era di diventare il più forte giocatore siciliano di tutti i tempi… però è un obiettivo che si può ancora raggiungere…
“Adesso è un po’ più difficile, però… (ride, ndr). Marco è stato bravissimo, tanto di cappello per quello che ha fatto, tra me e lui c’è un ottimo rapporto. Sono attaccassimo alla mia regione ma in questo momento devo pensare a me stesso e continuare a fare bene”.
Nel corso degli anni sei cresciuto sempre più ma ti è sempre mancato quel piccolo step per vincere partite a questi livelli. Ci sono stati momenti difficili?
“Nei momenti negativi è importante avere dei pensieri costruttivi. Bisogna ragionare e domandarsi cosa manca e cosa occorre migliorare. Al mio fianco ho un allenatore straordinario, abbiamo lavorato tanto e sono risultati che ci meritiamo”.
87,000 euro (montepremi per l’accesso al 2R) fanno la differenza nella tua vita?
“Prima che me lo dicessi, non sapevo quanti soldi avrei preso”.
Ora che lo sai, ti sembrano pochi o giusti?
“Sai, ci pensavo e sinceramente credo di meritarmeli! (ride, ndr). Certo, i soldi aiutano, soprattutto per la carriera, infatti li investirò nel tennis. Vengo da una famiglia tranquilla, i soldi non sono mai stati un pensiero fisso, le cose importanti nella vita sono altre”.
Cosa fanno mamma e papà?
“Mio padre gestisce il negozio di famiglia, vende intimo e corredi, mia madre è insegnante di liceo”.
Cosa sai del tuo prossimo avversario Gilles Simon?
“Non sapevo neanche giocassi con Simon. È un altro giocatore molto regolare, mi ci sono allenato in Australia nel 2016. Sicuramente avremo una tattica da portare in campo, qualcosina troveremo anche per lui… (ride, ndr)”.
Hai scelto la tua Sicilia per formarti mentre Cecchinato invece è andato via. Però sei un po’ in ritardo per vincere la tua partita a livello Slam… Cosa ti ha “frenato”?
“Non mi piace chiamarlo freno. È stato un percorso diverso. Ero d’accordo con i miei genitori sul finire il liceo prima di dedicarmi completamente al tennis. Dopo il diploma mi hanno dato uno-due anni di tempo per provare a realizzare il mio sogno, altrimenti sarei andato all’università. I miei genitori ed il mio percorso mi hanno reso la persona che sono oggi e ne sono felicissimo. Ad oggi Paolino Lorenzi detta legge, si può arrivare ad alti livelli anche a trent’anni poi noi italiani maturiamo più tardi rispetto agli altri. L’importante è arrivare”.
Che tornei giocherai dopo il Roland Garros?
“Sono iscritto al Challenger di Poznan, poi andrò sull’erba di ’s-Hertogenbosch o Stoccarda, al Challenger Ilkley e a Wimbledon”.
Daniele Flavi (AGL)