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Golf

Le pagelle di Ryder Cup? Chicco 10, Poulter 9,5,Tiger 5 e Mickelson 3!

Da Vincenzo Martucci 04/10/2018

Massimo Scarpa dà i voti della Coppa n. 42 che ha premiato nettamente il vecchio continente. I capitani? “Bjorn bravo e fortunato, Furyk ha lavorato dieci volte più del collega”

L’Europa ha vinto la Ryder Cup col netto punteggio di 17,5 a 10,5. Massimo Scarpa, direttore tecnico dei professionisti azzurri e voce di Sky ci presenta le pagelle dei protagonisti. Il capitano dell’Europa, Thomas Bjorn, 7. “E’ stato bravo e anche fortunato perché dall’altra arte c’era uno spogliatoio spaccato e perché è stato premiato dalla forma delle wild card, Garcia, che non aveva mai giocato bene quest’anno, e Stenson, che era reduce da infortunio. Comunque ha scelto i doppi giusti e ha reagito bene all’1-3 iniziale, quando sarebbe stato facile scomporsi, disunirsi ed andare nel panico, trovando, con Poulter, il compagno ideale per il frastornato McIlroy, che era stato un disastro con Olesen”.
Francesco Molinari, 10. “Il capitano in campo, con 5 vittorie su 5 match è entrato nella storia della Ryder, come primo europeo a fare tutti i punti. Continua ad andare oltre le aspettative. Si sapeva che era un Chicco diverso rispetto alla Ryder del 2010 e del 2012, ma chi avrebbe mai detto che si sarebbe espresso così? Con Fleetwood si integra alla perfezione perché i due hanno caratteristiche simili, e questo è importante. Quando sbagli e non senti di dover chiedere scusa al compagno sei già al 50% del risultato”.
Justin Rose, 8. “Si vede che sente molto questa gara e lo ha trasmesso, è stato un leader”.
Tyrrell Hatton, 6. “Non poteva essere protagonista, ma ha portato il primo punto da rookie”.
Tommy Fleetwood, 9.5. “La sconfitta con Finau nei singoli e la prestazione superlativa di Molinari gli fanno perdere quel mezzo punto della perfezione. Straordinario da sempre nel gioco lungo, è stato bravissimo anche negli approcci”.
Thorbjørn Olesen, 8. “Ha giocato poco, ma dopo il primo impatto negativo insieme a McIlroy avrebbe potuto andare per aria e finire lì la sua Ryder, invece è rimasto sereno e tranquillo, ha tifato per i compagni, e ha vinto un match molto importante nei singoli contro Spieth”.
Jon Rahm, 7. “Ha battuto Tiger anche nei singoli, dimostrando che un campione è tale perché reagisce anche quando è fuori palla”.
Rory McIlroy, 6. “Comunque ha portato i suoi punti, ma ha avuto un avvio devastante, abbandonando Olesen, che invece avrebbe dovuto trascinare, e poi la stava combinando grossa con quell’errore all’ultimo match dei singoli contro Thomas. Deve ringraziare Poulter che l’ha rivitalizzato nella seconda tornata di venerdì”.
Alex Noren, 7. “Ha fatto i suoi punti, è stato bravissimo nel primo doppio con Garcia, ed è stato bravissimo nell’ultimo singolo che non contava, ma ha vinto”.
Henrik Stenson, 8. “Non è semplice giocare così quando rientri da un infortunio, bisogna avere carattere e cuore”.
Paul Casey, 8. “Non era facile rientrare in Ryder dopo dieci anni, ha sentito molto la situazione, ma il suo mezzo punto nei singoli finali contro Koepka è stato molto importante”.
Ian Poulter, 9.5. “Si fa sentire nello spogliatoio e in campo, ha giocato bene e ha risollevato un McIlroy che era in crisi totale”.
Sergio Garcia, 8. “E’ stato straordinario nel rimettere in piedi un gioco che per tutto l’anno non c’è stato”.
Il capitano Usa, Jim Furyk, 5.5. “Per le scelte che ha fatto meriterebbe 3, a cominciare dall’aver messo in campo Mickelson nei Foursomes, quand’è l’ultimo nelle statistiche del drive e questo significava in partenza mettere sempre il compagno in rough, ingiocabile. Ma sarebbe anche da 8 per come ha gestito quelle dodici belve, che erano scazzate una contro l’altra. Ha dovuto subire scelte non sue, imposte dai giocatori, eppure ha tenuto tutto nello spogliatoio. Ha fatto un lavoro dieci volte più difficile rispetto al collega Bjorn”.
Brooks Koepka, 7. “Se il capitano dopo il primo match l’ha subito tolto ci sarà un perché. Da uno che ha vinto due Major ti aspetti che metta in mostra le qualità di Thomas”.
Dustin Johnson, 5. “Una Ryder davvero anonima”. Justin Thomas, 8. “E’ stato l’uno davvero al livello degli europei”.
Patrick Reed, 4. “Era fuori forma, ma soprattutto ha dimostrato di essere pessimo come carattere, molto difficile come persona”.
Bubba Watson, 4. “Ha giocato con grande sufficienza, ha avuto un atteggiamento insopportabile, davvero sbagliato, come se stesse facendo un piacere a qualcuno”.
Jordan Spieth, 6.5. “Era uno dei più forti in campo, ha fatto i suoi punti, ma la domenica te lo aspetti protagonista per guidare il tentativo di rimonta degli americani, invece ha perso il singolo contro Olesen”.
Ricky Fowler, 5.5. “L’eterno incompiuto, gli manca qualcosa per uscire dalla scia e collocarsi fra i grandi”.
Webb Simpson, 7. “Era il meno dotato, ma è quello che si è adattato di più al campo e ha fatto quello che era nelle sue possibilità”.
Bryson DeChambeau, 6. “Ha giocato più che con, contro, Tiger e Mickelson, perché era davvero difficile giocarci insieme. Poverino, più di quello non poteva fare, sarebbe quasi “non giudicabile”.
Phil Mickelson, 3. “Meriterebbe 4.5, ma il suo voto scende perché, con l’esperienza che ha e nelle condizioni che era, avrebbe dovuto chiamarsi fuori col capitano ed evitare almeno i foursomes”.
Tony Finau, 7. “Ha portato a casa due punti, da rookie, ha fatto quello che doveva, e ha vinto un singolo importante contro Fleetwood”.
Tiger Woods, 5. “Mesi fa, quand’era in crisi umanamente e tecnicamente, questa sua prova sarebbe stata giudicata differentemente. Ma adesso che ha rivinto e ha dimostrato di essere tornato in alto, deve avere un trattamento da atleta. E, come tale, da numero 13 del mondo, con tutto il rispetto che abbiamo per lui, ha portato zero punti e, purtroppo è stato il solito Tiger di Ryder Cup”.
Tags: #pagelle, #rydercup, golf

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Nota sull’autore: Vincenzo Martucci

Napoletano, 34 anni alla Gazzetta dello Sport, inviato in 8 Olimpiadi, dall’85, ha seguito 86 Slam e 23 finali Davis di tennis, più 2 Ryder Cup, 2 Masters, 2 British Open e 10 open d’Italia di golf. Già telecronista per la tv svizzera Rsi; Premio Bookman Excellence.

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