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Calcio

Serie B, e se commissariassimo il commissario?

Da Sport Senators 18/08/2018

Roberto Fabbricini, il gestore straordinario della Figc (da tempo senza vertice), torna sulle sue decisioni e vara un torneo cadetto a 19 squadre e non a 22 aumentando le perplessità sullo sport italiano più importante. E se il Chievo dovesse scontare in questo campionato 15 punti di penalizzazione…

 Quale la soluzione? Commissariare il commissario che ha commissariato la Federcalcio. Perché dalla vicenda del blocco dei ripescaggi e della conseguente decisione di proporre un campionato a 19 partecipanti (forzata egoisticamente dalle società di B restanti, che così si divideranno un gruzzoletto di danaro che non ci sarebbe stato se il format del campionato fosse rimasto come da regolamento), è uno di quei pasticci che getta il ridicolo sull’organizzazione calcistica nostrana.
    E’ straordinario il ruolo del commissario della Federcalcio Roberto Fabbricini che, nello spazio di una notte, ha cambiato idea su quella che aveva annunciato fosse una decisione irremovibile, formato a 22 non a 19. Alla faccia dei questuanti del ripescaggio, ben sei (Catania, Novara, Siena, Ternana, Pro Vercelli, Entella), che si stanno dilettando in corsi e ricorsi, sentenze, sino ad approdare al mitico Tar del Lazio, totem delle soluzioni più imprevedibili.
   Ma questo non è soltanto un pasticcio, è la dimostrazione di quanto il nostro calcio viva nelle mani di personaggi che, pur messi in posizioni apicali per far rispettare le leggi e farne nuove perché questa azienda nazionale funzioni come un orologio svizzero, fanno di tutto per minarne la credibilità.
    Si potrà discutere all’infinito se la formula dei ripescaggi è etica, se è giusto che sei squadre si disputino uno o più posti nel nuovo campionato, a furia di ricorsi, opposizioni, proteste. Ognuno fa il mestiere proprio, come dovrebbe essere fatto da chi ha il dovere di fare rispettare le regole. Se esistono disposizioni federali, come recentemente riportato da un comunicato ufficiale, che il format del campionato di serie B deve essere a 22 squadre, perché dribblare le norme con tanta facilità? E soprattutto in corsa, con una leggerezza che è al limite dell’irresponsabilità.
   Le regole fanno parte di una corretta organizzazione di ogni agglomerato sociale, di ogni famiglia, di ogni azienda, ma se queste regole sono maneggiate come se fosse plastilina, il futuro, con queste premesse, è a rischio.
    L’estate del calcio, dalla B in giù, è stata turbolenta, contrassegnata da clamorose sparizioni di squadre storiche come Bari, Cesena e per ultimo Avellino, incapaci di mantenere fede ai propri impegni finanziari, a dimostrazione di quanto sia fragile un sistema che non vuole seguire le regole, soprattutto se nessuno si mette seriamente in testa di procedere con controlli a tappeto e continui sulla reale consistenza finanziaria e amministrativa di certe squadre.
    Se il campionato di B si è giocato, in questa estate rovente, a carte bollate, non meravigliamoci. Non meravigliamoci neppure che un’altra manina – dopo che in tutta fretta si è proceduto alla compilazioni del calendario – entro il 24, data di inizio della stagione ufficiale – si possa mettere in movimento per riportare il campionato a 22 squadre, ripristinando la norma, ma aprendo un’altra ferita profonda nel nostro sistema calcistico. E nuovo caos.
   Ciliegina sulla torta, che non riguarda tanto la B ma l’intero sistema: se dopo l’inizio del campionato di A il Chievo, processato in ritardo, per la storia delle plusvalenze fittizie, venisse condannato con una penalizzazione di 15 punti (come il Cesena compagno di marachelle), da scontare quest’anno e non come probabilmente doveva nella precedente stagione, quindi con retrocessione certa, cosa succederà alla credibilità del nostro sistema calcistico complessivo? Non era un gioco di parole quello di voler commissariare il commissario.
Sergio Gavardi
Tags: commissario, serie B, stagione 2018-2019

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Nota sull’autore: Sport Senators

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