Nasce a Las Vegas Andre Agassi, l’ultimo bambino prodigio della storia del tennis, una storia che il Kid di Las Vegas ha attraversato per 20 anni con personalità e umanità infinita. Non sarà ricordato come il più grande di sempre, ma Agassi è l’unico numero 1 del mondo ad aver vinto tutti i 4 Slam, l’oro olimpico, la Coppa Davis e il Masters di fine anno.
Al tennis ci arriva grazie al padre che fin da piccolo lo addestra a colpire centinaia di migliaia di palline grazie a uno speciale cannone che spara palle in continuazione. A 4 anni regge lo scambio con Jimmy Connors, a 14 si trasferisce in Florida per perfezionarsi alla Nick Bollettieri Tennis Academy, a 15 debutta nei tornei Atp e nel 1987 vince a Itaparica il primo titolo della carriera.
Le sue doti più grandi sono il tempismo, la coordinazione, la velocità e soprattutto il senso dell’anticipo. È il più formidabile esempio di attaccante dal fondo e ha nella risposta – soprattutto il lungolinea di rovescio – un’arma di rara efficacia.
La rivoluzione che porta in campo non è solo tecnica o tattica, ma comportamentale. Figlio dello show-business a stelle e strisce, s’identifica da subito con lo slogan del suo sponsor:“l’immagine è tutto”, presentandosi sempre colorito nei modi e colorato nell’abbigliamento.
È ribelle dentro. E da ribelle perde le prime 3 grandi finali: al Roland Garros del 1990 contro Gomez, a Flushing Meadows contro Sampras e ancora a Parigi contro Courier. Ma grazie all’amico del cuore, il preparatore Gil Reyes, migliora alimentazione e preparazione e così inizia a conquistare il mondo partendo da Wimbledon 1992. Non si ferma più:conquista di fila US Open 1994, Australian Open 1995 e poi la prima posizione mondiale.
Intesse con Pete Sampras una delle più belle rivalità della storia, rimane numero 1 fino a 2003 (più vecchio di sempre), contende a Federer l’US Open del 2005 e poi il caloroso addio all’US Open 2006 tra lacrime e standing ovation interminabili.