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Golf

Captain America, come reagisci con tutti quei campioni che ti inseguono?

Da Vincenzo Martucci 07/04/2018

La terza giornata al Masters si annuncia incandescente: il trascinatore della Ryder Cup 2016, Patrick Reed, comanda la classifica con -9, dopo aver imbucato tre triplette consecutivi di birdie nelle secondo nove, ma alle sue spalle ci sono tutti i migliori. Meno Tiger e Mickelson che evitano il taglio. Mentre il povero Garcia si consola con Azalea…

Il Masters è bello, il Masters è elegante, il Masters è perfetto. Il Masters, l’unico Major che si disputa in sede unica, ad Augusta, è soprattutto qualità, difficoltà, spettacolarità e, quindi, pathos, se non giallo, giro dopo giro. Lo conferma questa tappa numero 82, che, dopo la prima fuga di giovedì di Jordan Spieth (giacca verde 2015), vede in testa dopo il secondo giro un altro statunitense, Patrick Reed, che pareggia il 66 delle prime 8 del connazionale e, sommandolo con 69 della prima giornata, guida la classifica con -9. Una sorpresa? Sì, per chi sognava il secondo miracolo di Tiger Woods, già recuperato clamorosamente dopo due anni di guaiola schiena, che però si accontenta, col sorriso sulla faccia, del +4 complessivo (73 75), evitando il taglio e rilanciandosi comunque. E’ una sorpresa ancor di più la caduta di Lefty, Phil Mickelson, il rivale storico di Tiger, che si sgonfia dopo il primo giro e finisce le prime 36 buche a +5 (70 79). Peggio ancora è l’uscita prematura del campione uscente, Sergio Garcia, troppo penalizzato dalle follie di giovedì per evitare il +15 (81 78) finale, ascrivendosi ancora nel pagine più nere del golf. Alla buca 15 (par 5), quand’è finito in acqua e, dopo addirittura quattro tentativi dalla zona di droppaggio di recuperare il green con il wedge, ha mandato ancora la pallina nel laghetto. Eguagliando, con 13 colpi, il peggior punteggio al Masters (come il giapponese Tommy Nakajima alla 13, nel 1978 e Tom Weiskopf alla 12, nel 1980), cancellando dal Guinness dei primati negativo alla 15 degli 11 colpi del giapponese Jumbo Ozaki (1987), di Ben Crenshaw (1997) e dell’altro spagnolo Ignacio Garrido (1998). Povero Sergio, l’anno scorso aveva finalmente riscattato una carriera da eterno secondo aggiudicandosi il primo Major proprio al Masters. Ora, i colleghi sono tornati a ridacchiargli dietro per essere già uscito e per aver chiamato la primogenita Azalea, in onore del fiore che caratterizza il campo di Augusta e che dà il nome alla buca 13.
   Chissà come vivrà Reed l’inebriante sensazione del primo posto dopo metà Masters, il torneo appetito da tutti. Il 27enne texano non è un signor nessuno: intanto, è andato al college proprio alla Georgia University, a due passi dal Tempio del golf, poi s’è meritato l’appellativo di Captain America dopo aver trascinato i compagni nella Ryder Cup 2016, e l’anno scorso è stato secondo al Pga Championships insieme a Francesco Molinari. Cioè l’unico italiano in gara ad Augusta che, con 72 e 74 colpi, è a +2 (28°). Colpa del famigerato Amen Corner, segnando un doppio bogey alla 11 e un bogey alla 12.
   Ma sarà difficile che il leader della classifica continui a imbucare come nella seconda giornata, quando, ai 5 birdie delle prime 18 (tripletta consecutive alla 13-14-15), ne ha aggiunti altri 14: tre triplette consecutive nelle seconde 9, con un’altra triplice alla 13-14-15!. Di certo, guardando la classifica, dall’alto del suo -9, avvertirà la pressione, lui che, nei precedenti tredici Masters non era mai sceso sotto i 70 colpi e ora lo ha fatto per due volte di fila. Oltre all’australiano Leishman, a due colpi, sarà sicuramente preoccupato, enumerando gli ancor più validi pretendenti al titolo che lo inseguono: lo svedese Henrik Stenson a -5, la coppia di classe Jordan Spieth e Rory McIlroy a -4, e i primi due del mondo, Dustin Johnson e Justin Thomas, con la sestina a -2, Hoffman-Rose-Watson-Oosthuizen-Fowler-Finau, che ringhia appena più giù.
   Coraggio, in 81 Masters, per 31 volte chi ha vinto poi il titolo, è stato leader o co-leader a metà gara…
VINCENZO MARTUCCI
vincenzomartucci57@gmail.com
Tags: golf, masters augusta, molinari, patrick reed, vincenzo martucci, woods

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Nota sull’autore: Vincenzo Martucci

Napoletano, 34 anni alla Gazzetta dello Sport, inviato in 8 Olimpiadi, dall’85, ha seguito 86 Slam e 23 finali Davis di tennis, più 2 Ryder Cup, 2 Masters, 2 British Open e 10 open d’Italia di golf. Già telecronista per la tv svizzera Rsi; Premio Bookman Excellence.

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