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Pallavolo

Intervista a Micah Christenson: “Mio figlio è una rivoluzione meravigliosa”

Da Sport Senators 15/12/2018

Il palleggiatore dell'Azimut Leo Shoes Modena di Superlega parla dell'esperienza di diventare padre e si racconta.

 “Scusa se rispondo solo ora: mio figlio non ha dormito tutta notte e ho recuperato un po’ di sonno arretrato” mi scrive Micah Christenson nello scambio di messaggi per fissare l’intervista.
 È stato un anno inteso, questo, per il fuoriclasse americano nato a Honolulu nel 1993: oltre al bronzo, ai Mondiali disputati in Italia ha conquistato il titolo di migliore palleggiatore del torneo e, dopo tre stagioni nella Cucine Lube Civitanova (con il bottino di uno scudetto e una Coppa Italia), si è trasferito alla Azimut Leo Shoes Modena (e ha vinto subito la Supercoppa italiana). Ma, soprattutto, è diventato papà per la prima volta.
 “Ezekiel, che ha quasi 4 mesi, è stato una vera e propria rivoluzione nella mia vita. Una rivoluzione meravigliosa” dice il campione sorridendo.
 Come ti trovi nei panni del papà?
 “Bene, anche se i risultati non sono sempre entusiasmanti: me la cavo a fare giocare e ridere il piccolo, il resto lo sto imparando piano piano. A interpretare le sue esigenze, per esempio. Capisco che qualcosa non va perché piange, però non è facile azzeccare il problema e io e mia moglie Brooke andiamo per tentativi. In questi giorni Ezekiel si lamenta più del solito, è un bambino bravo e dorme tranquillo: forse è per colpa dei denti che stanno spuntando”.
A proposito di tua moglie: sul profilo Instagram hai scritto: “Sposato con la perfetta Brooke“.
“È la verità: è una ragazza speciale e sono fortunatissimo ad averla accanto. Ci conosciamo dai tempi del college, siamo cresciuti insieme e il matrimonio ci ha uniti per sempre. Siamo entrambi cristiani, molto credenti”.
Infatti nella biografia di Instagram citi i Proverbi della Bibbia.
 “La fede mi conforta in ogni momento della giornata, nelle difficoltà e nelle gioie. Prego quando mi sveglio, prima di una partita o mentre coccolo mio figlio: è il modo più diretto per ringraziare Dio per i doni che mi ha fatto, in particolare per la famiglia splendida che ho creato e per quella da cui provengo”.
Hai lasciato le Hawaii per frequentare la University of Southern California e non sei più tornato a viverci.
“Sì, poi sono arrivato in Italia, gli impegni si sono moltiplicati, tra club e Nazionale e le occasioni per fare visita a casa sono state poche. I miei genitori verranno qui per la prima volta a Natale e non vedo l’ora di trascorrere qualche giorno insieme a loro”.
Giochi in Italia da tre anni: ti senti un po‘ italiano?
“Sì, devo dire che imparare la lingua mi è servito un sacco per entrare in sintonia con voi: sento di avere guadagnato il vostro rispetto”.
Una cosa di noi che apprezzi in particolare?
“L’elenco è lungo. Appena arrivato mi sono reso conto della vostra cordialità e del senso della comunità: siete un popolo dal cuore grande. Il vostro Paese, poi, è di una bellezza unica, dai paesaggi naturali alle città ricche d’arte. E della cucina vogliamo parlarne?”.
Il tuo piatto preferito?
“L’ho appena scoperto a Modena: tortellini con crema di Parmigiano”.
Tra poco è Natale: che regali vorresti ricevere? 
“Sono a posto così, è mio figlio il regalo di quest’anno. In compenso ne ho diversi da distribuire: non aggiungo altro perché devono restare una sorpresa. A parte uno”.
Destinato a chi?
“Alla mia squadra, al presidente Catia Pedrini e ai tifosi: una medaglia d’oro. Mi impegnerò al massimo per vincere un trofeo nel 2019”.
Un’ultima curiosità: il secondo nome di tuo figlio è Kūpaʻa: cosa significa?
“Tradotto dall’hawaiano, ‘Sii forte, tieni duro’: Ezekiel sarà costretto a viaggiare tanto per seguirmi, il mio mestiere comporta traslochi continui e non sarà semplice per lui cambiare casa, scuola, amici. Serviranno spirito di adattamento e coraggio per affrontare piccole e grandi sfide: cercherò di trasmettergli valori come la solidarietà, il rispetto verso il prossimo e l’attaccamento alle nostre radici, che lo aiuteranno a trovare il suo posto nel mondo”.
Cristina Marinoni
*Credito foto: Modena Volley.
Tags: #Christenson, intervista, Pallavolo

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