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Sport

Lo sport e il “suo” potere

Da Maurizio Mondoni 16/07/2021

La nostra epoca è segnata dall’invadente onnipresenza dello sport: lo sport è un rumore di fondo planetario che condiziona la percezione della realtà e di noi stessi. Lo sport oggi è radicato nel nostro tessuto economico e sociale e costituisce una parte integrante dello stile di vita e dei comportamenti individuali di un numero sempre crescente di cittadini. Considerare lo sport come un vero e proprio strumento educativo può oggigiorno sembrare alquanto scontato, ma una rapida valutazione del ruolo che l’attività sportiva ricopre all’interno della nostra cultura (familiare, scolastica, sportiva, sociale) deve necessariamente indurci a una profonda riflessione.

 La visibilità e il potere dello sport
Pochi fenomeni sociali hanno una visibilità e un potere pari a quelli dello sport, in quanto costituisce un ambito distinto e autonomo della nostra esperienza sociale e occupa una parte importante delle pagine dei quotidiani e dei programmi televisivi.
Ma il calcio, ad esempio nella Gazzetta dello Sport, occupa più di tre quarti delle pagine e poco è dedicato alle altre discipline sportive.
Il baseball femminile è salito alla ribalta (si fa per dire!) perchè la nazionale ha vinto il titolo europeo, l’atletica è in risalita e vuole sempre più spazio, il basket femminile è sparito dal radar e meno male che ultimamente il “potere” dello sport ha ripreso quota:
il titolo europeo della nazionale maschile di calcio, l’abbraccio tra Mancini e Vialli, la magnifica prestazione di Berrettini a Wimbledon sono le testimonianze dell’importanza dello sport nel contesto sociale.
Le facce pulite e l’aspetto educativo
Lo sport oggigiorno ha bisogno di “facce pulite”, di “persone vere”, di “ambasciatori” che veicolino lo sport nei giovani, che li aiutino a credere nuovamente nello sport e nei suoi valori.
Dal punto di vista educativo lo sport ricopre un ruolo importante: a volte gli chiediamo e ci aspettiamo (almeno apparentemente) tanto, forse troppo.
Si parla di finalità educativa, preventiva, sociale, di educazione alla legalità e alla democrazia (formare cittadini ancora prima di atleti), ma proprio nel momento in cui allo sport è riconosciuto il ruolo di importante agenzia educativa, assistiamo sempre più frequentemente a fenomeni di mala-educazione, di eccessi (vedi in occasione della finale europea di Wembley i fischi all’inno italiano, “il togliersi la medaglia” dopo la premiazione da parte dei giocatori inglesi, la rabbia dei tifosi inglesi verso i tifosi italiani dopo i calci di rigore), di violenza, di illegalità (pensiamo al doping e agli interessi che ruotano intorno ad esso) e purtroppo anche di abbandono precoce da parte dei giovani.
Lo sport è un fatto sociale totale, nel senso che esso mostra implicazioni di carattere culturale, politico, giuridico, ed economico, in grado di trasmettere modelli di vita e pratiche di comportamento più o meno virtuose: lo sport è lo specchio della nostra società!
La dissonanza tra l’esperienza sportiva dei giovani e lo sport praticato
Da una parte troviamo un mondo psicopedagogico che “indica” nell’esperienza sportiva un momento di formazione motoria, psicologica affettiva, emozionale e relazionale, che contribuisce alla formazione della personalità dei soggetti coinvolti; insomma uno sport inteso come una possibilità di promozione sociale, di educazione alla legalità e di competizione civile e regolata.
Dall’altra ci scontriamo, invece, con un mondo, che è quello dello sport praticato, che spesso si manifesta attraverso episodi di violenza, di diseducazione e di aggressività che nulla hanno a che vedere con il ruolo che lo sport dovrebbe avere e veicolare; una pratica nella quale ci si esprime attraverso la trasgressione, il conflitto e il desiderio di vincere a qualsiasi prezzo; purtroppo anche lo sport giovanile è spesso coinvolto in questa triste realtà.
Le Agenzie Educative e l’attività sportiva
Quali sono le Agenzie Educative preposte all’Educazione Fisica e Sportiva dei nostri giovani?
Chi ha la responsabilità dell’Educazione e dell’avviamento sportivo dei nostri giovani atleti?
La Famiglia, gli Insegnanti e le Società Sportive e …….. siccome si parla di Educazione, qualcuno dovrà pur prendersi carico di questa “mission” che è richiesta da più parti: non basta fare sport per crescere bene, occorre farlo nel modo corretto, nel rispetto dei modi e dei tempi della maturazione di ogni singolo atleta, nell’osservanza di un etica professionale propria di tutti gli Educatori.
E, soprattutto, è necessario creare una cultura allo sport: ma come?
Attraverso:
– degli eccellenti Educatori, capaci di caricare lo sport di un valore educativo che di per sé non ha;
– dei modelli responsabili del loro ruolo (genitori, Insegnanti, Istruttori e Allenatori), perché chi insegna lascia un segno dentro e una traccia indelebile nei corpi e nei cuori dei giovani;
– delle Istituzioni che devono essere maggiormente attente alla funzione formativa ed educativa rispetto ad interessi politici ed economici.
Conclusioni
Credo che tutti quelli che lavorano in ambito sportivo debbano essere consapevoli di avere una grande responsabilità nel portare avanti e promuovere una pratica sportiva capace di veicolare esperienze e contenuti formativi:
Lo sport ha il potere di:
– cambiare il mondo;
– suscitare emozioni;
– ricongiungere le persone come poche altre cose;
– risvegliare la speranza dove prima c’era solo disperazione.
(Nelson Mandela)
Tags: sport

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Nota sull’autore: Maurizio Mondoni

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