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Pallacanestro

11 dritte per allenare l’intelligenza dei bambini

Da Maurizio Mondoni 19/08/2020

Curiosità, abilità, capacitò di apprendere, e ancora responsabilità, empatia: quant'è delicato il ruolo di un istruttore di Minibasket!

Reuven Feuerstein ha studiato “il potenziale di apprendimento” nei bambini, giungendo alla conclusione che l’intelligenza è un insieme di abilità e processi mentali che permette loro di dare un senso ad ogni azione che compiono e di acquisire informazioni per risolvere i problemi che si manifestano a scuola, in palestra, nel tempo libero: un fenomeno dinamico che tutti possono imparare. Basta che l’Istruttore sia in grado di insegnarlo!
Caro Istruttore:
1) quando parli a un bambino non dare per scontato che ti stia ascoltando o che ti stia capendo. Nessun insegnamento è valido se non sei sicuro che ti stia ascoltando o capisca ciò che dici. Se un bambino durante un gioco o un esercizio, oppure durante una partita, fa i dispetti a un altro bambino, devi fargli capire, guardandolo in faccia, che quel comportamento è sbagliato e per coinvolgerlo più direttamente e catturare la sua attenzione potresti dirgli: “Saresti contento se i dispetti li facessero a te?” e poi concludere in modo positivo “Sono sicuro che la prossima volta starai più attento a non fare dispetti”;
2) in palestra “allena la mente” dei tuoi bambini a osservare e analizzare la realtà con dei paragoni. Non raccontargli “le favole”, fai loro prendere contatto con la realtà e nel nostro caso insegnagli i fondamentali individuali di gioco (palleggio, tiro, passaggio, movimenti senza palla in attacco e in difesa). E’ utile stimolare i bambini a osservare e analizzare ciò che vedono (importanza dei neuroni specchio) e poi a riprodurli. Ad esempio far capire ai bambini che il palleggio serve per spostarsi dal proprio canestro all’altro canestro e non solo per battere la palla per terra, oppure far capire che il passaggio è una forma di collaborazione e non “un lancio”. Tutto ciò serve per insegnare ai bambini a organizzare i concetti e a fornire “la chiave” per capire come è il gioco, che cosa si deve fare se si è in possesso di palla (ad esempio quale è il canestro da attaccare o se è meglio palleggiare o passare la palla), collocando i movimenti e i gesti in un sistema di rapporti coerenti, imparando le connessioni e i rapporti causa-effetto;
3) i bambini imparano meglio a conoscere il gioco attraverso le emozioni “vere”. Il tirare a canestro e “segnare” è una grande emozione (è “fare canestro” non è lanciare la palla verso l’astronave e cercare di colpirla). Per far capire loro come funziona il Minibasket e per farlo progredire, bisogna suscitare in loro delle sensazioni positive. Per fare tutto ciò, quando comunichi con i bambini, devi “colorare” le tue proposte motorie con aggettivi che esprimano emozioni, devi fare in modo che i bambini siano i “soggetti” del gioco e non i tuoi “oggetti”, devi essere partecipativo, devi coinvolgere emotivamente i bambini, devi sviluppare la loro creatività e la loro fantasia; il palleggio, il tiro, il passaggio devono essere insegnati “subito” sottoforma di gioco!;
4) devi far sentire ai bambini che hai stima e fiducia in loro, accettandoli così come sono e non come vorresti che fossero: i bambini hanno bisogno di essere “stimati”. Tutti devono essere stimati, dal più bravo a quello che ha difficoltà a capire o a muoversi. La fiducia che dimostri nei confronti dei bambini condiziona il loro modo di essere, i bambini devono aver fiducia nelle loro capacità, devi aiutarli progressivamente a prendere fiducia nei loro mezzi, devi aiutarli a fare gesti e azioni che non sono in grado di fare, proponendo loro delle situazioni-problema da risolvere con piccoli sforzi e volontà (esercizi facilitanti, dal semplice al difficile);
