Nasce a Rio de Janeiro Arthur Antunes Coimbra detto Zico. Trequartista con il vizio del gol, assistman sopraffino, muove i primi passi nel Flamengo di cui è tifoso e di cui diventa in breve tempo la bandiera. È gracile nel fisico, ma dotato di una padronanza e una tecnica fuori dal comune. Tra il 1971 e il 1983 Zico vince 6 campionati carioca, 3 campionati brasiliani, una Coppa Libertadores e una Coppa Intercontinentale, aggiudicandosi per tre volte il Pallone d’Oro sudamericano e 3 titoli di capocannoniere del campionato.
Zico è un signore, elegante nel disegnare traiettorie imprendibili, ma capace ugualmente di conclusioni potentissime. Esordisce in Nazionale nel 1976 e fa parte della spedizione che ai Mondiali del 1978 conquista il 3° posto battendo nella finalina l’Italia 2-1.
Ai Mondiali del 1982 è atteso quanto Maradona. Ma il 5 luglio, allo stadio Sarrià di Barcellona, l’asso verdeoro è oggetto di una strettissima marcatura da parte di Claudio Gentile che ne limita il raggio d’azione fino ad annullarlo.
Nel 1983 passò inaspettatamente all’Udinese divenendo beniamino dei tifosi di tutta Italia. In due stagioni con i bianconeri segna 22 gol in 40 partite. Torna in Brasile e indossa nuovamente la casacca del Flamengo, vincendo nuovamente il campionato carioca e quello brasiliano e abbattendo la barriera delle 500 reti. Nel 1986 disputa il suo terzo mondiale che finisce in malo modo. Il 21 giugno al Jalisco di Guadalajara va in scena il quarto di finale tra il Brasile e la Francia. Zico parte dalla panchina, poi entra a 20 minuti dal termine e un suo assist procura un rigore al Brasile. Incaricato del tiro è uno tra Careca e Socrates, ma dalla panchina Tele Santana indica Zico. Il campione va sul dischetto, tira alla sinistra di Bats che con un tuffo felino intercetta il pallone. Zico segnerà alla lotteria dei rigori, ma nonostante il penalty sbagliato da Platini, la Francia volerà in semifinale e per Zico sarà l’ultima presenza in Nazionale.