Sulla pista delle Tofane di Cortina, il ventenne ampezzano Kristian Ghedina vince la sua prima gara di coppa del Mondo trionfando in discesa libera sullo svizzero Daniel Mahrer e l’austriaco Helmut Höflehner. Così ha inizio la carriera ad alti livelli del più grande discesista azzurro dopo Zeno Colò. Una carriera che prende avvio sotto lo sguardo di mamma Adriana, maestra di sci, scomparsa tragicamente per un fuori pista quando Kristian ha solo 15 anni.
La vittoria del febbraio del 1990 nella sua Cortina, viene bissata poche settimane dopo ad Are in Svezia. Discesista coraggioso e completo – scivola benissimo e curva in maniera impeccabile – nelle stagioni successive migliora sensibilmente anche nelle discipline tecniche, giungendo a conquistare ai Mondiali di Saalbach del 1991 la medaglia d’argento in combinata.
Dopo pochi mesi però, la carriera di Ghedina rischia di terminare a seguito del gravissimo indicente stradale sulla Torino-Milano. Kristian rimase in coma per 9 giorni e per recuperare appieno le forza e la condizione atletica deve attendere quasi 4 anni.
Torna a vincere in Coppa del Mondo nella discesa di Wengen del 20 gennaio 1995. Ai Mondiali di Sierra Nevada 1996 conquista una storica medaglia d’argento in discesa libera e ai Mondiali del Sestriere del 1997 è argento.
Le vittorie in Coppa de Mondo si susseguono a ripetizione: trionfa per 4 volte sulla Saslong della Val Gardena ed è il primo italiano di sempre a vincere sulla mitica Streiff di Kitzbuhel (24 gennaio 1998). L’ultimo acuto della carriera in Val Gardena nel 2001 quando vince per la quarta volta sulla velocissima Saslong.
Nella stagione 1994-95 giunge secondo nella coppa del Mondo di discesa libera a pochi punti da Luc Alphand (484 contro 473) e si piazza al settimo posto nella generale vinta dal nostro Alberto Tomba. Nel 1996-97 e nel 1999-2000 sarà ancora secondo nella classifica della libera e quarto nella generale.