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Motori

Ferrari, i colpevoli non sono i pneumatici. Monaco chiama la rivincita tecnologica sulle Mercedes!

Da Sport Senators 17/05/2018

Dopo le prime quattro belle prove iniziali, il Cavallino fa una brusca frenata a Montmelò: Mattia Binotto e i responsabili della power unit lavorano alacremente per rispondere alla reazione dei tedeschi…

Le gomme sono, nel mondo delle corse, come un rimedio universale, quel toccasana che può risolvere tutti i problemi. Oppure come una dannazione che ti fa perdere le corse. E questo vale in particolare per la Formula 1. Essendo l’unico elemento che striscia sull’asfalto, la gomma ha una valenza totale: trazione, tenuta di strada, frenata, accelerazione, precisione di guida. Michael Schumacher ne era una specie di sacerdote, sin da quando gareggiava con i kart. L’ho visto più volte osservare da vicino quelle superfici nere e rotonde, pensieroso e concentrato, come se cercasse di trarre sensazioni, di capire se erano quelle, proprio quelle, che lo avrebbero fatto vincere.
    Ma non trasformiamo il Mondiale soltanto in una sfida decisa dagli pneumatici. Contano, per fortuna, anche le altre componenti: macchina, pilota, strategie, squadra. La marcia trionfale di Lewis Hamilton nel Gran Premio di Spagna lo ha dimostrato. Non tanto nel confronto con i rivali quanto con il compagno di squadra Valtteri Bottas. L’inglese è andato in fuga sin dal primo giro e nessuno lo ha più visto, tranne che durante il traffico delle soste ai box, quando per qualche giro Max Verstappen si è trovato in testa alla gara.
   Ma, nel momento in cui il carosello dei pit-stop si è concluso la Mercedes color argento guidata dal pilota di colore ha ripreso indisturbato la sua leadership sino al traguardo. Una vittoria, la sua, indisturbata e indiscussa che lo ha portato a mettere 17 punti di distacco in classifica su Sebastian Vettel.
   In un primo tempo sin dall’inizio del weekend nel circuito di Montmelò, la Ferrari aveva adombrato il sospetto che le modifiche apportate dalla Pirelli alle gomme, potesse favorire soprattutto il team tedesco. Non si parla di un cambiamento epocale: per evitare il possibile surriscaldamento degli pneumatici su un asfalto nuovo e quindi aggressivo ha deciso di ridurre lo spessore dei battistrada di 4 decimi di millimetro. Una differenza minima studiata però in base ai risultati ottenuti nelle prove invernali nello stesso circuito catalano. I tecnici della Casa italiana avevano riscontrato nel mese di febbraio che molte squadre si erano trovate a gestire delle gomme sulle quali apparivano bollicine. Un effetto che, spiegato in parole povere, avrebbe potuto portare dei problemi di sicurezza, anche al cedimento delle gomme stesse, come era capitato in altre occasioni. Tecnicamente, per chi non bazzica di questi argomenti, possiamo dire che riducendo lo spessore del battistrada si evita di generare troppo calore all’interno della gomma.
   Le squadre, dopo il benestare della Federazione, sono stati informati che nei circuiti di Montmelò, di Le Castellet in Francia e di Silverstone in Inghilterra, quelli in cui l’asfalto è stato rifatto, sarebbero state adottate le nuove misure. La Ferrari ha detto chiaramente che «Informati non significa consultati». Cioè la modifica è stata praticamente imposta. Quindi nel paddock è circolata l’impressione (anche la Red Bull ha avuto dei dubbi) che il battistrada più sottile avrebbe potuto favorire qualche squadra e segnatamente la Mercedes.
Per fortuna a far svanire dubbi e sospetti dopo una giornata di test martedì Vettel ha avuto l’opportunità di effettuare una prova comparativa fra i due tipi di gomme, quelle normali e quelle nuove. E al termine di una giornata durante la quale ha percorso la distanza di due gran premi e un pezzo il campione tedesco ha detto senza mezzi termini: «Con le gomme precedenti il nostro risultato sarebbe stato ancora peggiore».
   Spiegato dunque che non sono state le gomme a relegare Sebastian al quarto posto, la prima domanda che ci si pone è questa: perché la Ferrari ha perso le prestazioni messe in evidenza nella prima quattro corse della stagione? La prima ipotesi è quella che sia stata la Mercedes a fare un passo avanti, con uno sviluppo della monoposto che si è adattato al meglio alle caratteristiche del tracciato spagnolo. La seconda fa venire qualche dubbio sulla rossa SF71H: i tecnici del Cavallino sono stati costretti a ridurre le prestazioni per mantenere l’affidabilità? Il cedimento del motore avvenuto in prova sul motore della vettura di Raikkonen, ripetuto poi in gara ma per motivi diversi (problemi ai cablaggi elettrici), ha convinto Mattia Binotto e i responsabili della power unit a correre ai ripari per evitare disastrosi ritiri?
    La risposta a questi interrogativi potrà essere data in tempi brevissimi. Il 27 maggio si disputerà il Gran Premio di Monaco. Circuito molto diverso e gomme vecchie. Dove lo scorso anno la Ferrari ottenne una clamorosa doppietta con Vettel primo e Raikkonen secondo, dopo aver anche dominato le qualificazioni. Sarà la vera controprova: è la Mercedes che è tornata a volare come negli anni passati o per la Ferrari si è trattato soltanto di un passo falso?
Cristiano Chiavegato
Tags: ferrari, formula 1, i colpevoli non sono i pneumatici. Monaco chiama la rivincita tecnologica sulle Mercedes!

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