Wimbledon ha ritrovato l’America. Quantità, 13 dei 16 statunitensi uomini ai nastri di partenza hanno superato il primo turno, 4 sono al terzo, 7 giocano oggi nel secondo, e qualità, perché il ‘dio servizio’, le aperture veloci e la superiorità dell’attacco spingono più del solito Fritz e compagni. In contrasto con l’orrido 15/15 di eliminati, lo zero dei tennisti a stelle e a strisce che sulla terra rossa di Parigi ha superato la prima settimana. Uno zero che non ci sta nel curriculum dei ragazzotti americani che sono spesso transitati per l’Università prima di tuffarsi nell’ATP Tour.
CRESSY SHOW
Il più divertente e spettacolare è un Maxime Cressy, che ha passato i primi anni in Francia e i secondi all’Università più famosa, l’UCLA, e s’è esaltato nel touch down verso net, come seguace del serve & volley. Un tipino particolare, che ovviamente s’esalta sull’erba anche se la settimana prima dei Championships a Eastbourne, dopo aver messo in fila Opelka, Evans, Norrie e il mancino di casa brit, Jack Draper, ha perso la finale-derby contro il servizio pesante e i pesanti colpi da fondo di Taylor Fritz. Il 25enne, numero 45 del mondo, non è una cicala, ma piuttosto una formica: “Vorrei che le persone mi conoscessero per il mio carattere, per la mia resilienza. Quando le cose diventano difficili, non mi arrendo mai. Trovo sempre un modo. Sono il tipo di persona che farà qualsiasi cosa in suo potere per trovare una soluzione”.
Perché, anche quando davano spettacolo gli ultimi ballerini del net, Pat Rafter e Stefan Edberg, tutti guardavano alla bellezza del gesto e perdevano l’essenza: “E’ più una questione di mentalità che il servizio e la volée in sé. Il mio gioco non sarebbe così efficiente se la mia mentalità non fosse perfetta. Perché funzioni devi essere molto coerente e molto resiliente di fronte a tutto il mondo del tennis che cerca di convincerti che non è il modo giusto di giocare a tennis. Richiede molto carattere”.
Sorgente che Cressy ha trovato in un libro: “Il potere di adesso”, utile a tutte quelle persone incapaci di “vivere il momento”, perché angosciate da paure e timori, un libro di spiritualità e psicologia, o semplicemente “un libro che ci insegna a vivere meglio con noi stessi e ci dono felicità interiore”, secondo la presentazione ufficiale. Poi è passato a “Chiedi e ti sarà dato”. Spiegazione: “È estremamente importante che voi sappiate dove siete in relazione a dove volete essere per muovervi effettivamente nella direzione della vostra destinazione. È essenziale comprendere sia dove siete che dove volete essere per essere in grado di fare qualsiasi scelta consapevole riguardo al vostro viaggio”.
Guide a vivere meglio che in America vendono milioni di copie, anche se Cressy il saggio sottolinea: “Penso che avere la convinzione e viverla davvero sia diverso. Ma viverla davvero è un’esperienza incredibile, vedere davvero che sconvolge il gioco dei migliori giocatori del mondo è incredibile”. Dopo aver smantellato il servizio di Felix Auger Aliassime dall’anima ancora indecifrabile, Maxime sfida il redivivo Jack Sock, l’ex grande promessa junior, frenato a un certo punto della carriera da problemi fisici.
SPERANZA BROOKSBY
Con tanti altri yankees che fanno risultato, il giovane più “caldo”, il 21enne Jenson Brooksby, dal gioco molto personale e creativo, può crescere sereno. Anche se è già 34 del mondo e sull’erba si trova bene come dicono i 3 set a zero che ha rifilato all’ostico Kukushkin. Come se la caverà nella battaglia di risposta contro Benjamin Bonzi?
Il suo amico Brandon Nakashima, che ha 20 anni ed è 56 del mondo, dopo aver fatto passerella alle Next Gen Finals di Milano, ha anche lui un secondo turno impegnativo: non già contro un gran battitore ma sempre contro un avversario che non dà ritmo come Denis Shapovalov.
Sulla carta è più agevole il compito di Marcos Giron contro lo slovacco Molcan, soprattutto dopo i tre set a zero con cui l’ex allievo della UCLA ha rifilato alla speranza Holger Rune. E più ancora ne ha Taylor Fritz contro la wild card di casa, Gray, soprattutto dopo la prova di maturità nel gestire il braccio d’oro di Lorenzo Musetti. Mentre è apertissimo il confronto fra MacKenzie McDonald (un altro figlio della UCLA) e il rovescio a una mano di Richard Gasquet.
Il pivot John Isner, dal servizio più vario che c’è sulla piazza, farà un bel test sull’erba a Jannik Sinner dopo quelli di Wawrinka e Mikael Ymer. Dopo 8 ko su 8 confronti con il 35enne baronetto inglese, il 37enne – anche lui figlio dell’Università Usa, ma della Georgia – ha sbarrato la strada all’eroe di casa, Andy Murray, con 82 vincenti (36 ace) e un micidiale 43/61 a rete. Quel 13.688, cioé il numero degli ace che messo giù in carriera – secondo di sempre dopo il croato Ivo Karlovic – basta da solo a far paura a chiunque.
Insieme a Long John nel terzo turno della parte alta del tabellone c’è anche Frances Tiafoe, che invece nasce povero e non cresce gradualmente ma continua andare a scatti. Sull’erba di Wimbledon, dove può giocare più libero perché nessuno si attende sfracelli da lui, nei primi giorni ha passato in tre set sia l’ostacolo Vavassori che Marterer: si prevedono scintille contro kazako Bublik, un istrione come lui. Il solido Steve Johnson, anch’egli figlio dell’università, si affiderà all’uno-due servizio-risposta per abbattere con la contraerea le volate a rete del britannico Cameron Norrie. Mentre Tommy Paul, dopo gli agevoli confronti con Verdasco e Mannarino fronteggia il servizio mancino dell’ex grande promessa ceca Vesely. Finalmente ha trovato la quadra al suo gioco dopo i grandi risultati da junior e un purgatorio nell’impatto coi pro.