Agli Internazionali d’Italia non si gioca solo a tennis: si resiste, si soffre, si canta (più o meno volontariamente), si schivano gabbiani e si suda sotto il peso di un’intera nazione (in realtà del sole quasi estivo). Una giornata qualunque al Foro Italico, insomma.
Stearns, epica e semi-svenuta
Peyton Stearns ha aperto le danze regalando una delle partite più intense dell’anno contro Naomi Osaka. Crampi, stress, problemi di stomaco, tie-break, Frecce Tricolori che passano sul cielo del campo proprio sul 2 pari del secondo set — perché a Roma si fa spettacolo sempre, anche con la pattuglia acrobatica. Alla fine, Stearns ha vinto in rimonta e, una volta tornata alla sua postazione, ha vomitato. Non per la carbonara, ma per lo sforzo psico-fisico. E il pubblico romano, che ama il dramma con contorno di applausi, l’ha salutata come una piccola eroina moderna.
Zheng, i set point di Andreescu e la minaccia alata
Anche Zheng Qinwen ha conquistato il passaggio del turno, ma più che da Bianca Andreescu (che pure nel primo set ha avuto due set point), è sembrata disturbata da un nugolo di gabbiani che planavano sul campo come se ci fosse una sagra del pesce. Al servizio, Zheng lanciava la palla e… occhi al cielo. I volatili sorvolavano l’area di gioco come se stessero facendo il riscaldamento per una gara di tuffi sincronizzati. Si è rischiato anche uno scontra fra gabbiani per una mancata precedenza, con conseguente insulti in gabbianese.
Nel frattempo, intorno al campo, un esercito di fotografi cinesi non perdeva uno scatto. Ogni sorriso, ogni goccia di sudore, ogni piccolo sguardo: Qinwen superstar non può fare un rovescio senza essere immortalata da otto angolazioni diverse. Altro che red carpet: il Gran Stand è diventato lo studio di un reality in diretta mondiale.
Mirra Andreeva e il karaoke ideologico
A vincere, in tre set combattuti contro la danese Clara Tauson, è stata anche Mirra Andreeva. La giovane russa, in campo sempre tosta e precisa, fuori dal campo si è rivelata anche cantante. Letteralmente. Durante l’intervista post-match della sera prima, le è stato chiesto se conoscesse qualche canzone italiana, visto il clima musicale del torneo e il regalo ricevuto per il compleanno dalla sua coach Conchita Martinez.
La povera intervistatrice ha sudato freddo quando Mirra ha risposto, con la massima naturalezza:”Conosco Bella Ciao”. Panico. Silenzio. Qualche microfono caduto. Ma poi la giovane russa ha aggiunto, con un mezzo sorriso e un accento :
“E anche Lasciatemi cantare…” (Toto Cutugno continua ad essere popolare in Russia)
Il pubblico è scoppiato in una risata, e l’intervistatrice ha ripreso colore. Mirra Andreeva, da oggi, ufficialmente una di noi. Con potenziale da serata karaoke al Campo Centrale.
Ogni campo ha la sua musica (ma Annalisa è ovunque)
Una nota di colore ormai imprescindibile agli IBI è la musica tra i game. Ogni campo ha un’identità sonora:
- Gran Stand Arena? Un tripudio anni ’80: Ricchi e Poveri, A-ha, Renato Zero. Pare di stare in una festa di fine liceo.
- Centrale? L’ultimo Sanremo sparato a volume che anche il giudice di sedia ogni tanto canticchia “Cuoricini, volevo solo cuoricini”.
- SuperTennis Arena, noto anche come il palazzo di Frozen per le sue alte mura tutte bianche e la posizione ai confini dell’Impero Romano? Qui vanno i Dire Straits. Forse per far compagnia al silenzio.
- Ma su tutti domina lei, l’incontrastata regina del Foro: Annalisa. Le sue canzoni sono ovunque. Qualcuno giura di averla sentita anche durante i cambi campo del doppio misto juniores del circolo sul Tevere. Altri, più preoccupati, sostengono che anche i gabbiani canticchino “Mon amour”.
Berrettini, parole al cuore
Poi c’è stato il momento più doloroso della giornata: Matteo Berrettini costretto al ritiro contro Casper Ruud. L’ennesima battuta d’arresto, l’ennesimo sguardo che dice tutto. In conferenza stampa, le parole sono uscite un veloci come fosse un incubo da cui vorrebbe svegliarsi:
“Probabilmente quando mi sono svegliato ieri ho capito che le cose erano un po’ complesse… tutto l’amore che ho per questo torneo, per mio fratello, per questa città, per lo sport che faccio alla fine mi ha spinto a provarci fino alla fine. […] Ho sentito una fitta verso la fine del primo, da lì non riuscivo più a stare attivo, a stare concentrato…”
Un racconto sincero, rotto dalla fatica e dalla paura di un altro stop:“I miei dottori non ce la fanno più a vedermi e anche io…vedere loro“
“Una settimana fa non pensavo nemmeno di giocare.Aver fatto una partita, per me, era già una vittoria.c
Finale musicale (e malinconico)
In mezzo a canzoni pop, gabbiani in picchiata, superstar asiatiche, karaoke resistenziale e cuoricini elettronici a tutto volume, il Foro Italico si conferma il più teatrale dei tornei. Dove ogni campo è un palco, ogni giocatore un attore e ogni giornata una puntata nuova di una serie che non smette mai di stupire. E la sigla, inutile dirlo, la canta Annalisa.
Da Roma, Angelica Fratini (foto di Marta Magni)