5) devi farli sentire “compresi” quando sbagliano e devi lodarli in modo motivato quando fanno bene. Deve ascoltarli, devi capire le loro ragioni e davanti agli errori devi suggerire loro come fare per correggerli. Essere compresi aiuta i bambini, li rassicura davanti a un errore (emozione negativa). Devi capire assieme a loro dove e perché hanno sbagliato: l’errore a volte è un’occasione per imparare a non sbagliare un’altra volta. E’ sbagliato mortificare o punire e quando fanno bene è molto importante lodarli in modo motivato, solo così avranno la percezione dei progressi compiuti (emozioni positive);
6) devi abituarli a rispettare le regole. Le regole nei giochi diventeranno le regole nella vita, le regole aiutano i bambini ad avere delle sicurezze, sono formative e rendono capaci i bambini a fissare dei limiti e a rispettarli;
7) devi stimolare la loro intelligenza emotiva e per ottenere questo è importante abituarli a collaborare e a socializzare con gli altri, a giocare con gli altri (ad esempio a passare la palla), a comunicare con loro (gruppo dei pari: leaders positivi e negativi e gregari) e far notare loro che giocare da soli non sempre “paga”;
8) devi sviluppare il loro senso di responsabilità: affida loro degli incarichi, fa in modo che possano prendere delle decisioni autonome (anche commettendo degli errori). Per sviluppare l’individualità di un bambino e il suo senso di responsabilità, devi lasciargli la possibilità di prendere delle decisioni e di assumersene le responsabilità (ad esempio cosa è meglio fare in una situazione di 2 c 1, oppure se è meglio palleggiare o passare, quando si deve tirare);
9) devi sviluppare il loro senso della curiosità e la loro voglia di sperimentare delle novità. In palestra non proporre sempre gli stessi esercizi, gli stessi giochi, cambia, introduci delle varianti, non giocare solo con il pallone da Minibasket, non esasperare la tecnica esecutiva, rispetta le leggi dell’apprendimento, utilizza altri piccoli attrezzi (palloncini, palline da tennis, coni, cinesini, bacchette di legno, etc.) per educare e sviluppare le loro capacità motorie. Devi incoraggiarli a sperimentare cose nuove e che siano sempre una “sfida” con se stessi (cercare di migliorarsi), devi spingerli a mettersi in gioco e a abituarsi a vincere (emozioni positive) e a perdere (emozioni negative);
10) non devi incasellarli in “ruoli” (“porta tu la palla che sei il più bravo”, “tira da fuori perché fai sempre canestro”, “gioca vicino al canestro così prendi i rimbalzi”, tutti devono “vedere” il canestro, tutti devono essere in grado di portare la palla, tutti devono provare a tirare”).
Spesso a qualche bambino gli si dice “Non sei capace a tirare a canestro”, oppure “Sei imbranato”, ”Sei lento”, “Non stai mai attento”, “Non capisci niente” (emozioni negative). Sicuramente è molto meglio dire “Va bene, però se tu facessi così…..miglioreresti” (emozioni positive): in questo modo si sentirebbe rassicurato e progressivamente si convincerebbe di essere in grado di farcela;
11) devi comunicare entusiasmo, devi essere entusiasta di stare con loro, devi sorridere, devi utilizzare spesso una comunicazione non verbale (mimica del corpo e del viso), devi essere empatico. Ricordati di presentare a lezione esercizi e giochi in modo positivo, affinchè i bambini si sentano motivati a metterli in atto e che non abbiano paura di sbagliare o di essere puniti in caso di errore.
E per ultimo un suggerimento:
caro Istruttore………se racconti le favole ai bambini e non insegni loro i fondamentali individuali non saranno in grado di giocare a Minibasket e poi faranno fatica a capire che il Minibasket è un giocosport bellissimo!
Tags: #allenamenti, bambini, sport

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Nota sull’autore: Maurizio Mondoni

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