Le idee nella boxe fanno un giro strano. Mentre la sfida al vertice del pesi massimi tra Tyson Fury e Oleksandr Usyk aveva visto a maggio la prima vittoria del pugile ucraino, a settembre si disputava a Londra, nello stadio di Wembley, un combattimento tutto britannico, valido per la corona IBF, tra Daniel Dubois e Anthony Joshua. Succedeva così che un ex campione del mondo più volte sconfitto come Joshua salisse di nuovo sul ring per riappropriarsi di una cintura mondiale contro lo sfavorito connazionale Dubois.
PALCOSCENICO UNICO
Un confronto che si teneva davanti a 96.000 spettatori paganti nel palcoscenico unico dello stadio di Wembley. Alcuni di questi seduti sugli spalti a una distanza dal ring tale da rendere pressoché invisibile un match di pugilato, ma persuasi dalla possibilità di dire “io c’ero“. Anche ad un evento che si mostrava a senso unico, con Dubois capace di atterrare per ben quattro volte un impotente Joshua. Cinque riprese senza storia, al modico prezzo di 50 sterline (ma c’era chi era arrivato a scucirne 140), per assistere alla quarta sconfitta in carriera del campione olimpico di Londra 2012. Joshua era ormai l’ombra di se stesso, mentre Dubois centrava il match della vita. La cintura IBF era meritatamente nelle mani di Dubois, ma non toglieva nulla alla netta superiorità della sfida tra Usyk e Fury, indiscussi padroni dei pesi massimi del 2024.
DUELLO SECONDARIO
Eppure quella sorta di “Mondiale bis di secondo livello” aveva fruttato una borsa da 41 milioni di dollari da dividere fra i due contendenti. Un miracolo economico firmato Eddie Jearn e Frank Warren, organizzatori di Matchroom Boxing e Queensberry Promotions, autentici Re Mida del pugilato di ieri e di oggi. Un verdetto che segnava l’uscita di scena di Anthony Joshua dal giro che conta. Quale altro grande match poteva mai ripresentarsi?
FURY SI RITIRA?
A Ryad lo scorso maggio Oleksander Usyk era riuscito nell’impresa di riunificare tutte le diverse cinture mondiali, figlie dei diversi enti a governo della boxe. Eguagliando così Lennox Lewis 25 anni dopo. Il match stava andando dalla parte di Tyson Fury, quando il fuoriclasse ucraino riusciva in un colpo che avrebbe mandato KO chiunque ma non “The Gipsy King”, salvato dalle corde e dalla sue grandi capacità di incassatore. Da quel momento però l’inerzia dell’incontro passava dalla parte di Usyk, anche se al gong della dodicesima e ultima ripresa regnava l’incertezza sul ring della capitale dell’Arabia Saudita. Il verdetto dei giudici non era unanime: un giudice aveva visto la vittoria del britannico, gli altri due avevano i cartellini dalla parte dell’ucraino. Una vittoria che sia per i contratti che per l’esito rimandava tutto alla rivincita. Fury dopo il verdetto non appariva particolarmente deluso: consapevole di aver dato tutto e persuaso di avere vinto lui – come si addice ai campioni più popolari – aveva una gran voglia di ripartire da zero, come traspariva ai microfoni post match. Dopo la seconda sfida di pochi giorni fa, il verdetto unanime e netto a favore del suo avversario lo ha invece lasciato interdetto. Al punto da sparire in un lampo dal ring e dalla riunione, senza rilasciare una sola parola. La seconda sconfitta su due sfide con Usyk lo ha messo in una situazione molto precaria, con lo spettro del ritiro davanti a sé. Quale altro grande match può ripresentarsi?
L’ULTIMA MALINCONICA BORSA
Eppure in molti ora sperano, dentro e fuori il Regno Unito, in un’ultima grande sfida più volte sognata ma mai andata in scena, tra i campioni di Sua Maestà che furono Tyson Fury e Anthony Joshua. Soprattutto quando il primo batteva Deontay Wilder e il secondo rimetteva le cose a posto nella rivincita contro Andy Ruiz Jr. Quando cioè i due erano al top della carriera e solo le burocrazie delle multisigle li teneva distanti. Il tutto accadeva prima che incrociassero i guantoni contro Oleksandr Usyk, che senza strafare aveva sfoderato una grande tecnica pugilistica per centrare due vittorie su due contro Joshua, due vittorie su due contro Fury. Che bestia nera per i sudditi di Sua Maestà! Sudditi che però aspettano solo una data e un prezzo per accorrere allo stadio di Wembley o davanti alla pay per view, per riempire le casse e divorare cuore e dignità di due pesi massimi che si sfiderebbero fuori tempo massimo.
*foto ripresa da radiosportiva.com